QUER FATTACCIO

blog di politica, notizie curiose, amenità varie in ordine più o meno sparso, così come mi vengono nello Zibaldone della mia mente...

Creato da Quer_fattaccio il 03/02/2010

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LA MANOVRA PER I PROSSIMI 3 ANNI: 87.700.000.000

Post n°210 pubblicato il 15 Luglio 2011 da Quer_fattaccio

ECONOMIA
15/07/2011 - CONTI PUBBLICI - VIA LIBERA AL SENATO
La manovra per i prossimi tre anni:
87.700.000.000

 

Tagliate le detrazioni su asili
nido, spese sanitarie, mutui casa, assicurazioni e ristrutturazioni
PAOLO BARONI

Col rush finale Senato-Camera (ieri il primo sì, oggi pomeriggio il voto di fiducia finale a Montecitorio) la manovra cresce ancora sino a toccare un valore cumulato di 87,7 miliardi. «A regime» la legge taglia-deficit in effetti «vale» meno, circa 47 miliardi di euro, ovvero la cifra che serve per portare in pareggio i nostri conti entro il 2014. Rispetto alla correzione iniziale (2 miliardi quest’anno, 6 il prossimo, 17,8 nel 2013 e 25,3 l’anno successivo), con il passaggio in Senato ieri si sono aggiunti interventi per altri 2 miliardi quest’anno, 5,5 per il 2012, 6,5 per il 2013 e 22,6 miliardi per il 2014, importi che fanno lievitare il totale grezzo della manovra sin quasi a quota 90 miliardi. Molti tagli e, potenzialmente, anche nuove tasse. Ogni famiglia, stima la Cgil, perderà tra i 1200 ed i 1800 euro l’anno per effetto della tagliola su bonus e detrazioni che in assenza della riforma fiscale scatterà nel 2013. 

L’effetto «salvaguardia» 
Dal punto di vista contabile di tratta di un risultato certamente molto significativo, è il cosiddetto «segnale» che l’Italia doveva mandare ai mercati internazionale ed ai nostri partner europei. Dal punto di vista sociale la manovra rappresenta invece un vero e proprio sacrificio. Perché oltre alle misure sulle pensioni, sui ticket sanitari, e alla tassazione dei depositi, la quadra si ottiene inserendo nel decreto che verrà approvato stasera dalla Camera quella «clausola di salvaguardia» che Tremonti in un primo momento aveva previsto per la legge delega di riforma fiscale-assistenziale. Per rafforzare la manovra il governo ha infatti deciso di far entrare subito nel decreto il taglio di tutte le agevolazioni fiscali con l'obiettivo di recuperare un gettito a regime pari a 20 miliardi (di cui 4 già nel 2013). Per la Cgil la stima è nettamente superiore: 8 miliardi nel 2013 col primo taglio del 5% e addirittura 32,2 l’anno seguente. Il problema è che a differenza di quanto aveva spiegato mercoledì il relatore di maggioranza Gilberto Pichetto Fratin i tagli non saranno più selettivi, in maniera tale da poter distinguere una voce dall’altra, ma lineari. 

Ovvero uguali su tutte le voci. Per cui, se entro il 30 settembre del 2013 il Parlamento non avrà licenziato la delega, scatterà una vera e propria stretta che colpirà 483 tra bonus ed agevolazioni. Un «tesoro» che vale oltre 160 miliardi di euro e che va dalle detrazioni a favore delle famiglie, comprese quelle con famigliari a carico, agli asili nido, dagli sgravi per gli studenti universitari a quelli dei lavoratori dipendenti. Verranno ridotte le deduzioni Irpef sulla previdenza complementare, sugli assegni destinati al coniuge, e sui contributi ai domestici, come le spese mediche per i portatori di handicap. Quindi verranno sforbiciate le detrazioni Irpef sulle spese sanitarie, anche quelle destinate ai portatori di handicap, sui mutui casa, sulle assicurazioni vita ed infortuni, sui corsi di istruzione e le spese funebri, sulle attività sportive e gli studenti fuori sede. Tra le altre detrazioni e deduzioni che subiranno il taglio lineare anche quelle per il risparmio energetico, le ristrutturazioni edilizie, il terzo settore e le Onlus. Il salasso colpirà anche le imprese, piccole o grandi che siano, perché la scure calerà anche sulle agevolazioni Iva, sulle agevolazioni legate alle accise, sugli sconti legati ai redditi di impresa e gli enti non commerciali. 

Più tasse per tutti 
Aumenteranno insomma le tasse per tutti. Come aveva preannunciato l’altro giorno il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, che come misura alternativa indicava la possibilità di aumentare i tagli alle spese. A regime, nel 2014, l'abbattimento dei bonus vale 20 miliardi, quindi, fanno presente fonti tecniche del Senato, circa 1,2% del pil. Di conseguenza la pressione fiscale raggiungerà la non invidiabile quota 43,7%. Nel passaggio passaggio notturno tra la Commissione bilancio e l’aula del Senato sono spuntate nella notte altri ritocchi ed altre novità. 

