Creato da NeroPioggia1981 il 10/08/2005
Il Blog:finalmente uno spazio in cui poter parlare di sè.Nella vita reale è diventato difficile,tutti vogliono farlo e nessuno ci riesce,tante bocche aperte=poche orecchie attente.Qui si cambiano gli equilibri.Lo spero.

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Confessioni (un racconto)

Post n°21 pubblicato il 03 Settembre 2005 da NeroPioggia1981

E così, ci siamo. La mia ora è giunta. Il male dentro di me è partito dal polmone, e da lì ha metastatizzato in tutto il peritoneo. Questo dicono i medici. Ma sono solo parole adesso. Lo capisco da me che sto lasciando questo mondo, a dire la verità lo avevo già capito da un pezzo. Il mio status di agnostico non mi concede nemmeno di vedere il bicchiere mezzo pieno, di poter dire "almeno ti raggiungo nell'aldilà", ma non fa niente, ti ho amata per 30 anni e mi sono fatto una ragione nell'averti persa.

Si dice che il cancro sia una malattia orribile perchè ti fa morire lentamente, perchè ti fa stare male ogni giorno di più. Ma perchè sarebbe preferibile una morte violenta ed istantanea? Questi lunghi mesi di malattia mi hanno fatto preparare a questo giorno, ora sono sereno, i miei figli non si sono preparati e piangono a dirotto, ma hanno tutta la vita per metabolizzare la perdita.

Già, i miei figli. I miei tre soldatini. Loro si arrabbiano quando li chiamo soldatini, perchè ormai hanno quasi 30 anni, ma dietro quel nomignolo infantile è nascosto il mio desiderio di pensarli sempre miei, anche se poi si sono sposati e se hanno costruito una vita tutta loro. I soldatini. I 3 soldatini. Piangono. Io non dico loro frasi del tipo "siate sereni", forse sono un po' egoista, ma ad essere sincero le loro lacrime per me non sono salate, ma hanno un retrogusto dolce. Le loro lacrime e i loro occhi velati significano che anche loro mi hanno voluto bene in quel modo incondizionato che capita di avere con poche persone nella vita, quell'amore che va oltre le difficoltà e le incomprensioni, sospinto di forza propria. Oggi, questo solo importa per me. Che l'amore che io ho dato loro sia sempre stato ricambiato, che lo sia perlomeno ora, che io muoia circondato dall'affetto.

I tempi dei sorrisi verranno, oggi vi ringrazio per le lacrime.

Se mi guardo indietro, cambierei molte cose della mia vita, ma penso che ciò sia inevitabile. Sono però soddisfatto. Dei successi sul lavoro ho solo un vago ricordo ora, capisco ora chi afferma che nella vita il lavoro non è tutto. Ore e ore dedicate agli esperimenti, al laboratorio, sono anche considerato lo scopritore del vaccino anti-AIDS, non bazzeccole. Ma tutti i successi lavorativi sono solo un corollario ora, ora che capisco che la mia felicità me la avete sempre data tu, amore mio, e i miei tre soldatini.

Tre figli. Tre storie diverse, tre grandi soddisfazioni. Il figlio più grande che fin da piccolo si sentiva come un secondo padre, doveva tenere a bada i fratellini, il figlio che al momento di scegliere l'università è andato a fare giurisprudenza, e non gliene era mai importato nulla di leggi e leggine, ed io pensai allora che avesse scelto qualcosa di completamente diverso dal mio lavoro proprio per distinguersi da me.Ora è felice, ha un lavoro diverso dal mio ma la stessa vita circondata dall'amore della moglie e della loro splendida figlia.

Il secondo figlio, il più fragile, forse proprio per questo il mio figlio prediletto. Tutti mi ripetono che si impantanò con l'eroina a causa delle cattive compagnie. Che non era possibile che fossimo noi la causa della sua dipendenza, noi che eravamo una famiglia modello. Non ho mai creduto a queste rassicurazioni, forse non mi importava più nulla di conoscere le cause, volevo solo che uscisse da quello status di zombie, ricordo che il giorno del suo ventesimo compleanno piansi tutto il giorno, mia moglie mi tirava su ma io volevo solo morire, uscii e mi sbronzai, passai la notte in una viuzza della metropoli a piangere come un bambino. Poi mi ripresi, lo aiutai, anzi lo aiutammo, e dopo immensi travagli lui è uscito dalla tossicodipendenza. il mio prediletto. Forse prediletto perchè la tossicodipendenza lo ha fatto restare fragfile e indifeso, e bisognoso di aiuto come un bambino di 10 anni. Ma sono fiero di lui, perchè nella vita ha dovuto sconfiggere un mostro enorme, e lo ha fatto con grande coraggio e forza d'animo. Ora fa il metronotte, forse si è fidanzato ma non lo dice, è una persona alla ricerca della felicità dopo anni bui, e sono sicuro che la troverà.

Il terzo, infine, che ha seguito le mie orme. E' un ricercatore anche lui. Fin da bambino lo è stato. A 14 anni mi faceva delle domande che io avevo incominciato a pormi a 20 anni, non prima. Darà una grande mano alla scienza, mi ha promesso che studierà il cancro ai polmoni, e dedicherà i suoi eventuali successi alla mia memoria. Io gli ho risposto di terminare prima quello che sta facendo ora, tutti i malati hanno bisogno di una cura, e la scienza non deve cedere al sentimentalismo.

E' ora, gli occhi si chiudono, addio Soldatini, è stata una bella vita la mia, piangete oggi e domani ritrovate il sorriso, è bello sapere che il mio ricordo sarà piacevole in voi...

 
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