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UNIVERSI PARALLELI

VERSO UNA NUOVA DIMENSIONE

 

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REINCARNAZIONI ...che ne pensate?

Post n°6 pubblicato il 10 Luglio 2012 da danzan0l3n0t3

tango in PIazza San MArco

Alessandro d’un tratto percepì le invisibili sbarre  che delimitavano il suo quotidiano vivere  ne senti la fredda morsa metallica premere  su quell’improvviso desiderio d’amore.

Un imprevedibile rimescolamento interno lo spingeva ad infrangere regole , convenzioni e  abitudini che avevano reso la sua esistenza uguale a migliaia di altre  esistenze, appiattite nell’indefinibile nebbia della quotidiana ripetitività dei giorni, che si susseguivano senza una scintilla di vita, senza una scintilla d’amore .

A dire il vero Alessandro forse   l’amore non lo aveva mai incontrato, o addirittura volontariamente evitato, ritenendolo una diabolica illusione della mente umana.

Lui degli affetti era sempre stato rapinato, ripetutamente derubato , dalle avversità di un destino scritto da una regia non condivisa.

Aveva invece  fatto della razionalità, una invisibile gabbia , resistente a qualsiasi tipo  di scosse provocate dagli squali delle emozioni, pronte ad incendiarti o a ridurti ad un mucchio di cenere.

Ma ora su quel treno si sentiva libero,  cullato dalle note del ritmico sferragliare delle ruote d’acciaio, che correvano su dei  lucenti binari in direzione di Venezia, dove avrebbe fatto un servizio fotografico per la rivista presso cui  lavorava .

Nella notte precedente il suo viaggio in uno di quei sogni quasi da incubo, che da diversi giorni lo tormentavano, si era trovato in una misteriosa foresta rincorrendo una gazza ladra che gli aveva sottratto un dei suoi preziosi filtri fotografici, per ritrovarsi davanti a due occhi minacciosi che lo scrutavano dalla cavità di un contorto tronco sulla cui corteccia era incisa la scritta San Marco.

.Al risveglio si disse –“ sarà un’impresa riuscire a fotografare Piazza San Marco senza  quelle centinaia di piedi che quotidianamente l’affollavano.” Si disse anche, che questa volta non avrebbe avuto paura, questa volta non avrebbe permesso all’amarezza del rimpianto di avvelenargli il resto dei suoi giorni, più che mai sentiva il desiderio di una svolta nella sua vita senza sorprese.

Intanto dentro la sua auto, tra le volute  di fumo della sua sigaretta, Francisca  ripensava alla sua vita,  a quella strenua lotta impostale dall’esistenza alla quale aveva dovuto sempre dare senza mai ricevere.

Fino a ritrovarsi nella solitudine più nera ogni volta che la sera, prima di riuscire a prendere sonno  distesa nel suo letto,  in quella stanza dove ormai la luce dell’amore non entrava da diverso tempo, cercava di rivivere, nel sogno che ogni notte la liberava dalla sua dolorosa realtà.

In una di quelle interminabili notti  fece un sogno strano.  Vide una donna   distesa  sul pavimento di una stanza che aveva  il soffitto ricoperto di ragnatele  luminose , mentre una parete iniziava lentamente a sbriciolarsi per mostrare una finestra , dalla quale lentamente iniziava ad entrare acqua di mare che andava a  lambire la pelle di quella donna prostrata per terra,mentre una musica ritmica ed incessante  che ben conosceva “Odissea Veneziana”,risuonava in quella stanza .

Così come guidata  da una inspiegabile e folle  ispirazione, partì dalla sua Ferrara per Venezia con il proposito di visitare la grande mostra di archeologia dedicata ai potenti sovrani del Nilo, simbolo della millenaria civiltà egizia,un evento unico dove avrebbe potuto ammirare  preziosi reperti provenienti dal Museo del Cairo .in mostra a Palazzo Grassi.

