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« Due donne di cuore ed un... | Un mucchio di parole » |
Abitare il cuore.
- Dove sei stato in tutto questo tempo? - le chiesi, all'improvviso, mentre la stringevo forte al petto.
Di là, i nostri compagni stavano discutendo animatamente sul come andare avanti e le loro voci, a tratti sovrapposte, sembravano provenire da trincee nascoste e lontanissime, immerse dentro la cortina delle nebbie.
Sui muri, tapezzati da scritte sempreverdi, le ombre proiettate dalle lampadine incandescenti accompagnavano con il lento movimento delle braccia e delle teste quell'antico sottofondo di battaglia.
Sembrava che un vento, vecchio e discreto, le sostenesse in aria, dando loro vita e forza, una impercettibile presenza, come quella di una mano che, invisibile, dall'alto, muove a piacimento le sue pigre marionette.
La ragazza respirò piano quel momento, mentre stava sprofondando in quell'infinito abbraccio.
Non le importava nulla di quello che avrebbero pensato i suoi compagni di viaggio se l'avessero vista piangere abbracciata al profilo di un vecchio solitario attaccabrighe.
D'altronde, nessuno avrebbe mai immaginato che dopo tutti quegli anni noi due ci saremmo rivisti, nonostante non tenissimo più, l'uno dell'ltra, foto, numeri e contatti.
Presi coraggio dalle sue parole, la strinsi più forte, non ero mai stato, come in quel momento, così vicino ad un altro ricordo; sentivo che avrei potuto andare oltre il puro esercizio di fantasia, superare la mia stessa immaginazione, oltrepassare persino il fruscio delle pagine di un libro, se solo lo avessi voluto.
Mi sentivo vivo perchè ero ritornato nella terra dell'amore.
- E tu dove sei stato in tutto questo tempo? - rispose lei, liberando un sorriso che s'attardò sulla bocca graffiandomi il petto.
- Dove sono stato in tutto questo tempo? Bella domanda, fatta così a bruciapelo - pensai, evitando di lasciare intravedere all'esterno la mia rinnovata confusione.
Senza dimora, per anni avevo trascinato la mia anima in luoghi sconosciuti, prigioniero di un tempo che non poteva sopravvivere in eterno.
Avevo cercato pace nei giorni senza guerre e in quelli senza barricate e senza tempeste, credendo che la pace fosse tale per l'assenza di sangue e di ferite, per la calma piatta che la rende luminosa e trasparente.
Ero stato dappertutto, ai confini del mondo, là nelle terre deserte dove gli uomini, molto spesso, si ritrovano o si perdono dietro un sogno.
Ero stato dappertutto, barattando la mia vita per un attimo di quiete.
E mai che mi fosse venuto in mente che ci sono luoghi sacri dentro la nostra mente, luoghi che si possono violare solo si è innamorati.
Ero stato dappertutto e non avevo mai abitato il mio cuore.
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