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Fra gli oscuri presagi di quel dì c’era anche un oroscopo avverso.Era assurdo attribuire al fato dieci anni di sventure ,ma che male poteva fare credere che anche gli astri di lassù fossero in grado di presagire la sua sfortuna?A predirla ci riuscivano gli astri,sì,ed anche l’edicolante con il suo esercizio all’angolo vicino casa.E ci riusciva persino il figlio piccolo della signora al piano di sotto,che infatti si copriva la bocca con le mani quando lo vedeva passare o quando lui stesso aveva combinato un guaio.
M. notava che una lunga macchia reniforme si stagliava in lungo e in largo invadendo il balcone di sua proprietà…era forse il più gentile dei modi con cui gli inquilini invadevano la sua privacy. Subaffittare il suo appartamento ad una ragazza conosciuta da poco era stata di certo la peggiore delle sue decisioni in quegli anni.La ragazza non sapeva cucinare,aveva paura di tutto perché non sapeva fare niente e parlava a sproposito.Era come essere sposato ,ma senza i lati positivi della circostanza.L’unica fortuna era stata che un giorno s’era sposata per davvero…lasciandolo finalmente libero di essere un sigle di questo mondo.
Oggi M.andava a ritirare la giacca fattagli su misura dal sarto.Il laboratorio del sarto era frammentato da vesti in pose grottesche.Appese a dei ganci c’erano mezzane di stoffa:gambe,braccia,busti.Un post-it verde affisso al muro segnalava un evento;un'altra aspettativa cartacea faceva capolino sul cassone italiano;un’ ultima era incollata proprio sul braccio del sarto che ora gli porgeva la mano da stringere in segno di benvenuto.
M.:-“…pronta?”
Sarto:-“Vediamo…”-issa la giacca ad altezza delle spalle di M.-“Ancora no,ma non c’è preoccuparsi…roba da dilettanti.Sarà pronta per domani.”
Fuori incomincia a piovere .
M.:-“Incredibile!Un momento fa c’era il sole , adesso invece…Non ho portato con me la giacca, come farò a tornare a casa con questo diluvio?”
Sarto:-“Non preoccuparti,prendi la mia”-porge a M. una bella giacca di pelle ed un ombrello.
M.:-“E tu come farai a tornare a casa senza la tua giacca?”-mentre lo dice si rende conto di essere circondato da trenta cappotti di renna ,tre pellicce e un centinaio di gabardine .Che figuraccia…Arrossisce.
M. è sulla via di ritorno,indossa la giacca del sarto che non a caso sa di una fragranza alla lavanda. Pensa: “Che figuraccia ho fatto!Speriamo se ne dimentichi presto.Però…che strano…Con tutte le giacche che c’erano come mai mi ha dato proprio la sua?”
Il sole sbuca da dietro le nuvole.
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