Non importa quanto sia tardi: se torno a casa a mezzanotte come cenerentola oppure all'alba, è lo stesso.
Non credo mi aspetti sveglia: probabilmente si appisola sul divano.
Dormicchia con l'orecchio teso, e per quanto mi sforzi di non far rumore, lei si accorge.
Percorro la stradina che scende al mio portone in folle, persino a motore spento.
Non sbatto la portiera, la accosto con delicatezza.
Tolgo dal mazzo la chiave del cancello, per evitare tintinnii.
Cammino sulle uova, senza battere i tacchi sulle scale.
Serve a qualcosa? no.
Ogni volta, arrivata sotto la finestra del soggiorno, vedo la sagoma della sua testa dietro il vetro che appanna col fiato.
Cuccata! Abbandono le precauzioni e salgo rapida i gradini.
Lei mi accoglie festosa sulla porta, mi bacia allegramente e che tenerezza sentire contro la guancia quei 2 baffetti ruvidi che le sono spuntati ultimamente.
Ha bellissimi occhi nocciola, che nella penombra sembrano truccati con un giro di matita nera.
Mi scruta, valuta il mio umore.
E comincia l'interrogatorio: dove sei stata? ti sembra l'ora di tornare a casa?
Avvicina disinvolta il lungo naso diritto, discretamente mi annusa gli abiti.
Ah... ristorante cinese.. brava.. e con chi sei stata?
E qui, abbandona la finta riservatezza e mi annusa apertamente, con interesse.
Sorride, stirando le labbra sottili sui denti ancora perfetti.
Ahah.. sei uscita con quello che fuma tanto... brava... ragazzo simpatico quello... peccato le sigarette! E.. cosa hai fatto?
A questo punto so cosa aspettarmi: la curiosità ha il sopravvento, col nasino nero mi fruga le mani e in tutti gli angoli. Aspira rumorosamente, a colpi brevi e decisi. Incolla il muso sulla mia pancia e la percorre rapida e attenta.
Poi esplode in un breve sternuto: ahahahah... ma brava...
e se ne va nella sua cuccia scodinzolando soddisfatta.
Condividi e segnala 
