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Messaggi di Dicembre 2012

Sguardo cristallino

Post n°105 pubblicato il 21 Dicembre 2012 da non_muoverti

 

 

Arriva un momento in cui si ottiene uno sguardo cristallino e pulito

 e guardi  le cose belle della tua vita

ti rendi  conto che la propabilità che esse abbiano un futuro è molto esigua


Un momento in cui la persona che volevi accanto a te,

 con cui avevi bisogno di parlare per sentirti meglio non c'è ,

e non vuole esserci .

Ma tu sei, comunque grata  al fato , che essa  ci sia stata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Sono Te

Post n°104 pubblicato il 15 Dicembre 2012 da non_muoverti

Lei, a volte, aveva bisogno solo  di Lui  per "essere"

Lei aveva bisogno di rilassarsi in Lui per attingere la sua forza...e Lui le dava volentieri ogni cosa lei chiedeva

Ma perchè, pur sapendo che Lui poteva lenire le sue pene, chiedere le risultava così difficile?

Una sera Lui torna a casa dopo una giornata di lavoro. Bussa alla porta e sente Lei che dice: "chi è?"

e Lui:<< Sono io>>.

A questo punto Lei non apre, non esita a  non dare spiegazioni e Lui passa la notte fuori.

La cosa si ripeteva ormai da molte sere e Lui tormentato cercava il perché, chiedendo agli amici, ai colleghi di lavoro a qualsiasi uomo che poteva dargli un minimo di spiegazione.

Quella sera seduto sulla riva di un fiume Lui piangeva perché aveva di sicuro perso chi lo aveva amato al di sopra di ogni altra cosa, ed è qui che un vecchietto si avvicina e gli dice:

<< Questo è il vero Amore. Il "perché"" non lo devi trovare da altri, ma dentro di te>>.

 Fu così che lui di colpo si alzò, si mise a correre verso casa...bussò

Lei:<< Chi è?>>


Lui:<< Sono TE>>


... e Lei aprì.

 

 
 
 

Di Notte

Post n°103 pubblicato il 12 Dicembre 2012 da non_muoverti

Ho imparato ad andare: da quel momento mi lascio correre. Ho imparato a volare: da quel momento non voglio più essere urtato per smuovermi. Adesso sono lieve, adesso io volo, adesso vedo al di sotto di me, adesso è un dio a danzare, se io danzo. Così parlò Zarathustra

 Friedrich Nietzsche

 

Stanotte riflettevo sul fatto che siamo figli di ogni attimo della nostra vita e ogni istante ne siamo i portatori, sani o malati, a seconda delle situazioni

Pensavo, nella fattispecie, a certi gesti automatici che ripetiamo, pur non appartenendoci più, e con i quali gli altri di identificano. Mi capita di incotrare persone che distolgono lo sguardo, alcune volte per timidezza, altre per distrazione, altre ancora per stanchezza, abitudine, vergogna o preoccupazione. Oppure per defilarsi pavidamente. Si dice che è segno di scarsa fiducia eludere lo sguardo, ma ho imparato che ogni persona ha modi diversi di dimostrare fiducia e in modi altrettanto diversi contribuisce a renderla salda o a demolirla. Ci sono cose che tempo addietro non mi sarei mai sognata di fare, per amore di coerenza. Oggi mi riscopro a farle animata dallo stesso amore. Panta rei, tutto scorre, l'acqua che raccolsi ieri in quel ruscello, oggi non è più la stessa, è passata, andata.....niente è immutabile e io non sono più quella di ieri. Domani non sarò più quella -di i oggi, perchè ogni giorno faccio nuove epserienze belle o brutte che siano, che mio malgrado costituiranno un bagaglio nella mia memoria, e mio malgrado influenzeranno le mie azioni. E il mio stesso corpo che cambia.

Da una stretta di mano si riesce a percepire la decisione altrui. Ovvio che una mano fiacca è nettamente diversa da quella che ti stringe in una morsa , come se dovesse fonderla in sé. Pur tuttavia abbiamo una sensazione che possiamo percepire , ma non del tutto interpretare: sentiamo quella stretta e finiamo con il convinverci di aver capito, quando magari c'è tutto un dedalo di motivi che rende quel gesto avulso dalla persona -che lo compie. Penso che spesso certe generiche, ma non superficiali interpretazioni siano vicine alla verità. Un uomo che sembra burbero, finirà per esserlo, se ne convincerà lui stesso; un bambino cresciuto nelle fiducia saraà un bambiino aperto proiettato verso l'amore , un bambino cresciuto nell'abbandono sarà un'adulto diffidente che finirà per graffiarsi o graffiare...

