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Pensieri e parole libere

Post n°110 pubblicato il 16 Marzo 2008 da Nuta
 

Una quindicina di anni fa, tentando un’analisi "in diretta" di ciò che stava accadendo e della situazione che si sarebbe venuta a creare di lì a poco, effettuai una previsione che si basava sul presupposto che le aziende, sempre più in grado di ottenere ciò di cui avevano bisogno tramite le nuove tecnologie, avrebbero ridotto considerevolmente il personale e i costi del lavoro.

La previsione era catastrofica: ero convinto che avremmo avuto una disoccupazione insostenibile, andando incontro ad una rivoluzione senza precedenti.

Le vecchie teorie marxiste avrebbero dovute essere riviste in maniera radicale: chi fosse rimasto con un lavoro, si sarebbe trovato nella condizione di essere molto più vicino ai suoi datori di lavoro piuttosto che ai "compagni" disoccupati.

Altro che "lavoratori, unitevi!": il mondo si sarebbe diviso in due, disoccupati da una parte e lavoratori (privilegiati) dall’altra.

La cosiddetta classe padronale avrebbe quindi ridotto gli organici e i costi, dando valore ai pochi rimasti, che sarebbero dunque saliti, se non al grado di "staff", comunque ad un grado di più stretta collaborazione.

Ogni visione sociale e politica avrebbe avuto risvolti ben diversi.

Oggi, dopo tutto questo tempo, credo che la mia previsione fosse giusta, ma solo in parte.

Non avevo infatti messo in conto che tutto il sistema avrebbe avuto pesanti ripercussioni da questo nuovo scenario: con tutte queste persone senza un lavoro, senza una prospettiva, senza un futuro, si sono ridotti i consumi, gli investimenti, la fiducia nelle istituzioni.

Le aziende sono sempre più in difficoltà, nonostante il dimagrimento dei costi, perché la platea dei loro consumatori è diventata uno sparuto gruppuscolo di ricconi o, nei casi di merci e servizi di prima necessità, di persone sempre più attente a spendere il meno possibile.

Mi fa sorridere pensare che, oggi, ci sia ancora gente che parla di politica e di classi sociali, di fascisti, di comunisti, di lotta di classe, senza aver colto minimamente il cambiamento epocale che è avvenuto e che sta ancora avvenendo, senza che si sappia minimamente dove questa crisi planetaria ci porterà.

La situazione è drammatica, in Italia poi è ancora più grave che altrove.

Rifare una previsione oggi mi deprime, perché davanti a noi vedo solo catastrofi.

Come gli struzzi, metto la testa sotto la sabbia: si vedrà.

Concludo con la certezza di aver fatto un'analisi parziale, probabilmente piena di errori, sicuramente non approfondita a dovere; del resto l'argomento è di quelli complessi.

Non nascondo che mi piacerebbe ricevere dei contributi di pensiero!

 
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