![Versila lungo male della Versilia](http://digiphotostatic.libero.it/danzan0l3n0t3/med/20c0bc4018_6494071_med.jpg)
Continua dal post precedente.......... Già in quell'istante Alessandro comprese che sarebbe stato nuovamente bimbo e poi adulto e poi...ebbe come un sussulto e la sua mente divenne di colpo come un Hard Disck dopo la formattazione. Nelle invisibili finestre temporali scorrono infinite vite parallele altri universi possibili ,mondi che si sfiorano per degli istanti.Ecco un'apertura s'avvicina bisogna affrettarsi prima che lo spazio temporale si restringa per continuare a seguire la storia di Alessandro.
Versilia-pensione-vicinanze-mare-immersa-nel verde-conduzione-famigliare-prezzi modici………. "Vieni a leggere Alessandro, credo di aver trovato il posto giusto." Dice Eva-"Dai dammi il giornale Eva, che guardo Dice Alessandro . "Ah ecco….dicono tutti cosi ma poi bisogna vedere di persona o almeno telefonare all’Agenzia turistica locale per avere delle referenze" Dice Alessandro. "No no non perdiamo altro tempo, sento che dobbiamo andare li è una sensazione di pelle credimi Alessandro- Eppoi anche il mio oroscopo riportava questa frase “fate attenzione a ciò che leggerete oggi “ .Dice Eva . Ma potrebbe essere anche interpretato in senso negativo le ripeto senza troppa convinzione. "Vabbè facciamo come vuoi tu e il discorso è finito basta che iniziamo a preparare le valige".Dico io
Seguono preparativi veloci, qualche telefonata e il giorno dopo la fiammante otto e mezzo coupè color amaranto di Luigi, un nostro conoscente era pronta sottocasa ad aspettarci . “Ma scusa, perché non andiamo in treno?” Dico io “Niente treno” - dice Eva, “Luigi deve proprio andare a Marina di Pietrasanta dove c’è quella pensione dell’annuncio - poi lui quella strada la conosce a menadito, visto che tutti i giorni è sul camion e almeno una volta alla settimana è diretto da quelle parti,,gli paghiamo metà pieno e siamo pari”.
“Ok ok non dico più niente.” Su e giù dalle scale per qualche volta e…via di corsa al casello autostradale di Grandate. “Che caldo …, abbassa un poco il finestrino Luigi.”Dico io. Hei Ale dice Luigi, “guarda che anche dietro ci sono i vetri quelli a compasso se tiri verso di te il manettino si aprono e starai più fresco”. Feci come mi aveva detto e mi immersi nella lettura dell’ultimo numero di Urania estraniandomi dai discorsi di Eva e Luigi. “Senti Luigi che ne pensi del caso Lavorini ?”dice Eva . “Stai attenta al tuo figliolo ora che si va in Versilia !” … dice Luigi. “La nella pineta.., in quella di Ponente di sera, in quella di Levante durante il giorno…. Una squallida umanità bazzica i sentieri fra i pini, fa capo ai locali di dubbio livello, stringe le maglie di una fitta rete di complicità. Non escludo che il ragazzo possa essere stato, prima del suo ritrovamento tenuto prigioniero da elementi del sordido mondo omosessuale”. “Sai Luigi…, non sono molto convinta di ciò che dici, secondo me la storia è più complessa di quanto possa sembrare.”Dice Eva. Luigi era un omaccione semplice per il quale ciò che scriveva la stampa era Vangelo. Mia madre invece, non si lasciava convincere di primo acchito dalle chiacchiere degli scribacchini da strapazzo, pronti a gettarsi sulla notizia come squali impazziti al sentore della minima traccia di sangue, pronti a dare addosso al capro espiatorio di turno senza alcuna esitazione. Era l’estate del 1969 ed Ermanno Lavorini era stato un adolescente di qualche anno più giovane di me che ero in seconda superiore. Lui frequentava la seconda media viveva con i genitori e la sorella in un appartamento sopra il negozio di stoffe a Viareggio, vicino alla zona dove si tiene il mercato. Quella sua scomparsa in quel pomeriggio del 31/01/1969 dopo un giro in bicicletta e la successiva richiesta di riscatto mi avevano molto impressionato . Quello che successe poi nei giorni seguenti dove per la prima volta, TV radio e giornali esercitarono il loro peso con un accanimento senza precedenti , lasciava senza fiato chi non era ancora abituato ai rapimenti ed alle stragi, che in realtà, sarebbero giunti alla ribalta dei mezzi di comunicazione soltanto alcuni mesi più avanti. Ermanno fu poi ritrovato casualmente due mesi dopo il rapimento, mal seppellito nella sabbia della pineta di Marina di Vecchiano, a pochi chilometri da