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Solo il nulla

 

 
 

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concedimi la serenita' di accettare ciò che non posso cambiare
il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare
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Post N° 390

Post n°390 pubblicato il 20 Luglio 2007 da Makron81
Foto di Makron81

Tra i sentieri ramificati della nostra esistenza, a volte ne
percorriamo uno che porta alla scoperta di passioni prima ignote e che
diventano morbose con lo scorrere del tempo. Uno di questi sentieri a volte ci
conduce a sedere sulla sella di una moto, senza porci troppe domande o troppi
limiti, senza che una cosa così grande possa disturbare il nostro equilibrio
mentale. Quando arriva il momento si sale in moto e basta.

Qualche mese di apprendistato (mentale) dove i pensieri sfuggono senza che si
abbia il tempo di capirne l'essenza, e poi il dubbio ci assale.
Perché ?
Mi
manca qualcosa ?



Devo dimostrare qualcosa ?

Ho bisogno di fugare le incertezze e di confermare le mie
qualità?


Domande che mi sono posto anche io, umilmente e sempre alla ricerca di una
spiegazione, di un perché agli strani percorsi che la vita ci offre, anni di
stasi, un latente desiderio di due ruote e poi all'improvviso l'esplosione delle
sensazioni più desiderate.


Ora mi chiedo perché MOTO significhi per forza una spasmodica ricerca di un
perché, un continuo ondeggiare tra realtà e finzione, un continuo susseguirsi
di emozioni positive, travolte improvvisamente da crisi mistiche di rigetto.


Moto, una passione non troppo diversa da tutte le passioni che ci rendono vivi,
la passione per una donna, per un tramonto, per una carezza al nostro gatto o
al nostro cane. Ma allora perché la moto a volte diventa immagine di morte e
distruzione ? Perché la moto rappresenta a chi non la vive uno strumento di morte?


Credo che la passione che rende vivo un uomo debba essere accettata per quello
che è, nel bene e nel male, una passione che ci fa sentire vivi non può essere
qualcosa di negativo.


Girare la chiave una mattina d'estate, ai più può sembrare un gesto insano e
rischioso, come lo sono del resto tutte le scelte che facciamo nella nostra
vita, alcune portano alla distruzione dell'anima, alla distruzione della
dignità, altre possono portare alla morte.


Ma non vi è differenza tra la morte dell'anima e la morte del corpo, troppo
semplice pensarlo. C'è invece differenza tra chi coltiva le proprie passioni
per sentirsi vivo e chi invece rifiuta ogni rischio per paura di soffrire. La
vita è un rischio per la sua stessa essenza, tutte le cose che fanno parte della
vita sono un rischio nella stessa proporzione.


Quattro curve con il gas spalancato o la salita al passo di montagna scrutando
il panorama, una staccata al limite dell'imprevisto o una dolce carezza alla
leva del freno, una torsione improvvisa della manopola del gas o un dolce
movimento del polso.


Che differenza c'è tra chi riempie le vene di adrenalina per una derapata o chi
le riempie di adrenalina per un tramonto raggiunto grazie alla propria moto ?
Nessuna.....


In entrambi i casi una grande passione ci fa sentire vivi, e senza le nostre
passioni siamo persone finite ancor prima di vivere la vita. Il confine tra la
vita e la morte è sempre talmente labile che nessuno credo possa solamente
tentare di comprenderlo e capirlo, ma non c'entra la moto, la vita stessa è un
insieme di sensazioni ed emozioni che si esprimo in gesti, comportamenti e
azioni.


Quando la mattina di un week end estivo giro la chiave della mia moto, non si
accendono solo le spie, si accendono anche le emozioni che mi accompagneranno
lungo il mio viaggio verso una meta che non conosco e che non mi interessa,
come non conosco e non mi interessa la meta del più grande viaggio che sto
affrontando, la mia vita.


Da una parte c'è la realtà, la quotidianità, la sveglia la mattina, il lavoro,
il pranzo e la cena, dall'altra c'è la mia moto e il mio viaggio alla ricerca
di me stesso e alla ricerca delle sensazioni che mi fanno sentire vivo.


Io ho scelto le mie passioni, e non potrei mai rinunciarvi. Quindi non
chiediamoci "perché la moto?" ma viviamola fino in fondo, ad ogni
costo.
La moto quale metafora della vita, un desiderio a volte inspiegabile che
si accompagna al pensiero che forse a volte giunge l'ora di smettere di
chiedersi "perché".




 
 
 
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Un blog di: Makron81
Data di creazione: 20/11/2005
 

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Io sono il Lupo
la fame è mia compagna
la solitudine la mia sicurezza.

Io giaccio di notte 
freddo è il mio letto
il vento la mia coperta.

Io sono il silenzio
un'ombra nella foresta
impronte lungo il fiume. 

La mia corsa
è un lungo inseguimento
di scintille di fuoco 
dalla pietra focaia della notte.

Io sono ucciso ma mai distrutto

Io sono il Lupo.

 

 

 

 

 

 

Quanto più ci innalziamo
tanto più piccoli sembriamo
a quelli che non possono volare


 

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