Creato da danzan0l3n0t3 il 20/05/2012

UNIVERSI PARALLELI

VERSO UNA NUOVA DIMENSIONE

 

« VersiliaVicka »

MARA...

Post n°10 pubblicato il 10 Settembre 2012 da danzan0l3n0t3

ragazza che guarda il mare

CONTINUA DAL POST PRECEDENTE …

Qualcuno mi scuoteva la spalla  dicendo “dormiglione  siamo arrivati” ."Maddai ?"Dico io !

Mi stropicciai gli occhi cercando di mettere a fuoco le immagini .

A dire la verità il mare non lo vedevo da nessuna parte.”Ma mi prendete in giro …, qui siamo in aperta campagna e del mare nemmeno il profumo. Dove siamo?” Luigi mi guarda  beffardo dicendo

“Versilia-pensione-vicinanze mare-immersa nel verde-conduzione famigliare-prezzi modici – ecco dove  siete.”

“Ora devo andare, vi lascio qui nella vostra destinazione”  dice Luigi, perché   lui  ora ,deve proseguire il viaggio, per raggiungere la famiglia che si trova  a Forte dei Marmi . Poi , aiuta mia madre  a portare i bagagli nell’interno della pensione  e gesticolando se ne ritorna in auto salutandoci.

Accidenti agli annunci sui giornali, altro che vicinanze mare direi piuttosto “lontananze mare “!!

Entriamo nella pensione  all’apparenza molto sciatta  dove ci fanno segno di salire al primo piano senza nemmeno offrirci aiuto per i bagagli.

Siamo decisamente sbalorditi i muri della stanza sono in faesite e la finestra dà esattamente sulla cucina dalla quale proviene un fastidioso odore di soffritto. 

Eva  è visibilmente contrariata , ma non proferisce parola.E’ sufficiente il suo sguardo per far capire le sue riflessioni in  quel grottesco momento.Più tardi  mentre scendiamo per la cena  espone al proprietario le sue rimostranze il quale,per contro ,  noncurante di quel che lei riferisce,  in colorito accento toscano dalla parlata che non lascia adito ad incertezze interpretative le dice che se le va bene è così e che diversamente è così lo stesso.

La mattina seguente cerchiamo la fermata dell’autobus per recarci al mare e dobbiamo attendere più di quaranta minuti prima di venire raccolti. Dai finestrini iniziano a scorrere immagini della campagna che poi vengono nascoste da un lungo viale alberato alla fine del quale si arriva in una piazza.

Scendiamo e davanti a noi attraverso una strada perpendicolare che dalla piazza si diparte ,finalmente vediamo il mare. 

Eva mi guarda e riflettendo dice” Senti Alessandro, che ne pensi se facciamo un giro qui intorno per cercare un altro posto che sia almeno più decente?”- le dico “Va bene, cerchiamolo” 

Inizia così un lungo giro che si conclude senza un nulla di fatto.Torniamo così alla famigerata pensione dal nome ammiccante,  che sembra prendere per i fondelli “Bellavista” e ci apprestiamo  a uscire indenni dalla seconda notte di permanenza, stanchi di ascoltare attraverso quei sottili muri di faesite respiri ,gemiti di piacere e russamenti.

L’indomani decidiamo di recarci a  Viareggio ultimamente alla ribalta delle cronache per il fattaccio “Lavorini” e rinomata da sempre per il famoso carnevale che vi si svolge.

Scendiamo dall’autobus in Piazza Mazzini e li vicino noto sostare delle bellissime carrozzelle con  cavallo al seguito, anzi davanti …,  nere all’esterno e dalle imbottiture rosse .

Di fronte, la passeggiata lungo il mare, è fiancheggiata da negozi ,  bar e caffè che si susseguono.

Noi ci  uniamo al serpentone di persone che la percorre. Ad un tratto nel seguire Eva che cammina rapidamente, urto senza accorgermene una ragazza che indossa una canotta rosa acceso, dei bermuda bianchi e con  ai piedi, dei sandali alla schiava .  Per un istante i nostri occhi si guardano, si dicono cose all’insaputa delle nostre menti, mentre mi perdo in quel colore  azzurro come il mare della Versilia.

Lei mi sorride, ed io imbarazzatissimo, mi scuso rispondendo al suo sorriso  accendendomi le gote di un rossore quasi da scottatura solare.

Poi la vedo allontanarsi mentre osservo affascinato la sua lunghissima treccia annodata in cangianti riflessi castani dondolarle sui fianchi, svanendo poco a poco dalla mia vista  come un evanescente miraggio evaporato nella calura estiva.

Al ritorno Eva decide di entrare in un albergo che la ispira per chiedere se hanno posto.Io  rimango fuori seduto su un tavolino sul   quale è posato un giornale.Ne scorro nell’attesa le pagine fino a quando arrivato a quella dell’oroscopo, mi fermo con scettica curiosità a leggere il mio segno.

