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Soldi, macchine e mattoni: così la malavita a San Marino

Post n°132 pubblicato il 15 Maggio 2011 da orgogliosammarinese
 

Ecco i primi elementi della relazione della Gendarmeria sulla mafia consegnata al governo 

La criminalità organizzata è entrata in Repubblica attraverso cantieri

edili, autonoleggi e finanziarie. E’ quanto emerge dalla relazione

sulla criminalità organizzata compilata dalla Gendarmeria e finita

nelle mani di tutti i membri del governo. Nel documento, di cui Antonella

Zaghini de La Voce di Romagna ha fornito ieri un’anteprima, si scoprono i principali

elementi custoditi negli archivi degli uomini di Achille Zechini sul secondo

semestre del 2009 e sul primo del 2010. Gli interessi criminali sammarinesi, si legge

nel documento, hanno “carattere prevalentemente finanziario”: cercano

quindi di creare le situazioni giuste per far transitare capitali in Repubblica

e per investire direttamente somme in imprese per il riciclaggio

di denaro sporco.

Cantieri edili e autonoleggio.

Le indagini dei gendarmi hanno portato alla constatazione dell’esistenza di “strani”

cantieri edili, “sempre facenti capo agli stessi soggetti economici, del proliferare

di società di autonoleggio i cui prodotti erano solo ed esclusivamente

veicoli extra lusso in capo a utilizzatori finali spesso censurati o

noti alle forze dell’ordine italiane, il tutto spesso collegato ad alcune finanziarie

che foraggiavano in solido dette attività di largo impiego di risorse economiche in

ubicazioni che non sempre giustificavano i costi elevati”.

Long Drink e cocaina.

I primi segnali della presenza della malavita organizzata sul Titano arrivarono

due decenni fa,. Quando, cioé, si parlava di Sacra Corona Unita,

“della quale si ebbe la conferma della presenza in territorio di suoi esponenti”.

In questa fase non si può trascurare il collegamento con il caso

Long Drink, per il quale non sembraci siano stati i dovuti approfondimenti.

Qualche anno più tardi i gendarmi collaborarono con i colleghi di oltre

confine per un traffico internazionale di importanti partite di cocaina:

“circa 900 chili transitati in Repubblica e altri 1.200 chili in previsione”.

Nell’operazione, che portò all’arresto del sammarinese Rino Maiani,

i gendarmi soffrirono l’impossibilità di effettuare intercettazioni

telefoniche (tutt’ora mancanti) e non riuscirono a fare tutto quanto

sarebbe stato nelle loro possibilità.

L’attentato.

 Altro caso: “Nel 2005 - si legge nella relazione - la società Impresit 2000, legata

al mondo dell’edilizia, fu vittima di un attentato intimidatorio notturno”:

vennero sparati diversi colpi di arma da fuoco di fronte alla porta della società.

“Razze”

. Che passaporto hanno i malavitosi che si sono infiltrati sul Titano?

Principalmente italiani: campani, calabresi, laziali, emiliano-romagnoli

e triveneti. Ma non solo. Fuori dalla penisola la Gendarmeria mette

l’attenzione nei confronti di cinesi, russi e sudamericani

 

da LA TRIBUNA SAMMARINESE

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Commenti al Post:
attilioregolo2008
attilioregolo2008 il 16/05/11 alle 21:01 via WEB
Nella relazione della Gendarmeria, inserita nella più generale relazione-Pierfelici sulle infiltrazioni malavitose nella Repubblica dalle zone limitrofe (dichiarazioni Cecchi, Giovagnoli, Alfonso), compare anche il caso Biagioli ( come operazione esemplificativa). Lo si è appreso scorrendo gli articoli di Antonella Zaghini di La Voce di Romagna che, a quanto pare, ha avuto modo di leggere e il documento principale (appunto quello della Pierfelici), e i documenti allegati, fra cui, appunto, quello della Gendarmeria, che, a detta della Zaghini, è di gran lunga il più puntuale e concreto nella trattazione delle materia rispetto a quello di altri soggetti della Pubblica Amministrazione sammarinese coinvolti nella indagine. Nella relazione si ricordano operazioni esemplificative a cui forse si doveva prestare maggiore attenzione. A partire dall'arresto del latitante Giovanni Lentini legato a un clan della 'Ndrangheta e ora condannato all'ergastolo. Lentini fu rintracciato in un residence di Serravalle dove in tutta tranquillità risiedeva. Sempre negli ultimi anni, con un procedimento ancora alla ribalta delle cronache, venne denunciato l'ex comandante del Corpo Marcello Biagioli per avere falsificato un foglietto di servizio che negli intenti doveva servire come alibi a Stefano Virgili, uno dei componenti della Banda della Magliana, per il colpo al caveau del palazzo di giustizia. Se in Italia il procedimento si è chiuso con la condanna di Virgili, a San Marino il processo a carico di Biagioli va avanti a colpi di ricusazione. E nessuno ci mette un freno.
 
