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17 settembre 2015

Luca Pancalli, dirigente del Coni 

"Io non faccio servizio per carrozzine ". Una frase lapidaria, con tono per nulla cortese, anzi, l'espressione del tassista in sosta con la sua auto nel parcheggio di piazza Palazzo di Città era un po' scocciata. Quasi come se davanti a lui non ci fosse un cliente che aveva la necessità di spostarsi, ma una seccatura. Il cliente in questione, martedì pomeriggio, era Luca Pancalli, numero uno nazionale del Comitato Paralimpico, e già assessore comunale della Capitale, impegnato nella riunione di giunta del Coni in Comune.

Pancalli, che conosce bene Torino e che ha avuto un ruolo di primo piano nella realizzazione delle Paralimpiadi, è rimasto un po' interdetto. Insieme a lui c'erano la sua assistente e la presidente del comitato paralimpico piemontese Silvia Bruno. Ed entrambe hanno chiesto conto del rifiuto al tassista, tanto che è nata una vivace discussione davanti al monumento al Conte Verde: "Possiamo sceglierle di farle o non farle. Io non trasporto carrozzine", ha ribattuto l'autista dell'auto bianca che si è chiuso nella sua Seat Altea. Fine della discussione. Pancalli, rassegnato, ha commentato: "Lasciate perdere, non è la prima volta che succede". E si è diretto verso un'altra auto disponibile, scartata in un primo momento perché più scomoda rispetto alle necessità di una persona disabile: troppo bassa per salire agevolmente.

L' episodio è stato raccontato ieri dalla stessa presidente del Comitato Paraolimpico piemontese Bruno alla presentazione di Sbim, Sport e Benessere in Movimento, il 25 e 26 settembre a Torino. Una due giorni con al centro il tema sport e disabilità. Tutti i campi saranno accessibili anche ai portatori di handicap, al contrario del taxi parcheggiato in piazza Palazzo di Città martedì pomeriggio.

Dopo essersi chiuso in taxi l'autista non ha più voluto fornire indicazioni, nonostante le insistenze dell'assistente di Pancalli, molto irritata per il suo comportamento. "Il presidente è una persona con un buon carattere  -  racconta  -  e dopo anni e anni si è abituato a situazioni del genere", racconta l'assistente Caterina Nervi. La presidente del Comitato di Torino, Bruno, anche lei in carrozzella, è dispiaciuta per l'episodio: " Ci potevano essere mille ragioni  -  racconta  -  compresa quella che il tassista potesse pensare che il cliente usi i buoni taxi che non tutti accettano. Ma non lo ha nemmeno chiesto. Ha solo rifiutato la corsa, cosa che non può fare. E non ha nemmeno detto che chiamava la centrale per fare venire un'auto più comoda. Non ricordo di quale cooperativa fosse". L'articolo 35 del regolamento dei taxi, che vige a livello di città metropolitana, è molto chiaro: " Il servizio taxi è accessibile a tutti i soggetti portatori di handicap. La causa dell'handicap non può costituire motivo di rifiuto alla prestazione". E la carrozzina, si legge poco più sotto, deve essere trasportata gratuitamente. Gli spazi interpretativi sono pochi.

I rappresentanti dei tassisti sono stupiti dal comportamento del collega: " Andremo a fondo della questione  -  dice Federico Rolando, portavoce torinese degli autisti delle auto bianche  -  per noi la qualità del servizio è fondamentale. Tanto che Torino, nella classifica europea, è la quarta città come servizio taxi". Non solo. Rolando invita tutti i clienti che non si sentono soddisfatti o hanno dovuto affrontare spiacevoli inconvenienti " a prendere nota del numero del taxi e a rivolgersi alle cooperative o all'ufficio taxi del Comune in via Meucci 4 per denunciare i fatti".

Non sarà il caso di Pancalli. Come ha constatato in piazza Palazzo di Città, durante la vivace discussione con il tassista, è abituato a gesti del genere. I tassisti di Torino, circa 1.600 autisti, vogliono riparare alla figuraccia del collega: " Ci dispiace per l'inconveniente  -  aggiunge Rolando  -  non vorrei che fosse stato un problema di comunicazione, la prossima volta che Pancalli sarà a Torino avrà una corsa omaggio. Ci sembra il minimo".

Poco dopo arrivano le scuse dell'amministrazione: "E' un brutto episodio di insensibilità, comportamento inspiegabile per una città sempre accogliente" sostengono il sindaco Fassino e l'assessore Domenico Mangone.