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... in quell'altrove ideale
" Quanti anni hai ?" mi sta chiedendo la ragazza.
Il suo sguardo ad energia fluttuante mi sta scrutando di sfuggita e le sue mani, danzatrici e sinuose nell'aria compressa di questo pub stracolmo di jeans e di ghiaccio, sembrano mimare questa infinita domanda.
Sopra il suo corpo minuto se ne sta, inquieta, un'aria di conquista ed un sax sedotto, avanzando, ne fa presto le spese e l'accompagna fino all'ultimo fiato, prima di crollare esausto sull'applauso fragoroso di un pubblico indemoniato.
Canta, e sembra che il suo canto sia una faccenda privata fra la sua anima e la mia mente.
D'altronde, il suo è un blues che macina forte il silenzio, che spezza il muto assedio che circonda oramai gli attimi-coraggio.
La ragazza è venuta a liberarmi. Con tanto di biglietto di andata e ritorno messo in bella vista dentro gli occhi.
" Quanti anni ho, mi stai chiedendo? Tanti se consideri che sono sopravvissuto mille volte, sopravvissuto quando tutti attorno festeggiavano già la mia morte, sopravvissuto persino alla quiete che corrompe le scelte, le forme della vita che chiami resistenze.
O, forse, ho gli stessi anni di tua madre che ti sta guardando fiera per la musica che sei diventata in questa tremula primavera " così, quasi, le sussurro, di riflesso, accordandomi su un La maggiore di passaggio.
Sul suo fianco la chitarra, intanto, vibra più forte simulando un orgasmo, mentre la ragazza guarda le sue dita che si stanno rincorrendo lungo le scale tracciate sul bianco manico di legno.
Sembra felice, finalmente sorridente. Continua a fissare la mia faccia come chi scruta la foto sbiadita di un passaporto alla ricerca della traccia di un bandito o di un parente nella memoria nascosto.
"..... Unconditional.... " quasi sembra scivolare lenta la canzone dalla sua voce.
Bevo lentamente un'altra birra; alzo il bicchiere in suo onore, le faccio un segno, sto in qualche modo brindando alle sue prossime fortune.
"Io ho gli anni che tu canti, gli anni del blues dimenticato in quell'altrove ideale, tutti gli anni che corrono lungo i sentieri dell'amore.
Ho gli anni che servono per sapere ascoltare e quelli che bastano per non ricominciare a sognare.
Ho gli anni che si svuotano delle parole, gli anni fatti a pezzi per rottamarne giorni, mesi, o solo pochi istanti.
Ho gli anni che potresti contare se solo tu potessi vedere dentro il mio cuore.
Delle ferite, bambina mia, sono rimaste solo queste piccole cicatrici ".
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