QUER FATTACCIO

blog di politica, notizie curiose, amenità varie in ordine più o meno sparso, così come mi vengono nello Zibaldone della mia mente...

Creato da Quer_fattaccio il 03/02/2010

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« LODO MONDADORI, FININVES...LA MANOVRA PER I PROSSIM... »

ACCORDI, RETROMARCE, PROCESSI: LE TAPPE DEL LODO MONDADORI

Post n°209 pubblicato il 10 Luglio 2011 da Quer_fattaccio

Accordi, retromarce, processi
le tappe del Lodo MondadoriDall'accordo del 1988 fra Cir e Formenton alla mediazione di Ciarrapico. La battaglia nelle aule giudiziarie fino alla storica sentenza che chiude la "guerra di Segrate"

ROMA - Lo scontro giudiziario fra la Cir di Carlo De Benedetti e la Fininvest di Silvio Berlusconi ha origine nel lontano 1988 quando l'Ingegnere, il Cavaliere, Mondadori e Formenton erano soci nella società che controllava la Arnoldo Mondadori editore. Quell'anno, infatti, venne siglato un accordo Formenton-Cir che portava l'Ingegnere ad avere la maggioranza nella Amef, società controllante il grande gruppo editoriale. Accordo che però, dopo le pressioni della Fininvest i Formenton vollero disdire. Perso un primo giudizio arbitrale la famiglia Formenton  chiese alla corte d'Appello di Roma, sezione civile, l'annullamento del cosiddetto Lodo Mondadori. Annullamento concesso dal giudice Vittorio Metta nel 1991. La Cir, sconfitta in tribunale, si trovò dunque costretta ad accettare una compromesso: con la mediazione di Giuseppe Ciarrapico, la casa editrice fu spartita. De Benedetti conservò Espresso, Repubblica e Finegil mentre alla Mondadori, ovvero a Berlusconi, i libri e i settimanali (fra cui Panorama). Cir, debole nella trattativa dopo la sentenza del giudice Metta, si trovò a pagare un conguaglio di 365 miliardi di lire.
Sembrava tutto finito quando, il 29 aprile 2003, il tribunale di Milano dopo una lunga e complessa vicenda giudiziaria nata dalle dichiarazioni nel 1995 di Stefania Ariosto, condannò il giudice Vittorio Metta (colui che diede al Cavaliere la vittoria in quella che è passata alla storia come "la battaglia di Segrate) a 13 anni con l'accusa di aver ricevuto soldi da uomini Fininvest per aggiustare la vicenda. Sentenza ribadita in Cassazione nel 2007. Il tribunale riconobbe infine alla parte civile Cir il diritto ai danni morali e patrimoniali, da quantificare in separata sede civile: "Tanto il danno emergente quanto il lucro cessante, sotto una molteplicità di profili relativi non solo ai costi effettivi di cessione della Mondadori, ma anche ai riflessi della vicenda sul mercato dei titoli azionari".

Dalla sentenza penale prende le mosse la causa civile promossa da Cir contro Fininvest. Il 3 ottobre 2009 ilTribunale di Milano 1 (giudice Raimondo Mesiano pesantemente "molestato" dalle telecamere di Canale 5 2) emette la sentenza di primo grado: Cir ha diritto al risarcimento da parte di Fininvest del danno patrimoniale da "perdita di chance" che viene quantificato in 749.955.611,93 euro oltre al risarcimento di danni non patrimoniali. Il Tribunale, in pratica, accoglie per l'80% la richiesta di risarcimento presentata da Cir. Fininvest annuncia lo stesso giorno la presentazione di un ricorso in Corte d'Appello.

Il 1 dicembre, davanti alla Corte, le parti raggiungono un accordo che prevede la sospensione dell'esecutività della sentenza di primo grado in cambio del rilascio da Fininvest a Cir di una fidejussione a prima richiesta da 806 milioni di euro comprensiva di interessi e accessori. La Corte, inoltre, si impegna con le parti a concludere l'appello in tempi rapidi. Il 23 febbraio 2010 inizia il processo d'Appello. Fininvest chiede di riformare la sentenza di primo grado poiché, a suo giudizio, la Cir non subì alcun danno nella vicenda Mondadori. Diversa la posizione dei legali di Cir, che ribadiscono la richiesta di risarcimento: a loro dire, la corruzione del giudice Metta ha alterato i rapporti di forza tra le due società, indebolendo la posizione negoziale di Cir nelle trattative per la spartizione della Mondadori.

Nella prima udienza d'appello, i legali di Fininvest (che in secondo grado rafforzano il pool dei legali composto dagli avvocati Vaccarella, De Nova, Lombardi) chiedono alla Corte di effettuare una perizia per determinare la congruità con i prezzi di mercato del valore delle azioni nella spartizione della Mondadori dell'aprile 1991. Il 4 marzo 2011 la Corte, presieduta dal giudice De Ruggero, concede una perizia (consulenza tecnica d'ufficio) ma su un quesito diverso rispetto a quello chiesto da Fininvest. Ai tre consulenti tecnici Guatri, Martellini, Pellicelli, la Corte chiede di verificare "se e quali variazioni dei valori delle società e delle aziende oggetto di scambio tra le parti siano intervenute fra giugno del 1990 e aprile del 1991". I tre consulenti rispondono al quesito sottolineando che tra il giugno del 1990 e l'aprile del 1991 il valore delle aziende si era ridotto di circa il 18%.

Il processo va avanti fino all'ultima udienza del 4 marzo. Cir chiede che le venga riconosciuto il 100% del danno (e non l'80%) o, in alternativa, la conferma della sentenza di primo grado. Fininvest chiede di riformare la sentenza di primo grado poiché ritiene che Cir non abbia subito danno. Intanto, fuori dalle aule giudiziarie, in più occasioni, ultima il G8 in Francia, il premier denuncia: "Mi vogliono attaccare anche nel patrimonio". Salvo poi dirsi tranquillo e ammettere in via informale, che lui ha i soldi per pagare "l'eventuale multa". O forse una legge a portata di mano, magari nascosta nella manovra finanziaria. 3 Il tentativo viene fatto, ma dura solo 24 ore: nella correzione dei conti pubblici varata dal governo viene inserita una norma che di fatto avrebbe salvato la Fininvest da un'eventuale sentenza di condanna. Tra polemiche politiche 4, accuse e smentite sulla paternità del codicillo, è lo stesso Berlusconi ad annunciare il ritiro del comma 5 dal testo.

E si arriva alla sentenza di secondo grado 6 che conferma la condanna riducendo a 560 milioni di euro il risarcimento che Fininvest deve alla Cir.

 
 
 
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