QUER FATTACCIO

blog di politica, notizie curiose, amenità varie in ordine più o meno sparso, così come mi vengono nello Zibaldone della mia mente...

Creato da Quer_fattaccio il 03/02/2010

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« L'AMACA DELL' 11 APRILE 2010SARTRE COSI' E' TRAMON... »

L'OSSESSIONE PER LA PAROLA GIUSTA

Post n°42 pubblicato il 15 Aprile 2010 da Quer_fattaccio

L' ossessione per la PAROLA GIUSTA

Quando scaricherete dalla macchina i quattro volumi che compongono queste due opere, o li estrarrete dagli scaffali di una biblioteca pubblica per una consultazione, vi risulterà inevitabile pensare a tutte le volte che avete sentito dire che l' italiano, inteso come lingua italiana, «si impoverisce». Una dozzina di chili complessivi di carta stampata, quasi quattromila pagine, sessantacinquemila lemmi circa, ma anche due leggerissimi Cd-Rom danno della ricchezza o povertà della lingua italiana un' idea nettamente più articolata. Anzi, due idee distinte. Per Tullio De Mauro, che ha progettato e diretto l' impresa del Grande Dizionario Italiano dei Sinonimi e dei Contrari (con un' appendice di Olonimi e Meronimi; Utet, 2 volumi, 1640 pagg., s. i. p.; si può abbreviare in Gradisc) ogni parola si definisce non solo per il suo significato e per i rapporti di equivalenza o contrarietà che può stabilire con altre parole ma anche per l' uso che se ne fa, e che è misurabile con strumenti statistici. Come negli otto volumi del suo Grande Dizionario Italiano dell' Uso, che è alla base di questa nuova opera (era uscito dallo stesso editore nel 2007), ogni parola e anche ogni accezione di ogni parola è accompagnata da una «marca d' uso». La parola cretino, ad esempio, è di per sé parte del vocabolario fondamentale dell' italiano che comprende poco più di duemila vocaboli, frequentissimi e comprensibili a tutti sin dall' infanzia (da sole coprono il novanta per cento degli usi linguistici). Fra i suoi sinonimi sono altrettanto fondamentali ottuso, scemo e stupido; fesso, idiota, imbecille e sciocco sono invece quattro delle 2500 parole di alto uso, che normalmente si imparano a scuola e sono solo poco meno frequenti delle fondamentali. Come sostantivo, cretino ha il sinonimo asino, che in questa accezione è una delle 1900 parole di alta disponibilità (vocaboli non frequentissimi, ma comprensibili da tutti). Molto nutrita è la schiera delle 40.000 parole comuni, conosciute e impiegate da chi ha un' istruzione medio-alta, indipendentemente dalla sua professione e dai suoi interessi specifici: fra i sinonimi di cretino troviamo qui allocco, babbeo, baccalà, baggiano, balordo, beota, bietolone, broccolo, citrullo, coglione (volg.), deficiente, ebete, gnocco, gonzo, grullo, mentecatto, minchione (pop.), scimunito, scipito, stolido, stolto, tonto, tontolone. Un ultimo sinonimo di cretino è castrone, che è parte del lessico a basso uso, a sua volta composto da parole ormai rare, ma non del tutto scomparse. Non ci sono sinonimi di cretino per le altre marche d' uso: termini tecnici e specialistici, parole di uso letterario, parole di ambito regionale, parole dialettali, esotismi e termini obsoleti. L' ampiezza dell' opera e la scrupolosa stratificazione degli usi abrogano i limiti tradizionali del genere dei dizionari dei sinonimi e dei contrari, un genere di cui non è mai stata troppo chiara la ratio. A cosa servono? A evitare le ripetizioni, come insegnavano i precetti stilistici del passato, con zelo degno di miglior causa? Il Gradisc aiuta innanzitutto a trovare la parola giusta, quando quella che abbiamo in mente non ci soddisfa perché non dà la sfumatura giusta o perché non è in linea con il tono del nostro discorso- essendo vuoi troppo usata e frusta, vuoi troppo tecnica, vuoi troppo aulica ( aulico è parola comune; può essere sostituito dai fondamentali alto e nobile, dai vocaboli di alto uso illustre e solenne, dalla parola ad alta disponibilità raffinato, dai comuni altisonante, elevato, forbito, retorico, ricercato, sostenuto; come termine letterario, invece, aulico è sinonimo dei comuni cortigiano e curiale ). In due appendici, il