Creato da: cclb il 28/03/2013
Per molti di noi vivere felici (o sopravvivere) è sempre più difficile, per milioni di persone nel Mondo è quasi impossibile. Lentamente ci hanno ridotto in schiavitù ed ora le nostre vite dipendono esclusivamente dal denaro: Se hai i soldi vivi, se non hai i soldi non hai modo di procacciarti nemmeno i beni primari. La nostra stessa esistenza ormai è indissolubilmente legata al denaro... eppure un'altra via deve pur esserci

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

cclbHunter_Emotionstiburonbalenantonellafrancaceccamarco66_AManuelito_20daredevil665afrikanociaoagosto60nk53semprepazzabelladinotte16MG_The_blogger
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
Aceto ammorbidente »

Vivere senza soldi? E' possibile

Post n°1 pubblicato il 28 Marzo 2013 da cclb
 

Mark Boyle, 31 anni, è un ragazzo inglese che da più di due anni (da novembre 2008 per la precisione) ha deciso di vivere SENZA DENARO e ci riesce benissimo, soddisfando tutti i suoi bisogni primari.
E' nominato the no money man.
Mark Boyle è un ex imprenditore del ramo dell’agricoltura biologica, laureato in economia e convinto sostenitore della stretta connessione tra felicità e rispetto dell’ambiente.
La sua esperienza lo ha portato due anni fa a decidere di liberarsi dal problema dei soldi, spiegando come della sua vecchia vita non gli manchino lo stress, le bollette e i conti da pagare.
Vegetariano già da sei anni, si nutre ora delle piante che coltiva, produce elettricità con un pannello solare, ha un telefono cellulare che utilizza solo per ricevere chiamate ed un notebook che si alimenta ad energia solare.
Tutto è iniziato in un pub, dice Boyle: "Il mio amico ed io stavamo parlando di tutti i problemi del mondo come ad esempio lo sfruttamento della manodopera, la distruzione ambientale, gli allevamenti industriali, la sperimentazione sugli animali e le guerre per le risorse energetiche. Ho capito che erano tutti, in un modo o nell’altro, collegati al denaro. Ho deciso quindi di rinunciare ai soldi. Ho venduto la mia casa galleggiante a Bristol e ho lasciato il mio lavoro in una società di prodotti alimentari biologici".
Se ci pensate il DENARO dovrebbe essere un mezzo per facilitare i nostri scambi di beniservizi nella vita di tutti i giorni: spostarsi dal punto A al punto B, comprarsi da mangiare, trovare un tetto sotto cui dormire.
Avere il DENARO per soddisfare questi bisogni primari comporta avere UN LAVORO (raro da trovare e da mantenere di questi tempi) che a sua volta obbliga l'individuo a privarsi di 8-10 ore della sua vita (1/3 della sua giornata almeno) e dedicarle allo svolgimento di una mansione.
E se questi bisogni primari fossero soddisfatti in altra maniera?
Nel 2007 Boyle ha fondato la Freeconomy Community, una comunità che promuove la condivisione di abilità e proprietà e che ad oggi conta 28.503 iscritti in 154 paesi, condividono competenze 404.600, 82.749 strumenti e 454 spazi.
La filosofia della comunità è questa: offri i beni che diversamente getteresti via e le tue competenze (riparare scarpe, fabbricare tavoli, insegnare a suonare la chitarra), in cambio chiedi alla comunità i beniservizi di cui hai bisogno, il tutto avviene senza l'uso di DENARO.

Prima di Freeconomy Community, va ricordato però il progetto Freecycle, un interessante movimento ormai diffuso in tutto il mondo che mira a ridurre l’impatto ambientale delle cose che usiamo. Il loro motto è: cambiare il mondo, un regalo alla volta.
Il network di Freecycle, con base in Arizona, è composto da quasi 5000 gruppi e oltre 8 milioni di soci sparsi in 85 paesi del mondo.
E’ un movimento interamente non-profit di persone che scambiano e riciclano oggetti gratuitamente.
Freecycle esiste anche in varie città italiane, come Roma, Milano, Bologna, Napoli e Lecce, anche se il progetto viaggia ancora in chiave ristretta visto che è poco conosciuto.
Mark Boyle rappresenta certamente l’esempio vivente di una vita alternativa. Lui adesso si dichiara talmente felice da voler proseguire su questa strada e se gli domandano: "Che cosa ho imparato?" Mark risponde: "Che l’amicizia, non il denaro, è la sicurezza reale. Che la povertà più occidentale è di tipo spirituale. Che l’indipendenza è realmente interdipendenza."
Se il mondo riuscisse a capire che il denaro che tanto si affanna ad accumulare dopo ore e ore di lavoro dietro ad una scrivania o in fabbrica non sia nemmeno suo (vedi "truffa del signoraggio"), forse si comincerebbe a pensare più concretamente a stili di vita alternativi e felici come come di Mark Boyle, "the no money man".
Se siete curiosi a questo link trovare una video intervista fatta a Mark Boyle sul suo stile di vita.
fonte: http://salvatoretamburro.blogspot.it/2011/02/vivere-senza-soldi-e-possibile.html

