Creato da LaFigliaDelMare il 04/10/2006

~ Figlia del mare ~~

Così, tra questa immensità, s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare...

 

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Post n°229 pubblicato il 20 Novembre 2006 da LaFigliaDelMare
 
Nettuno seconda parte

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Secondo una leggenda era figlio di Poseidone -
e non di Oceano, come tutti i fiumi - anche Acheloo, dio
del fiume omonimo, oggi Aspropotamo. Come dio-fiume aveva il potere di assumere
qualunque forma e quindi si trasformò in serpente e poi in toro per combattere
Eracle quando questi chiese in moglie Deianira, già sposata con Acheloo. Nella
lotta che ne seguì, Eracle gli strappò un corno e Acheloo si dichiarò vinto;
rinunciò a Deianira e donò al rivale il proprio corno - o forse quello della capra Amaltea, già
nutrice di Zeus - che, consacrato a Copia, dea dell'abbondanza (cornu copiae), acquistò
il potere di elargire fiori e frutti in quantità. Mutilato e sconfitto, Acheloo
si gettò nel fiume, che prese il suo nome.

Figli di Poseidone sono anche Alebione e Dercino, che vivevano in
Liguria: quando Eracle attraversò la loro terra con i buoi di Gerione, i due
cercarono di sottrarglieli ma egli li uccise.
Anche il cavallo alato Arione sarebbe suo figlio, sebbene i mitografi
discordino sulle sue origini: chi lo dice nato da una delle Erinni, che
abitavano nell'Ade - il regno dei Morti
- insieme con le Moire, la Notte, Cerbero e la Morte stessa, personificata da

Tanatos, fratello di Ipno il Sonno, entrambi figli della Notte. Chi lo dice nato

invece da Demetra, chi da Zefiro e
da un'Arpia, chi racconta che Poseidone lo fece emergere dai visceri della
terra, percossa dal suo tridente.

Lo stesso è per le Arpie, che in alcuni autori sono mostri nati da
Poseidone e da Gea, mentre in altri sono figlie di Taumante ed Elettra.
Ugualmente incerto è il loro numero: per alcuni erano tre, Aello, Celeno e
Ocipete; per altri erano molto più numerose, di cui le più note si chiamavano
Acheloe, Alope, Ocitoe, Podarge e Tiella. Virgilio le descrive come mostri dal
viso di fanciulle e dal corpo di uccello. Incitate da Era le Arpie
perseguitavano l'indovino Fineo, insudiciandogli la mensa, per punirlo
di aver dato ospitalità al fuggiasco Enea. Furono relegate nelle isole Strofadi dai
figli di Borea.
Da Eurite Poseidone ebbe il figlio Alirrozio, protagonista di due
diverse versioni del mito: secondo la prima, tentò di usare violenza ad Alcippe
figlia del dio Ares, che quindi lo uccise; secondo l'altra, Alirrozio si adirò
perché l'Attica era stata destinata ad Atena anziché al padre Poseidone e, per
rappresaglia, cercò di recidere l'ulivo che la dea aveva donato a quella
regione; ma l'ascia gli cadde dalle mani e gli tagliò la testa.
Da Ifimedia, figlia di Triope, ebbe i giganti Oto ed Efialte, detti
Aloadi, che crescevano in modo smisurato: quando raggiunsero l'altezza di quasi
venti metri decisero di assaltare l'Olimpo e dare battaglia agli dei,
manifestando l'intenzione di prosciugare il mare, riempiendolo di massi, e di
allagare la terra. Suscitarono quindi le ire divine e, secondo una versione,
furono fulminati da Zeus; secondo un'altra, furono uccisi con l'inganno da
Artemide, che assunse le forme di una cerbiatta e si slanciò tra i due, che si
trafissero a vicenda nella fretta di colpirla.
Amò anche Alope figlia di Cercione, contro il volere del padre di
lei, ed ebbe un figlio che fu abbandonato dalla nutrice nella foresta. Poseidone
mandò una giumenta, animale a lui sacro, per allattare il bambino che, dopo
diverse disavventure, fu allevato da un pastore e chiamato Ippotoo, poi
capostipite della tribù degli  Ippotoontidi. Alope fu invece messa a morte da
Cercione e fu trasformata in fonte da Poseidone.
Secondo una diversa versione del mito di Poseidone, questi era
padre dello stesso Cercione, di cui altri mitografi attribuiscono
invece la paternità a Efesto.
Cercione era il re di Eleusi e possedeva forza e crudeltà smisurate:
costringeva alla lotta i viandanti e poi squartava i vinti, legandoli
alle cime ravvicinate di alberi opposti, che poi rilasciava, provocando così lo smembramento delle sue vittime. Fu ucciso da Teseo.

Cicno, di Poseidone e di Calice, era il re di Colone nella Troade. Si
oppose allo sbarco dei Greci e da solo ne uccise oltre mille, combattendo contro
lo stesso Achille, da cui fu più volte colpito senza riportare alcun danno,
perché era invulnerabile.

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Il ratto di Europa. Cratere,
part., V se. a. C. Tarquinia, Museo Nazionale

 continua: parte terza
 
 
 
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al chiaro di luna



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E DI NOTTE...

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La memoria sa che non è un dettaglio
trascurabile una certa distanza
il rimpianto di se provoca da sempre
moti di coscienza indifferenza,
ovunque in ogni luogo il ballo della vita
come d'istinto ci colpisce di nuovo
e un sognatore, sai nel silenzio
è in grado di sentire e di volare.

Ma.. di notte
la luna ci invita a ballare
e di notte, nell'ombra
la luna ci può possedere.

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E la memoria sa che non è sbagliato
lasciarsi andare lasciarsi cullare
dalla nostalgia dalla follia
come foglie al vento fragile incanto
a volte sai, che tutto quel che manca
scorre innanzi a noi senza fermarsi mai
dolci tormenti dolci lamenti
nelle pieghe della parola amare.

Ma.. di notte
la luna ci invita a ballare
e di notte, nell'ombra
la luna ci può possedere.
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DANZA DELLA LUNA


Quando il sole sfiora con le sue mani dorate l’orizzonte,
con gesti rituali da’ inizio alla danza della luna.
In sottofondo le ombre suonano la musica della sera
finche’ tutto si tinge dei colori notturni,
finche’ le ombre si spandono e permeano disegnando il silenzio.
Silenzio e quiete abbeverando chi ne ha sete.
~

 

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ED È SUBITO SERA...


Ognuno
sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di Sole

ed è subito sera

 

 

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