Le ultime novità 
Innanzitutto è sparito il tetto dell’1% per la deducibilità degli ammortamenti dei beni devolvibili per tutti i concessionari, durante contestato da Confindustria, l’associazione degli industriali. Al suo posto viene aumentata dello 0,3% l’aliquota Irap per i concessionari non autostradali, che sale quindi dal 3,9% al 4,2%. I comuni, invece, hanno ottenuto a loro volta un ammorbidimento del patto di stabilità interno e quindi molti comuni ora potranno spendere quegli avanzi di bilancio che finora non potevano usare per gli investimenti. 

Liberalizzazioni
Rinvio ai confronti con le categorie 
Su privatizzazioni e liberalizzazioni (temi che dovevano essere il piatto forte del governo più liberale della Repubblica) si è deciso di rinviare tutto. Nello specifico, entro il 2013 arriverà il via libera a uno o più piani di privatizzazioni per la dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato e di enti pubblici non territoriali. Quanto alla liberalizzazione delle professioni, alle quali in una prima stesura della manovra era stato dedicato un ampio articolato, il governo ha deciso di fare marcia indietro dopo la levata di scudi degli avvocati e dei notai. Per ora tutta la materia è demandata al confronto con le categorie, ma - in ogni caso - gli ordini professionali non verranno aboliti. Dopo 8 mesi tutto ciò che non sarà regolamentato sarà libero.

Comuni
Arriva il nuovo patto di stabilità 
Per gli enti locali sono confermati i tagli di 3,2 miliardi per il 2013 e 6,4 dal 2014. E’ stato tuttavia introdotto un nuovo patto di stabilità interno che serve a premiare i comuni (o le provincie) che siano stati particolarmente attenti alle gestione delle risorse. I tagli, dunque, saranno più severi per i comuni spendaccioni e premieranno invece quelli oculati. Si è stabilito, però, che i parametri per la valutazione dei bilanci comunali si applichino solo dall’inizio del mandato di un sindaco (o di un presidente di provincia) in maniera che una amministrazione non venga penalizzata per i comportamenti poco virtuosi di quella precedente. In questo modo, però, un sindaco, nell’ultimo anno di amministrazione, può fare quello che vuole, perché intanto non pagherà né lui (in scadenza) né il suo successore.

Costi della politica
Nessun ritocco per chi è in carica 
Grandiosa furbata sui costi della politica. Mentre, per esempio, i ticket sui farmaci entreranno in vigore da lunedì prossimo, i tagli alla politica saranno irrisori e, per giunta, entreranno in vigore dalla prossima legislatura, per cui i politici oggi in carica non se ne accorgeranno nemmeno. Una commissione dovrà valutare la congruità delle retribuzioni dei nostri parlamentari, consiglieri regionali, provinciali e comunali, con quelli delle analoghe cariche negli altri paesi europei. A quel punto ci si adeguerà alla media (sempre dalla prossima legislatura). E’ previsto anche un taglio del 10% dei rimborsi elettorali (ancora e sempre per il futuro). E nel presente? Solo una stretta (ma di quanto?) sull'uso delle auto blu e dei voli di Stato, consentiti soltanto alle più alte cariche o per motivi di sicurezza.

Partite Iva
Agevolazioni per chi estingue 
Nella manovra sono previste anche agevolazioni per le partite Iva inutilizzate, che altrimenti rischierebbero pesanti sanzioni. I titolari di una partita Iva che non svolgano alcuna attività o abbiano omesso di presentare la relativa dichiarazione da almeno tre anni possono chiudere la propria posizione pagando una sanzione minima. La posizione dovrà essere regolarizzata entro 90 giorni a partire dal 6 luglio, a condizione che la violazione non sia stata già contestata. Nell’ottica della semplificazione l’Agenzia delle entrate provvederà a chiudere la pratica senza che venga presentata dal contribuente la dichiarazione di cessazione attività. Chi non si avvale di questa misura rischia sanzioni fino a 2.065 euro e la chiusura forzata della partita Iva.

