Creato da LaFigliaDelMare il 04/10/2006

~ Figlia del mare ~~

Così, tra questa immensità, s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare...

 

« Fiore di loto »

Post N° 230

Post n°230 pubblicato il 20 Novembre 2006 da LaFigliaDelMare
 

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prima parte: continua 

POSEIDONE (o Posidone) / NETTUNO


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Statua in bronzo raffigurante Poseidone, detto "di CapoArtemisio", V sec. a.C. Atene, Museo Archeologico Nazionale

Poseidone fu allevato dai Telchini di Rodi e si unì allo loro sorella Alia, che gli dette sei maschi e, secondo alcune tradizioni, anche la figlia Rodo, da cui il
nome dell'isola di Rodi. Afrodite fece impazzire i figli, inducendoli ad
attentare alla propria madre, per cui Poseidone li precipitò nei visceri della
terra con un colpo di tridente.

Poi sposò Anfitrite, une delle Nereidi figlie di Nereo e di Doride, ed ebbe da lei tre figli, dei quali il
più noto fu Tritone, e una figlia di
nome Roda (spesso confusa con Rodo), poi moglie di Elio, dio del Sole. La
leggenda narra che Poseidone l'amasse da tempo ma che la Nereide gli si negasse
per timidezza, nascondendosi nelle acque dell'Oceano, oltre le colonne d'Ercole. Fu infine ritrovata
dai delfini, che la riportarono
a Poseidone.

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Anfitrite e Nettuno. Mosaico parietale (Ercolano, Casa di
Anfitrite e Nettuno)

Ma il dio del mare non si poteva certo definire un
modello di fedeltà coniugale, dato che gli vennero attribuite molte altre
paternità extramatrimoniali: da una naiade ebbe Glauco che, per aver mangiato un'erba prodigiosa, divenne
un'immortale divinità marina; dalla ninfa Toosa ebbe il ciclope Polifemo e Forco, che generò le Gòrgoni, le Graie, il drago Ladone e Scilla.


Nacque come comune mortale ma, sconfitto in duello da Atlante, si gettò in mare e fu trasformato in dio,
rappresentando la furia delle acque.

Da Medusa ebbe Pegaso - il cavallo alato - e Crisaore; con Melanto si unì
sotto forma di delfino, da cui il nome Delfo del figlio; e suoi figli sembrano essere anche
i Lestrigoni, giganti antropofagi che attaccarono le navi di Ulisse, quindi collocati tra

il Lazio e la Campania; forse anche Briareo, gigante dalle cento braccia, detto

dagli umani Aigaion, cioè Egeone, che partecipò come alleato degli
Olimpici alla lotta contro i Titani.

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Pegaso. Statere (dritto), ca V sec. a. C.
Bruxelles, Bibliothèque Nationale




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Ulisse e i suoi compagni arrivano nel paese dei Lestrigoni.
Pittura parietale, I sec. a. C., dalla "Casa sull'Esquilino". Musei Vaticani

Figlio suo è anche l'aggressivo gigante Anteo
figlio di Gea (o Gaia, la Madre Terra) che costringeva tutti coloro che
attraversavano la sua terra - la Libia o il Marocco - a lottare con lui. Dopo
averli vinti e uccisi, con i loro crani ornava il tempio dedicato a Poseidone.
Era invulnerabile finché toccava con i piedi la madre Terra che gli infondeva
rinnovato vigore, ma Eracle, durante il suo passaggio in Libia, riuscì ad averne
la meglio, sollevandolo sulle spalle.

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Eracle lotta con Anteo. Cratere
attico, part., VI sec. a. C., da Cerveteri Parigi, Museo del
Louvre

Persino Cariddi, secondo
alcuni mitografi, era figlia di Poseidone e di Gea, mentre altri ne
attribuiscono la paternità a Forco. Durante la sua vita umana aveva mostrato una

grande voracità e, quando Eracle attraversò la sua terra con i buoi di Gerione, Cariddi ne divorò alcuni. Per
castigo Zeus la precipitò in mare con un fulmine ed ella divenne il terribile
mostro.

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Eracle e Busiride. V sec. a.C., Atene,

Museo Archeologico Nazionale

Da Lisianassa Poseidone ebbe Busiride che figura nella leggenda come
re d'Egitto, posto sul trono da Osiride quando questi intraprese il viaggio

intorno alla terra. Tuttavia il suo nome non compare nelle dinastie faraoniche e
potrebbe essere una deformazione di "Osiride".

Era un tiranno crudele, colpevole di molti misfatti, al quale
l'indovino cipriota Frasio aveva vaticinato che solo il sacrificio di un
forestiero, una volta l'anno, avrebbe allontanato la carestia che si era

abbattuta sull'Egitto.

Il vate fu quindi la prima vittima e lo stesso Eracle, transitando per
il Paese, fu catturato e destinato al sacrificio, ma riuscì a sciogliersi dai

vincoli e a riacquistare la libertà, dopo aver ucciso Busiride e tutti i
sacerdoti.
 


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Eracle sconfigge Busiride e i suoi accoliti. Idra da
Cerveteri, part., VI sec. a.C. Vienna, Kunsthistorisches Museum


continua: la seconda parte...

 
 
 
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al chiaro di luna



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E DI NOTTE...

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La memoria sa che non è un dettaglio
trascurabile una certa distanza
il rimpianto di se provoca da sempre
moti di coscienza indifferenza,
ovunque in ogni luogo il ballo della vita
come d'istinto ci colpisce di nuovo
e un sognatore, sai nel silenzio
è in grado di sentire e di volare.

Ma.. di notte
la luna ci invita a ballare
e di notte, nell'ombra
la luna ci può possedere.

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E la memoria sa che non è sbagliato
lasciarsi andare lasciarsi cullare
dalla nostalgia dalla follia
come foglie al vento fragile incanto
a volte sai, che tutto quel che manca
scorre innanzi a noi senza fermarsi mai
dolci tormenti dolci lamenti
nelle pieghe della parola amare.

Ma.. di notte
la luna ci invita a ballare
e di notte, nell'ombra
la luna ci può possedere.
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DANZA DELLA LUNA


Quando il sole sfiora con le sue mani dorate l’orizzonte,
con gesti rituali da’ inizio alla danza della luna.
In sottofondo le ombre suonano la musica della sera
finche’ tutto si tinge dei colori notturni,
finche’ le ombre si spandono e permeano disegnando il silenzio.
Silenzio e quiete abbeverando chi ne ha sete.
~

 

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ED È SUBITO SERA...


Ognuno
sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di Sole

ed è subito sera

 

 

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