gife1958
gife1958 il 16/05/11 alle 21:20 via WEB
e vogliono far fuori il vertice della gendarmeria!! che bifolchi
 
orgogliosammarinese
orgogliosammarinese il 17/05/11 alle 11:13 via WEB
Nella relazione della Gendarmeria, inserita nella più generale relazione-Pierfelici sulle infiltrazioni malavitose nella Repubblica dalle zone limitrofe (dichiarazioni Cecchi, Giovagnoli, Alfonso), compare anche il caso Biagioli ( come operazione esemplificativa). Lo si è appreso scorrendo gli articoli di Antonella Zaghini di La Voce di Romagna che, a quanto pare, ha avuto modo di leggere e il documento principale (appunto quello della Pierfelici), e i documenti allegati, fra cui, appunto, quello della Gendarmeria, che, a detta della Zaghini, è di gran lunga il più puntuale e concreto nella trattazione delle materia rispetto a quello di altri soggetti della Pubblica Amministrazione sammarinese coinvolti nella indagine. Nella relazione si ricordano operazioni esemplificative a cui forse si doveva prestare maggiore attenzione. A partire dall'arresto del latitante Giovanni Lentini legato a un clan della 'Ndrangheta e ora condannato all'ergastolo. Lentini fu rintracciato in un residence di Serravalle dove in tutta tranquillità risiedeva. Sempre negli ultimi anni, con un procedimento ancora alla ribalta delle cronache, venne denunciato l'ex comandante del Corpo Marcello Biagioli per avere falsificato un foglietto di servizio che negli intenti doveva servire come alibi a Stefano Virgili, uno dei componenti della Banda della Magliana, per il colpo al caveau del palazzo di giustizia. Se in Italia il procedimento si è chiuso con la condanna di Virgili, a San Marino il processo a carico di Biagioli va avanti a colpi di ricusazione. E nessuno ci mette un freno.
 
orgogliosammarinese
orgogliosammarinese il 17/05/11 alle 11:14 via WEB
Antonella Zaghini di La Voce di Romagna ha continuato, nei giorni scorsi, a commentare e pubblicare stralci della relazione della Gendarmeria di San Marino inglobata relazione-Pierfelici sulle infiltrazioni malavitose nella Repubblica di San Marino dalle zone limitrofe (dichiarazioni Cecchi, Giovagnoli, Alfonso). Titolo: La relazione della Gendarmeria / Oro, armi e presunti terroristi: ma mancano tecnologia e mezzi. Questa la conclusione dell' articolo: l'aspetto più drammatico è che nel 2011 il Titano non sia dotato di tecnologie di indagine al pari degli altri Stati europei quali sistemi di monitoraggio e di localizzazione, intercettazioni telefoniche e ambientali, informatizzazione dei dati provenienti da armerie, alberghi e via di questo passo. Per non parlare della figura dell'infiltrato, sconosciuta. Un elenco che si rimpalla nel tempo, senza passare dalle dichiarazioni di intenti ai fatti. In effetti le dichiarazione d'intenti volano decisamente alto: commissione d'indagine permanente, osservatorio romagnolo-sammarinese, eccetera. In concreto ancora nulla nemmeno nel settore più a rischio, quello dell'edilizia. A San Marino non si riesce a sapere nemmeno il nome dei proprietari degli immobili o gli effettivi beneficiari di una società.
 
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