Viareggio. Dissero che era vestito con gli stessi abiti del pomeriggio della sparizione, ancora ordinati e integri, con i bottoni e le cerniere normalmente chiuse. L’autopsia stabilì che era morto a causa di pugni al volto o per soffocamento, o per le due cause insieme. Nessuna violenza sessuale, nessun tentativo di stupro. Dissi allora al mio amico Armando .”Senti Andy ( Andy derivava da Armandino ) cosa ne pensa tuo fratello Gigi di ciò che si vocifera sul “terzo sesso….” ? Ale ..lui dice che “è l’inizio di un processo contro gli omosessuali con sentenza scritta prima di cominciare “ …. Gigi ,nonostante il suo aspetto decisamente maschile, era omosessuale . Nessuno l’avrebbe mai detto, nel vedere quel ragazzone dai folti capelli ricci colore dell’ebano, gli occhi neri come la notte e un’ombra di barba già alle tre del pomeriggio distesa sul volto. E neppure l’avrebbe pensato quella volta che io ed Andy entrando al Crotto Pollirolo una locanda poco distante da casa sua , venimmo accolti così:” Chi inscì i Caviat poeden minga pasà “ ( qui i capelloni non posso passare). Già perché Andy aveva una fluente capigliatura corvina che accarezzava le spalle, a differenza di me e Gigi che portavamo i capelli più corti. Gigi era gìà all’interno del locale seduto in un angolo a leggere gli annunci economici della “Provincia” “Lascia stare mio fratello!” Dice a voce alta e decisa Gigi . “Perché altrimenti cosa fai?” Dice l’uomo seduto al tavolino in fondo a destra. “Perché altrimenti sarai tu a fare qualcosa che porterà il tuo brutto ceffo fuori di qui!” dice Gigi. L’uomo si alza e carica con scatto rapido, Gigi si sposta e con la grazia di un Nurejev gli fa atterrare sulla schiena, la sedia accanto, che con la musica del legno che si rompe e scheggia, accompagna lo sguardo stupefatto di quell’uomo, quell’espressione che si vede sul volto di chi assiste a complicate esibizioni circensi. Lui si rialza , Gigi gli stà di fronte…, con le spalle rivolte alla porta, stagliato come una nera silouette sullo sfondo luminoso dell’esterno , tiene le gambe divaricate e ben piantate per terra. L’uomo con un ghigno cattivo, appena mitigato dallo sguardo becero del bevitore incallito si scaglia a testa bassa in avanti, mentre Gigi con mossa da abile torero, si mette di lato imitando lo splendido Dominguin…..ma anzichè conficcargli la spada nel possente collo, gli molla un calcione sul fondo schiena che catapulta l’uomo fuori, tra lo stridore della giaia, che malvolentieri lo accoglie. Fortunatamente tutto termina lì, senza ulteriori conseguenze, poiché il padrone del locale amico del padre di Gigi, proferisce scherzosamente :” Avevo giusto bisogno di una sedia nuova, quella, era troppo malandata, altrimenti non si sarebbe rotta sulla schiena di quel buono a nulla..!” Ricordando quella scena mi vien da ridere …Penso a come la gente classifica le persone in base alle apparenze, alle diversità, ai comportamenti non omologati rispetto a un comportamento standardizzato, elaborato da menti poco aperte ai cambiamenti del tempo;menti che anziché essere sotto l’influenza dell’alcool, come quella del tipo rissoso della trattoria, restano sotto gli influssi di un sistema di informazione parziale e mediato da una cultura che non conosce il rispetto umano,l’accoglienza la comprensione . Se penso che allora, potevi contare sulle dita di una mano le persone di colore che incontravi in un mese e che gente come quel tipo avvinazzato della trattoria, mai avrebbe potuto immaginare i futuri flussi migratori di persone di ogni razza religione e cultura, nel ricco nord, capisco come il progresso, inteso come apertura a un sistema di integrazione con il diverso, stenti a decollare. Paradossalmente nella società odierna, che deve misurarsi con i problemi che la convivenza con etnie diverse comporta, non si sono ancora risolte antiche remore razziali tra settentrione e meridione d’Italia. Ma , torniano alla nostra estate, alla strada che rotola sotto i pneumatici della 850 Fiat coupè amaranto ora un poco affaticata nell’affrontare le curve in salita della camionabile della Cisa che si inerpica nella Valle del Taro. Si perché Luigi, anche quando guida l’auto non si po’ separare dalla sua Camionabile che gli resta nella mente quasi come fosse la Carrera Panamericana adattata a corsa per Camion …….Pier |