Quello che mi interessa èil come, è il viatico, sono le orme lasciate . Perché a volte ci si trova a sembrare per molto tempo quello che non si è, ci abituiamo a vederci e farci vedere in un determinato modo, a volte si amano persone che non vedono così bene e si arriva a non guardare allo stesso modo. Mi sta a cuore l'insieme delle piccole cose, comprendere che a volte distogliere uno sguardo è il segnale palese di una timidezza passata e sorpassata, che ora sembra dare una pennellata di superba ad un volto ed invece dimostra solo la fierezza e l'orgoglio per un percorso fatto. A volte uno sguardo severo attende solo di essere sorpreso da un sorriso gratuito, a volte una disabilità diventa abilità solo per gli sguardi che riceve. Non abbiamo al certezza assoluta di niente però intuiamo un infinità di cose, le percepiamo , le sfioriamo. A volte bisogna proprio fare quel qualcosa che ci frena per trovare l'equilibrio giusto, per capirla, metabolizzarala e per superarla. Bisogna sporcarsi, bisogna sperare di non fare e farci troppo del male, di non ferirci troppo da farci chiudere a riccio per sempre. Ma esiste un sempre senza una possibilità di movimento e rinascita? Non credo! Ora, incasinata perennemente , irrisolta o incompiuta avverto la bellezza di essere tutte quelle minuzie che sottolineano errori e traguardi, a nessuno piace cadere, ma le cicatrici sono li ad imperitura memoria a ricordarci che siamo i costuttori della nostra storia. Qualunque cosa si esprima, è emozionanate scoprire che alcune persone sanno "vedere" oltre e sanno "vedere" te nel tuo continuo mutamento. Ed è ancora più bello conoscere qualcuno al di la di quello che sembra, ma per come relamente è. E' una sensazione molto piu gratificante di quello che può sembrare a descriverala a parole ma rimane rassicurante dentro, come un'abbraccio dell'anima

 

 

 

 
 
 

Che Grande Spavento!

Post n°101 pubblicato il 10 Dicembre 2012 da non_muoverti

 

 

Buongiorno a tutti amici, da un po' mancavo nel mio e nei vostri blog, qualcuno avrà pensato fregandosi le mani "ih ih ih" ce ne siamo liberati! Scherzo ovviamente. Volevo scrivere di questa mia assenza e del brutto momento che ho vissuto, perchè ora che è passato l'allegria e tornata in circolo e anche la voglia di scrivere.....

Martedì scorso mia figlia comincia ad accusare dei doloretti al ventre, penso che sia dovuto all'arrivo del ciclo le somministro il solito antidolorifico e tutto sembra rientrare nella norma. Senonchè il giorno successivo il dolore aumenta e subentra anche qualche linea di febbre, chiamo il pediatra, il quale, sentito i sintomi che manifestava, tra questi un dolore alla gamba destra, mi sollecita a recarmi al pronto soccorso, perchè secondo lui si trattava di appendicite. E così, con mia figlia piangente e dolorante arrivo in ospedale bruciando i pneumatici,  al triage le assegnano codice giallo e quindi comprendo che c'è qualcosa di serio.

Durante la visita, il medico mi dice che sicuramente è appendicite che la sintomatologia è da manuale e che per avere conferma bisognava aspettare l'esito dell'emocromo. Il quale arriva tempestivo confermando la diagnosi del dottore. Si passa quindi all'ecografia addominale che rileva l'appendice infiammata, mi dicono che se non intervengono c'è il rischio di una peritonite, do il consenso per intervenire e il giorno successivo vedo la mia bambina andarsene via in barella, piangeva e mi teneva la mano e io con il pianto nel cuore cercavo di sorridere e di darle coraggio. L'attesa è sembrata interminabile, anche se oggi l'appendicite è un'intervento poco invasivo perchè praticato il laparoscopia, il mio cuore di madre li fuori non ha smesso di pulsare paura, la mia mente andava a tutti quei casa di malasanità dove un paziente muore per una banale tonsilectomia.....Ho avuto paura, anzi ho avuto il terrore di non vederla più uscire. Non so nemmeno quanto tempo è passato, non ricordo nemmeno una infermiera che si è avvicinata per chiedermi come stavo. Forse ho esagerato con l'apprensione è vero anche che sono un soggetto tendezialmente ansioso, ma io ho pianto chiusa in bagno, ho pianto lacrime di dolore. E poi l'ho vista uscire, mezza addormentata ma viva e reale e tangibile: era lei la mia bambina che mi ha stretto debolmente la mano per poi ripiombare in un sonno profondo.....All'improvviso la felicità che mi ha fatto vedere tutte le sfumature di un cielo che così azzurro non è mai stato. Quando succedono certe cose, anche se leggere e non gravi, tutti i piccoli problemi che prima sembravano insormontabili, passano in secondo piano e così ristabilisci cosa è veramente importante nella vita e capisci che la felicità è lì a due passi da te avvolta da una coperta come una piccola cucciola, capisci che cercare le chimere non ha senso, che tutto ciò di cui hai bisogno è di vederla ridere e ballare girando per casa con l'IPOD perennemente infilato nelle orecchie. Che ti manca il suo disordine, i suoi calzini lanciati sotto il divano, il suo essere già donna nella mente ma tanto bambina nel cuore. Siamo appena tornate dall'ospedale, si sta riprendendo in fretta, la casa ora è piena ogni cosa è tornata al suo posto l'equilibrio è ristabilito. C'è una stanza lasciata lì con il letto da rifare c'è la casa nel caos totale,e non poteva essere altrimenti lasciando a mio figlio il trono di re della casa per qualche giorno, c'è lo stato delle cose quitidiane quelle che ti danno sicurezza, le cose che ti fanno sentire parte di una famiglia, la mia meravigliosa famiglia. E c'è anche la fierezza di  guardarsi allo specchio e vedere una faccia pulita, una coscienza a posto, che mi fa dormire bene la notte alla faccia di chi, anche in frangrenti come questi, non si è fatto scrupoli nel perpretare azioni di una meschinità stomachevole.....ma questa è un'altra storia.

Oggi c'è solo Allegria.

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 

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