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Creato da yogagiogo il 09/03/2010

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sulla piazza a cavallo
il monumento
di fronte l'università
non è lontano il mare
c'è troppo vento
indossi la giacca
ridendo
il molo transennato
ricordo un tempo
non eri tu l'amore
un'altra

 

Du wurdest ein Teil des Ganzen,

mehr wirst du nicht -

doch du bleibst es auch.

In welcher Form auch immer,

da kann über dich hinweg schwimmen,

was will.

Ich bin der ich bin

und jetzt schon nur war,

doch immer sein werde.

Alles klar?

 

Si dice che…

ciò che non uccide fortifica…

ma fortifica cosa?…

il dolore fortifica?…

i dispiaceri fortificano?…

no…ti annientano…

ti distruggono…

ti logorano…

e se hai la forza ti rialzi…

ma non fortificato…

solo cambiato…

con cicatrici che sono sempre lì…

a ricordarti … di quando sei caduto.

 

 

« Le bugie hanno le gambe ...BERLUSCONI E' FINALMENT... »

La resa...dei conti!

Post n°69 pubblicato il 09 Novembre 2011 da yogagiogo
 

 Finalmente si avvera...


Paga prebende, e stimola

Con foga, e orsù cavilla;

Torna a la pingue villa

Che Previti rubò!

Via! Da le case italiche

Niun più ti difende:

Leva, o negrier, le tende!

La tirannia cessò.

Tuo "Ammor" fè molti martiri,

Fra ninfe e analfabeti,

A botta di decreti

L'Italia alfin perì:

Ne uscì pessima immagine

Del bunga bunga al suono,

Porcella al mezzo uomo

Dalla procùr sfuggì.

Mentì il bastardo; e sordido

Vecchio malato e infido

Mandò l'Emilio Fido

Dal schermo a millantar:

E da incazzato popolo

Ostaggio del Tremonte,

Da tua cornuta fronte

Un sangue al bozzo appar.

Di statuette e tuberi

Bersaglio fur tue ciglia:

Ridotto fu in poltiglia

Lo sozzo tuo didiè!

E la Carfagna involasi

Con la cretin Lussana:

Ministra una puttana

Gelmini o Santanché.

L'ombre de' ladri assorgono

Ringhianti ne' cancelli;

La schiatta di Castelli

Dal Lambro alfin schiumò.

Iroso e ipocondriaco

Sbotta rodendo e spende:

Leva, o negrier, le tende!

La tirannia cessò.

Pien di mondezza l'aura

Da Napoli a te move;

Una bestemmia piove

Da tutta la città.

Sulle tue tempie, o cerbero,

L'asfalto, via dalla testa!

L'antica età spodesta

La non novella età.

Vedi: pur se fanciulle accumuli

Chiuso a la tua latrina

Defunto è il pisellino

Ti piange dal calzon.

La Lega a mò di fulgure,

ti sguscia come anguilla;

Da Fini a la Brambilla

Ti lascia il carrozzon.

Ecco: PierFerdi d'impeto

Lo suo culetto para

Tutta la cocuzzara

Di te a votar si astien.

Delle sue brume pallido

rutta il razzista Umberto:

Co 'l figlio di sesso incerto

Sol con il Trota ei vien;

I porci infidi scalciano

Servetti furibondi

Alfano con il Bondi,

Pisanu con Scajol.

Tolte le vesti affondano

Te dal Carroccio ai porti:

Anch'essi sono morti,

Trombano in Rai dal cul.

Di vecchi e innovati palpiti

La voce si diffonde,

Unica idea si espande:

"Rompiamogli il popò!"

La massa, non più anonima

In ogni piazza scende:

Leva, o negrier, le tende!

La tirannia cessò.

E tu, signor di Libero,

e del Giornale armato,

Di fango sì ne hai gittato,

Quasi a riempire il mar.

Perì Vittorio: a l'ultima

Feltri sua gogna ascende;

Il popolo lo stende

Un altro da scacciar.

Ti si sequestrin pubblici

Diritti e le fortune,

Le zozze bionde e brune,

Il letto di Putìn:

Per mafia, stragi e Gladio

la fin farai del ladro,

Col sindaco di Adro,

Olindo e Rosa al cuor.

Vedi: financo i nostri parvoli

Ti riempion d'escrementi

Dei tuoi lazzi saccenti

Ridevi solo te.

Ti assalgan con la Folgore

Va' a lavorar nei campi,

Prenda il tuo posto Ciampi

Tua Morte salvi me.

Va' via, nato col forcipe

Ch'è il popolar desio

Tradisti l'Italia e Dio:

Chi più te la darà?

Fuori dall'abitacolo

Manovrator, t'affretta!

Che 'l Mausoleo t' aspetta:

Cessata è la tua età.

Ti eclissa, fila via al margine

Gran lutto ti sovrasti

Le palle ci scassasti:

Dio il dittator fiaccò.

La tua oppressione è al culmine

L'inferno ormai t'attende:

Leva, o negrier, le tende!

La tirannia cessò.

disinstallazione di  Berlusconi 2.0: 99%

 
 
 
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