Salvatore Tamburr

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/NoMoney/trackback.php?msg=12009216

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
daredevil665
daredevil665 il 05/05/13 alle 17:10 via WEB
In tutti i modi possibili ti tolgono la vita e possono farlo mediante un sistema condiviso da tutti.

Esistono soltanto due alternative nella convivenza umana: La condivisione e la competizione. Se pensate che ne esista una terza, è perché in essa non vedete la sua contraddizione.

Dove si fanno calcoli numerici per scambiarsi le cose, come col denaro o col baratto, si è nella competizione, in quanto “Io do a te se, e solo se, tu dai a me”, mentre dove si produce assieme secondo necessità di ognuno si è nella condivisione e senza moneta alcuna. Esistono realtà di questo ultimo tipo che funzionano molto bene, solo che sono circondate da un impero monetario che non le lascia espandere.

Dobbiamo rinunciare al denaro, che è il mezzo con cui ci rubano la vita, e collaborare per realizzare le cose di cui abbiamo la necessità con le risorse naturali di cui disponiamo, senza andarle a chiedere fuori e per cui ci chiedono in cambio denaro. Non si tratterebbe di baratto, ma di condivisione, cioè di realizzare assieme le cose di cui ogni individuo necessita. Nessuno ci vieta di farle come più ci piacciono e ci servono, se non i limiti della disponibilità naturale che ci circonda. Quindi si ordinano le cose che servono e si lavora assieme per esaudire le richieste, senza l’intermezzo del denaro, che è stato realizzato apposta per fare differenze e relativi giochi matematici. Oltretutto è il denaro che ci separa mettendoci in competizione spietata gli uni contro gli altri, semplicemente perché ognuno teme che la propria cifra si esaurisca e quindi è spinto psicologicamente nella direzione opposta, cioè ad aumentarla, ma per farlo deve per forza prenderla agli altri, legalmente o illegalmente. E questa visione alternativa non è un’utopia nella sua logica, quanto invece lo è il desiderio di un mondo migliore e più pacifico quando già alla base c’è la competizione che ci mette gli uni contro gli altri. La sua difficoltà, piuttosto che un’utopia, sta nella testardaggine della gente ormai assuefatta da questo sistema, che la vuole a credere l’errore nell'avidità di pochi e di pretendere che non siano avidi o che si possano combattere, quando è il sistema denaro che li genera e li rinnova a dismisura con la competizione. L’avidità è parte della natura e l’unica cosa che possiamo fare è “togliere l’arma dalle mani del pazzo” (la follia che c’è nell'uomo) , per limitare il danno. Pensiamo solo al denaro che abbiamo in tasca e ci lamentiamo quando non c’è? E l’inquinamento che la competizione genera, con spargimento di veleni per rendere più bella frutta e verdura e gli animali, o per scaricare rifiuti nei fossati o nei mari per evadere le spese di smaltimento? E lo spaccio della droga? E lo sfruttamento della prostituzione? E il riciclaggio di alimentari e farmaci scaduti? E la violenza per averlo, furti, omicidi, mafie ecc.?

Tutte queste cose sono generate dalla semplice presenza del denaro, ma sono viste erroneamente come problematiche a sé stanti, da combattere ognuna, quando sono solo gli effetti a valle della vera causa. La perfezione non si può pretendere, perché la lotta è una costante della natura, e ci saranno sempre i furbetti, perciò bisogna capire qual è il sistema che genera il male minore e lottare in quella direzione. Bisogna sicuramente riprogettare un sistema tecnologico energetico che si regga sulle disponibilità rinnovabili del territorio, semplicemente perché è da stupidi sviluppare su qualcosa sapendo già che si esaurirà e , oltretutto, mettendo nell'aria e nell'acqua sostanze che non dovrebbero starci, perlomeno da milioni di anni e cioè da quando la vita si è generata e sviluppata senza di esse. E allora prima di incolpare i potenti della terra, sappiate che siamo noi che, accettando il sistema denaro, gli consentiamo di esistere in quel modo e di distruggere tutto. Perciò siamo ancora più colpevoli di loro, perché non ci impegniamo a vedere la nostra contraddizione e relativa responsabilità.
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963