Figlia4 possiede un bel sasso bianco rettangolare, piatto e smussato, lungo circa 12 cm.
Lei lo chiama ampollosamente "il mio cell".
Con il sasso schiacciato contro l'orecchio si lancia in conversazioni appassionate.
A volte, quando più si accalora, lo regge tra mento e spalla e cammina per casa gesticolando, nella foga di spiegare il suo punto di vista ad un interlocutore immaginario e un po' ottuso.
Ogni tanto lo perde. Ogni tanto esce senza cell.
Disastro, bisogna tornare indietro a cercarlo.
Una sorella tempo fa ha disegnato sul sasso tasti e display con una matita arancio: bello l'effetto, ma più che altro Figlia4 l'ha considerata una miglioria destinata a far capire a noi, gente limitata, una cosa che lei vedeva già benissimo.
Compone il numero e parla, parla, parla...
IO (insinuante): M? amore vai a telefonare di là che la mamma ha da fare!
M: (secca): Di là non c'è campo.
Tento con l'astuzia.
IO (casual): M? metti in carica sto cell, che hai la batteria scarica!
M (sfumatura di compatimento): Ma dai mamma, è un sasso non un cell.
Ah, ecco :-)