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Il giocattolo si è rotto

Post n°250 pubblicato il 13 Febbraio 2010 da Nuta
 

Nel momento della rabbia, della delusione, dello sconforto, solitamente vengono in mente i torti che subiamo: dall'assurda decisione di vietare la trasferta di Genova ai tifosi viola, ai calendari che vengono sempre pensati per agevolare le solite squadre e mai la nostra, alla televisione che si definisce pubblica e poi per privati interessi priva sempre ai soliti di venir trasmessi.

Oppure viene in mente la sfortuna: Mutu che viene a mancare proprio nel momento più importante per colpa di una scatola di caramelle (almeno fossero state al miele, si poteva incolpare l'ape di Cannavaro). Gamberini che alla vigilia dell'ottavo di Champions si infortuna seriamente, così come Santana, costringendoci a fare due cambi nei primi 14 minuti della partita (ma si può giocare in un campo così? Prandelli aveva detto che valeva anche per la Sampdoria, ma quello è il loro campo a cui saranno abituati, e poi chi gioca di pura tecnica, e noi siamo pieni di giocatori così, come fa?).

Ma stavolta, senza scendere nel territorio tanto caro alle CIV più o meno estreme, la questione è un'altra e non può essere che così: la Fiorentina è alla fine di un ciclo, un bellissimo ciclo fatto di grandi soddisfazioni, anche se di "zeru tituli", con un gioco bello, una grande organizzazione, una continuità di risultati, un piazzamento fisso nelle prime quattro del campionato, un inizio importante in campo internazionale, con la semifinale di coppa Uefa (persa ai rigori, potevamo andare alla finalissima), due partecipazioni alla Champions e un passaggio spettacolare al turno successivo, dove ancora siamo in corsa.

Adesso tutti noi sappiamo che dal prossimo campionato Cesare Prandelli non sarà più l'allenatore della Fiorentina, e con lui chiuderemo definitivamente questo ciclo bellissimo.

Non sappiamo chi sarà il suo successore, nè se riusciremo a tenere tutti i campioni che ci sono attualmente (ma dubito), più che altro la Fiorentina ripartirà dai giovani, in attesa, se sarà stata brava a vederci lungo, di ricreare, CON MOLTA CALMA, un nuovo ciclo.

E nel frattempo? Nel frattempo dobbiamo accontentarci di tornare nei ranghi, di accettare una ridimensionata notevole, di sperare che il lavoro sulle nuove leve, di cui Jovetic è sicuramente il perno centrale, possa fruttare nel medio periodo.

Tutto questo perché, oggi, la Fiorentina non ha e non può avere le stesse armi delle squadre più ricche, e anzi non può avere nemmeno la metà, nemmeno la terza parte di quelle armi.

La famiglia Della Valle non vuole buttare soldi "stile Moratti", ma vuole tenere i bilanci in ordine e soprattutto avere sempre la possibilità, in un'ipotesi di vendita più o meno astratta, di riprendere esattamente ciò che hanno investito.

Può essere giusto, non dico di no, ma ciò limita il decantato "Progetto", lo rende di fatto vuoto di ogni interesse e, soprattutto, lo rende un banalissimo progettino.

E allora perché? Perché tutta queste parolone spese in passato, alcune di questo tenore "noi Della Valle siamo abituati a vincere, non ad arrivare quarti"?

Perché, se non c'è sbocco? La verità sta nella parola magica, la "cittadella".

Quella doveva essere la soluzione di tutto, perché consentiva la rivoluzione di poter avere un asset che creasse introiti ben più importanti, attraverso lo stadio di proprietà, le iniziative, l'indotto, nonché tutte le attività collegate allo stadio.

E siccome l'idea andava a favorire lo sviluppo di Firenze (si pensi, per esempio, alla creazione di posti di lavoro, alla nascita di un polo sportivo con tanto di parco a tema, ristoranti e compagnia bella), la "sinergia" fra Firenze (intesa come Istituzione) e Fiorentina (intesa come società di Della Valle) sarebbe stata conveniente per tutti.

Poi tutti sanno com'è andata: la magistratura non ha ancora tolto i piombini al'area di Castello, essendo la zona ancora sotto sequestro per le note vicende.

In più la burocrazia e le lotte intestine ai vari centri di potere locali hanno fatto e stanno tuttora facendo il resto.

Anche volendo essere estremamente ottimisti, sostenendo cioè che prima o poi la cittadella verrà costruita (anche se più poi che prima), come gestire questa fase di passaggio?

I tifosi, ma anche gli addetti ai lavori, non possono certo aspettare... e poi aspettare quanto? E poi aspettare cosa, con quali certezze?

C'era un accordo fra società viola e media locali: attendiamo la fine di questa stagione, prima di buttare in pasto alla gente i tristi concetti di cui sopra.

Aspettiamo , prima di dire o far capire che Prandelli sarebbe andato via, e con lui una grossa fetta dei nostri sogni.

Qualcosa, in questo accordo, non ha funzionato, la gente sta incominciando a chiedersi cosa stia succedendo, Prandelli sta perdendo il controllo della situazione, i giocatori forse sono condizionati dal clima che li circonda.

Così stiamo buttando via anche questa stagione che poteva, potrebbe ancora, essere memorabile.

Forse l'ultima

 
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