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LA NOTTE

Post n°18 pubblicato il 30 Aprile 2010 da olimpia_80
 

sun 

M. guidava senza pensare. Alcune gocce di pioggia schizzavano il suo parabrezza .Era in fila dietro tre macchine ,o forse di più ,ma almeno non era l’ultimo della fila. Infatti c’erano ancora molti invitati che correvano verso le loro vetture :nessuno di questi voleva essere l’ultimo ad accodarsi alla processione e per avversare questa eventualità dovevano affrettarsi… taluni con ancora i resti del primo banchetto in bocca (altri addirittura in tasca!).M. non aveva avuto alcuna intuizione del passare dei giorni,figurarsi delle ore ,e per tanto realizzava soltanto adesso di non aver dormito per sedici ore. Notte in bianco.

 

M. era fermo…da quanto tempo?Ma nessuno in coda suonava il clacson,quasi temessero di essere riconosciuti da gli sposi in capo alla fila;di essere identificati come quei gran maleducati ,quei parenti che si era invitati di comune accordo senza immaginare –mai e poi mai- quello strombazzare vandalico di clacson che li avrebbe messi tutti di malumore!

Poi un belato. Vari belati e la pioggia aveva smesso di venir giù. Grazie al sole che faceva ora capolino M. poteva vedere nello specchietto retro visore l’espressione (più delusa che accigliata) del cugino V.,quello con quei bei baffi folti e arrotolati che lo facevano sempre sembrare sorridente (infatti pareva felicemente accigliato!).Le capre finalmente avevano finito di attraversare e pure cani e pastori,ma erano rimasti rotondi residui di ovvia provenienza. I primi a schiacciare i residui furono gli sposi ,che già si erano affannati per capire come si chiudesse la capote…a scanso di odori…tutto inutile.

 

M.!M.!Gridava una voce amica ,M. abbandonava ora la sua corsia avvantaggiando il cugino V.

Il suo vantaggio sugli altri,quale che fosse ,ora era perso per sempre.

La vicina di casa di M. lo salutava con gaudio …e lui non l’aveva neppure invitata al matrimonio. Ma spetta agli sposi invitare ,non agli invitati ,no?Oppure anche lui poteva invitare a sua volta?Sì?No?Comunque era troppo tardi. Lei era lì, bella e nelle sue fattezze di Maggio.

Lei:-“Come sei elegante!Dove vai vestito così?”-ha in una mano una cassetta di fragole e con l’altra trattiene il guinzaglio del suo cane:un meticcio a pois (sì a pois ,perché?che c’è?)

Lui:-“Vado ad un matrimonio…Vieni con me?”

Lei:-“No,non posso…”

Del resto era una richiesta affettata la sua …e meno male che lei aveva detto di no. Per il resto del viaggio si era figurato la cassetta delle fragole nel bagagliaio che lasciava cadere le sue primizie una qua e una là e il cane che affilava i denti sui sedili beige. Se fosse successo davvero non si sarebbe più addormentato la notte …sicuramente non quella notte.

 

Dopo i festeggiamenti si era addormentato sul divano di pelle (nuovo di zecca e rivestito di cellophane) degli sposi ,sul quale di tanto intanto aveva cercato una posizione più vantaggiosa per la nuca ( facendo puntualmente un rumore come di palloncini che si accoppiano).

Si era svegliato soltanto perché un promulgato e prolungato richiamo della sposa lo aveva sorpreso con la bocca socchiusa e una tazza di tè verde in una mano.

 

Sposa:-“Ti senti bene?”

 

M.:-“…mmm…?

 

Sposa:-“Aspetta!Non ti alzare,i bambini ti hanno incrociato i lacci delle scarpe”

 

M.:-“Molto gentile da parte loro!Volevano farmi fare la fine delle loro bomboniere di porcellana?”

 

Sposa:-“No,quest’ anno abbiamo insegnato loro che le bomboniere non sono giocattoli (come invece potrebbe sembrare)e che perciò non le diamo in mano a loro,ma soltanto ai genitori. Se ne faranno una ragione”

 

M.:-“Ma ,al contrario ,così penseranno che tutte le cose che vengono sottoposte a loro perizia sono solo giocattoli!”

 

 

M. risale in auto. Percorre all’inverso il viaggio verso casa degli sposi. Guidare di notte produce sempre in lui una strana impressione.

 

Ho scritto questo racconto per un mio amico di blog. Olimpia_80

 
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