Gradisc raccoglie relazioni non più orizzontali (tra parole equivalenti o contrarie) ma verticali: sono gli olonimi e i meronimi, rispettivamente nome di interi e di parti. La manica è uno dei meronimi di abito, che ne è quindi uno degli olonimi. Raffaele Simone firma invece un' opera che in italiano ha pochissimi precedenti: il Grande Dizionario Analogico della Lingua Italiana (Utet, 2 volumi, pagg. 2232, s. i. p.; abbreviato in DAU ). Un dizionario analogico ha molte meno voci di un dizionario normale: il DAU ne accoglie 3500. Questo perché ogni voce è una parola di alta frequenza, che è collegata con un gran numero di parole italiane. Per chi fa un dizionario analogico, il lessico è una metropoli che si può attraversare partendo da un numero relativamente limitato di piazze, ognuna delle quali mette in comunicazione un numero assai più ampio di vie. La voce cretino, per esempio, non c' è ma, tramite un indice che occupa da solo quasi l' intero secondo volume dell' opera, si trovano le voci in cui la parola compare, da acuto a sciocchezza . Ogni voce elenca tutte le parole che si trovano, per un verso o per l' altro, a essere relative alla parola-piazza o alla parola-hub (questa la metafora scelta dall' autore). Per esempio, edilizia. Il DAU ne fornisce una breve definizione, un sinonimo ( costruzione ), un elenco di termini «affini e associati» ( architettura, impantistica, etc.) e un nutrito paragrafo con i «nomi più specifici per funzione»: da architettura del paesaggio a edilizia urbana. Poi incominciano le risposte alle domande, secondo il metodo euristico scelto da Simone per compilare il suo dizionario. Di cosa si interessa l' edilizia? Di costruzione, edificio, grandi opere, infrastrutture... Con quali strumenti opera? Planimetria, prospetto, progetto, regolamento edilizio... Cosa produce? Edificio, opera muraria, stabile, complesso, centro residenziale ... Come si distinguono questi prodotti? Abbazia, abitazione, aeroporto, albergo, anfiteatro, appartamento, arena... fino a terme, torre, torrione, villa, villette. Quali sono le parti di tali prodotti? Fondamenta, basamento, interrato, piano, scala, tramezzo, pavimento... Quali sono gli atti relativi all' edilizia? Appalto, abbattimento, demolizione, ammodernamento, abusivismo, cementificazione... Qual è l' abbigliamento tipico? Casco, elmetto, tuta. Quali persone sono coinvolte? Costruttore, immobiliarista, palazzinaro, capocantiere, capomastro, asfaltista, carpentiere, carriolante, edile, fabbro.... Quali sono i luoghi tipici dell' edilizia? Cantiere, cava, giacimento ... Quale sono le azioni connesse all' edilizia? Finanziare, zonizzare, rapallizzare, alzare, consolidare, edificare... Incrociando lemmarioe indice, l' utente del DAU può così giungere a scoprire termini che non conosce o che ha dimenticato. I thesaurus e i dizionari nomenclatori del passato si sono fondati tipicamente su una rigida categorizzazione del mondo. Il Thesaurus di Roget (prima edizione, 1825) incominciava, per esempio, con la voce essere, in diretta corrispondenza con la Metafisica di Aristotele. Oggi, con i nuovi strumenti tecnologici, l' osservazione parte direttamente dalla lingua: De Mauro ha fondato il suo sistema di marche dell' uso sull' analisi delle ricorrenze dei termini nei testi e nei discorsi effettivamente compiuti in italiano; Simone ha scelto le sue parole-hub fra quelle che risultavano effettivamente al centro del maggior numero possibile di relazioni diverse. Nel primo caso il linguaggio è come un edificio di undici piani, tanti quante sono le marche d' uso; nel secondo caso, è una metropoli labirintica, in cui ogni parola è inserita in un sistema di relazioni organizzato secondo una logica flessibile. In entrambi i casi, si tratta di strumenti di consultazione assai raffinati, che si indirizzano generosamente a un pubblico che condivida con i loro curatori, i loro redattorie il loro editore l' idea che la lingua (e, di conseguenza, la linguistica) sia innanzitutto una passione sociale. © RIPRODUZIONE RISERVATA - STEFANO BARTEZZAGHI

 
 
 
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