Acquario – un incontro importante in amore…, etc.Mi dico “Ecco le solite baggianate scritte sulla carta stampata, non ho nemmeno la fidanzata ,ma quale amore?” Eva  esce dall’albergo raggiante e mi dice “Domani ci trasferiamo qui ho trovato posto con riservati anche delle sdraio in spiaggia presso il bagno-Primavera.” 

“Bene bene” mi dico-Le cose cominciavano a girare  per il verso giusto e il giorno successivo ci avrebbe certamente assicurato scenari  migliori.

La differenza tra la  sperduta pensione in campagna sciatta e dai proprietari bruschi e poco malleabili era davanti a noi in tutta la sua evidenza lì nel  nuovo albergo situato  in una laterale perpendicolare alla passeggiata a mare .

Ma ancora più grande fù il mio stupore quando entrando il giorno successivo, nella sala da pranzo dell’albergo, vidi seduta ad un tavolo, con una signora , due ragazzi e una ragazza più giovane, una  chioma castano chiaro, adornata da una lunghissima treccia occupare le spalle ben tornite di una ragazza della quale non riescii a scorgere il viso. 

Nell’entrare  il mio piede trasse dal parquet color mogano uno scricchiolio imbarazzante  , così  due occhi azzurri già conosciuti, in quel girarsi del capo al rallentatore,  dialogarono per un lungo istante con i miei , rimandandomi all’attimo  dell’incontro sulla passeggiata a mare con quella ragazza dallo stesso volto.

Più tardi avrei saputo che si chiamava  Mara e questa somiglianza con la parola Mare non era del tutto casuale.

Lei era bella e affascinante come il mare  ed il suo muoversi aggraziato e allo stesso tempo selvaggio sembrava l’incedere dell’onda che spinta  nella sua corsa verso la riva affascina l'osservatore, in quel suo bordeggiare di bianche schiume.

Così, ancora riflettevo qualche giorno più tardi, quando in in nuovo incontro  tra noi sulle scale, dietro la cabina dell’ascensore,  io diretto giù, lei diretta sù , ci fermammo uno davanti all'altra,attratti irresistibilmente  in un luogo senza spazio e senza tempo.

Un piano dell’esistenza, nel quale le nostre labbra ammutinate alla ragione  e alla prudenza,  furono dolcemente le une nelle altre  a scivolar d’onda in onda d’emozione , in quell’abbraccio di due ragazzini sconosciuti ai propri cuori  che iniziavano a fare i conti con  le lusinghe dell’Amore .

Il Bacio che scaturisce  dall’attrazione  di due creature è qualcosa di mistico e passionale allo stesso tempo,è qualcosa che supera perfino l’atto sessuale quando conserva  la genuinità del  candore e dell’offerta senza limiti.

E’ l’attimo di maggior vicinanza possibile tra due anime se ci si sa donare e prendere come ringraziamento a quel meraviglioso incontrarsi d’occhi negli occhi, di  cuore nel cuore, in quella magia  dello sfiorar di labbra che si uniscono in un'unica linfa vitale che rimescola tutto l’essere  donando a ciascuno fluido di nuova vita.

Pier

 
 
 
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PROTETTO CON

 
        RIFLESSIONE
S caricano il loro veleno
T ra le strade del mondo
O mbre di uomini opachi
R ifiutano il fulgore della luce
D entro hanno neri abissi
I imputridito è il loro cuore
S olo la fiaccola del male
C ontinua a bruciare i
O ra dopo ora nel loro involucro
N ulla resterà di essi se non l’odio
O rmai unica nota che li distingue

I giorni scorrono stanchi delle guerre
V orrebbero che tutto finisse
E cessasse in una esplosione di pace.
N ulla però può fermare la lotta
T ra il bene ed il male che continua 
I giorni trascorrono nell’indifferenza
D ella gente che non vuole cambiare
E sugli altari della quotidiana follia
L e vittime di un mondo senza cuore
L ‘ultimo respiro esalano al nulla.
A ncora una volta prego perchè
Q uesta corsa folle senza traguardi
U n giorno possa finalmente cessare
O cclusa da un muro di luce invalicabile
T rafitta dalle stesse lame d’odio
I ntinte dello stesso veleno del male
D a cui ha sempre tratto nuova energia
I n silenzio osservo da questo sperone
A ssiso sulla fredda roccia del tempo
N uovi fermenti di vita farsi strada
A fflatti di bene spazzare le nebbie
M alvagie che ricoprono case e palazzi
A ncora aleggianti sulla città perduta
L a lotta laggiù continua incessantemente
V edo uomini donne ed eroi del quotidiano
A ffrontare con grande dignità la vita
G uardando avanti uniti da nuova fratellanza
I indietreggiano i lupi affamati di potere
T raditi dalla loro infinita brama di sangue
A’desso una piccola luce brilla ad indicare la via.
Pier
 

un Giorno ...una Notte

ALAIN VEINSTEIN

 

 

INTERVISTA AD ALDA MERINI

 

Ecco,letta da me .

una poesia di Mario Palmieri

 

 

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