Sanità
Torna il ticket su visite e analisi 
Torna, da subito, il ticket sulla sanità da 10 euro su visite specialistiche e analisi. E viene introdotto un ticket da 25 euro sui «codici bianchi»,ovvero gli interventi non urgenti, presso tutte le strutture di pronto soccorso. La copertura finanziaria che doveva garantire la sospensione del ticket fino al 31 dicembre 2011 viene ridotta da 486,5 milioni di euro a 105 milioni. In questo modo, stima la Cgil, un’ecografia al seno arriverà a costare oltre 45 euro. Il costo di un’ecografia addominale inferiore, invece, si aggirerà oltre i 40 euro. La Fp-Cgil ha poi calcolato che, con il ticket da 10 euro, il costo di un elettrocardiogramma passerà da 11,65 a 21,65 euro, un fundus oculi da 7,75 a 17,75 euro, un esame rx al torace da 15,50 a 25,50 euro, un esame allergologico strumentale da 6,04 a 16,04 euro e l’emocultura da 26,45 a 36,45 euro. «L’introduzione da subito dei ticket sanitari riguarda quelli previsti dal 2007 per cui ci sono categorie esenti. Non sono spalmati su tutta la popolazione sono esenti» ha precisato ieri il ministro della Salute, Ferruccio Fazio.

Bollo depositi
Resta l’aumento ma è graduale 
Confermata la rimodulazione dell’imposta di bollo sui depositi titoli. Rispetto all’idea di innalzare questa tassa da subito a quota 120 euro il Senato ha votato una nuova graduazione del prelievo: il bollo, con periodicità annuale, sarà di 34,20 euro per gli importi inferiori ai 50mila euro, di 70 euro per quelli pari o superiori ai 50mila euro e inferiori ai 150mila euro; di 240 euro per importi pari o superiori ai 150mila euro e inferiori ai 500mila euro; di 680 euro per importi pari o superiori a 500mila euro. Dal 2013 l’imposta con periodicità annuale sarà di 230 euro per gli importi pari o superiori ai 50mila euro e inferiori a 150 mila; di 780 euro per importi pari o superiori a 150mila euro e inferiori a 500mila euro e di 1.100 euro per importi pari o superiori a 500mila euro. Per i manager, invece, aumenta l’imponibile delle stock option e bonus, su cui viene applicata un’aliquota addizionale del 10%. L’aliquota, finora applicata per la quota che supera il triplo della parte fissa della retribuzione, sarà ora applicata per l’intero importo che eccede la parte fissa della retribuzione. 

Pensioni
Stretta “morbida” sulle rivalutazioni 
Nonostante abbia suscitato molte perplessità, resta la stretta sulla rivalutazione delle pensioni per il biennio 2012-2013, anche se viene ammorbidita. A quelle superiori a 5 volte il trattamento minimo, ossia a 2.341 euro lordi al mese, non sia applica la rivalutazione. Per la quota tra tre volte e cinque volte il minimo (quindi tra 1.428 e 2.341 euro lordi) la rivalutazione scatta al 70% (contro il 45% previsto in un primo momento). Gli importi sotto i 1.428 euro non subiscono invece penalizzazioni. Nel pacchetto anche l'anticipo al 2013 dell'adeguamento triennale dell'età di pensionamento all'aspettativa di vita media calcolata dall'Istat. Dal 2013 ci vorranno 3 mesi in più per ottenere il pensionamento di vecchiaia, dal 2016 al 2030 ne serviranno quattro, dal 2030 al 2050 si scende di nuovo a 3 mesi. Per coloro coloro che maturano 40 anni di contributi (indipendentemente dall'età) si parte invece già l’anno prossimo quando la decorrenza del pensionamento verrà posticipata di un mese. Il posticipo è di due mesi per coloro che maturano il requisito nel 2013 e di 3 mesi se i 40 anni di contributi si raggiungono a decorrere dal primo gennaio 2014. Tutto resta invariato per chi matura il requisito entro il 2011. Confermata la partenza nel 2020 dell'aumento dell'età per la pensione di vecchiaia delle donne nel settore privato. Il meccanismo è graduale e si arriva a 65 anni nel 2032.

Giovani under 35
C’è più tempo per avere i bonus 
Vengono aumentati i limiti temporali per le agevolazioni fiscali previste a favore di giovani, disoccupati e titolari di partita Iva che abbiano avviato un’attività di impresa dopo il 2007. L’emendamento all’articolo 27 del decreto taglia-deficit, in materia di «regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità» presentato dal ministro Meloni e inserito nella manovra economica, allungherà fino al trentacinquesimo anno di età la possibilità di poter usufruire dell’imposta forfettaria per le nuove imprese, calcolata al 5% per i cinque anni successivi all’avvio dell’attività. Chi ha meno di 35 anni potrà quindi usufruire del regime fiscale agevolato fino al limite d’età introdotto dalla modifica. Per chi ha invece superato tale limite, il regime fiscale sostitutivo dell’imposta sul reddito si applicherà comunque per il periodo d’imposta in cui l’attività è stata avviata e rimarrà in vigore per i quattro anni successivi. Per poter ottenere i benefici previsti dal decreto di legge l’attività non dovrà configurarsi come prosecuzione di una attività precedente, fatta eccezione per il periodo di praticantato previsto dagli ordini professionali. Il contribuente non dovrà inoltre aver esercitato, nei tre anni precedenti l’inizio della medesima, alcun tipo di attività.

 
 
 
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