 

 

 

Era quasi l’alba a piazza San Marco,  quando nell’obiettivo della sua reflex Alessandro inquadrò in quell’istante senza tempo, privo della solita marea umana, qualcosa di magico , due occhi verdì che lo osservavano con il distacco della divinità , incorniciati da una fluente  capigliatura color rame.

Alessandro si avvicinò piano piano a quella donna assorta in chissà quali visioni,  per paura che quella bellissima creatura  svanisse alla sua vista . Quando lei si accorse della sua presenza i loro occhi si guardarono e si riconobbero  in quell’albeggiare color rosa tra le silouette nere  delle gondole stagliate di fronte a piazza San Marco , e mentre le loro braccia rispondevano ad un atavico richiamo stringendosi l’uno all’altra in un abbraccio sperato, sognato, desiderato, in  lunghe notti insonni ,in compagnia delle loro solitudini, le loro labbra si schiusero e si fusero nel bacio di due anime erranti che  finalmente si erano ritrovate. Fù come oltrepassare  una porta nel tempo e vedere per un istante,scorrere l’attimo in cui in altre precedenti esistenze erano stati separati.

Dall’alto della colonna di Piazza  San Marco  un raggio di luce parti dalla scritta incisa sul libro tenuto dalla zampa del leone, per proiettare sui lastroni della piazza  le seguenti parole:-“sia la pace nelle vostre anime”

Nei colori sfumati dell’alba che dissolvevano lentamente le  ombre della notte due figure luminose sembravano danzare in quel cerchio di luce disegnato  sulla pavimentazione della piazza.

Impossibile era distinguere chi fosse Alessandro o Francisca , poichè in quel momento stava per compiersi una trasfigurazione mistica.

L’aria fu immersa in un profumo di fiori  dolcissimo, inebriante, irresistibile,mentre una  musica arcana ,accompagnava il pulsare luminoso di quelle due creature fino al loro sfarfallio nel sorgere del sole di un nuovo giorno.

Pier.G.

 
 
 
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PROTETTO CON

 
        RIFLESSIONE
S caricano il loro veleno
T ra le strade del mondo
O mbre di uomini opachi
R ifiutano il fulgore della luce
D entro hanno neri abissi
I imputridito è il loro cuore
S olo la fiaccola del male
C ontinua a bruciare i
O ra dopo ora nel loro involucro
N ulla resterà di essi se non l’odio
O rmai unica nota che li distingue

I giorni scorrono stanchi delle guerre
V orrebbero che tutto finisse
E cessasse in una esplosione di pace.
N ulla però può fermare la lotta
T ra il bene ed il male che continua 
I giorni trascorrono nell’indifferenza
D ella gente che non vuole cambiare
E sugli altari della quotidiana follia
L e vittime di un mondo senza cuore
L ‘ultimo respiro esalano al nulla.
A ncora una volta prego perchè
Q uesta corsa folle senza traguardi
U n giorno possa finalmente cessare
O cclusa da un muro di luce invalicabile
T rafitta dalle stesse lame d’odio
I ntinte dello stesso veleno del male
D a cui ha sempre tratto nuova energia
I n silenzio osservo da questo sperone
A ssiso sulla fredda roccia del tempo
N uovi fermenti di vita farsi strada
A fflatti di bene spazzare le nebbie
M alvagie che ricoprono case e palazzi
A ncora aleggianti sulla città perduta
L a lotta laggiù continua incessantemente
V edo uomini donne ed eroi del quotidiano
A ffrontare con grande dignità la vita
G uardando avanti uniti da nuova fratellanza
I indietreggiano i lupi affamati di potere
T raditi dalla loro infinita brama di sangue
A’desso una piccola luce brilla ad indicare la via.
Pier
 

un Giorno ...una Notte

ALAIN VEINSTEIN

 

 

INTERVISTA AD ALDA MERINI

 

Ecco,letta da me .

una poesia di Mario Palmieri

 

 

Nazim Hilkmet

 

 

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