Non era un sogno

Dieci anni fa per ricordare "quel" giorno prima, una donna scrisse ad un importante quotidiano del nord di come avesse vissuto i giorni così tragici per la terra dove abitava, e come però nonostante il dolore, lo smarrimento, avesse creduto che si sarebbe riusciti ad uscire da quella atavica prigione che toglieva il fiato, come si sentisse parte di una primavera che stava arrivando. Era stato, diceva, però solo un fuoco di paglia, perchè poi interessi più forti della rabbia dei giovani e della popolazione avevano prevalso e Palermo era tornata come sempre , bella , stupenda ma straziata e al contempo silenziosa.........e i giovani di allora si ritrovavano fuori da quella realtà delusi e disillusi. Immagino che oggi sia la situazione ancora più pesante, e quei 100 passi sempre più difficili da vivere e da compiere, come la tentazione di restare in procinto di .....ma di non procedere sia sempre latente, però ho l'impressione , da qua e quindi non vivendo là, che nel piccolo ci siano tante realtà che stanno fiorendo e che stanno prendendo campo.....combattendo quella atavica piovra che sembra mangiare tutto. Forse un po' i sogni si stanno avverando e timidamente prendono posto dell'incubo che ancora è lì, perchè ci vuole forza anche a sognare e non è poco quello che si fa.....soprattutto al buio quando i riflettori sono ormai spenti.

Distrattamente nella solitudine della folla,raffiorano mille emozioni e un solo orizzonte su cui voler approdare:quello in cui ogni uomo non sia solo,nella moltitudine del quotidiano razionalizzare.In cui il sopravvivere si tramuti in un Vivere tra l'armonica e mai rassegnata ricerca d'amore in ogni sguardo...seppur lontano e vuoto, ma Vivo.Sentir_ci cosi' non un come passo sbiadito, ma come solco cui segnare il nostro destino.Un caro saluto.