Creato da paulget il 08/07/2010

OCEANO TERRA

Racconti della Terra sotto il Mare

 

 

« Polvere di sogni

Una volta di più (risveglio da un sogno)

Post n°33 pubblicato il 11 Ottobre 2010 da paulget

Stava ritto in piedi alla finestra dal vecchio telaio, quadrati di mare turchese increspato di vento.

 Repentine raffiche arrivavano imponenti a incontrare il mare verde di foglie chiazzate di giallo, in una strana danza del caos, sbattute, contese da refoli distinti ma figli della stessa forza.

 Folate di sale sul cortile e sulla fontana di acqua tremula portano odori forti di  fieno e fichi e terra umida.

Più forte l’odore di zenzero della donna  lasciata  sotto le lenzuola.

Contrasti di pensieri confusi da sogni sempre più penetranti, vividi di sensazioni riaffioranti in quei momenti sempre più lunghi, davanti a quel dipinto di canapa al vento.

Stava lì.

 Una volta di più il ricordo lontano, confuso, della spiaggia e di quell’incontro col nuovo suo mondo, quello del dopo, della mente nuova, lavagna priva del gesso del passato, foglio nuovo da scrivere.

 E ci scriveva da un po’.

 Fiorivano gli alti fusti di fine estate quando il nuovo ordine di cose fluì nella sua casta memoria e ora, ancora una volta, un nuovo mare di gialli fiori di sativa, si donava al vento del sud.

 

 “Esci già?”

Il fruscio di lenzuola placò i suoi pensieri, la voce della ragazza lo riportò al presente.

Si portò la mano sulla bocca ispida e i profumi del vento scomparvero scacciati dal dolce speziato odore.

“Resta pure a letto, ricordati di prendere i rotoli prima di uscire” le disse.

Lei si alzò sui gomiti fra scrocchi secchi del giaciglio di canapa con lo sguardo assonnato e sorpreso.

 “Sono già pronti? E quando li hai scritti?”

Non disse niente, si girò avviandosi verso la porta della stanza i cui stipiti a malapena contenevano le spalle enormi, prendendo la bocca ruvida fra la mano a sentire una volta in più quell’inebriante profumo.

 “Ho sognato i cavalli.” Le disse senza voltarsi.

 E senza aggiungere altro uscì.

 

L’aria già tiepida della mattina si insinuava fra i suoi vestiti mentre il gatto, di ritorno dalle scorrerie notturne si strusciava sui suoi stivali prima di saltare sul davanzale e raggiungere la scodella già colma Il rumore del mare arrivò improvviso da dietro la collina di rovi chiazzati di grosse more, il suo pensiero era più pesante quella mattina, mentre si avviava per il sentiero rubato al bosco di pini che costeggiava  la ripida discesa verso l’azzurro in subbuglio.

La casa come sempre gli venne incontro all’improvviso, l’amplesso del glicine al muro opposto al mare.

Sogni scomposti, vivi, come ogni giorno avevano lasciato il posto alla realtà. Quale filo sottile divide i due mondi..

 

Tutto come ogni giorno, nessuna nota stonata  in una composizione certa, affermata, mentre lampi di sogni spazzarono la realtà fermandosi, fugace momento, sparendo, oscurati da razionalità padrona di quel pezzo di tempo. Consueto momento di mille risvegli.

 

Passati i cespugli di ginestra la sabbia cedeva al calare degli stivali , sempre più in fondo, sempre più secca sulla strada del vento, per divenire umida di marea un passo più avanti.

Si fermò così, con la faccia al vento a scrutare il mare, cercando il passato, trovando il presente.

Vecchio libro in nuove mani, dove leggere le storie, sensazioni, impressioni di oggi. Cercava a dir bene con poco coraggio, come un libro già letto.

 Timore di riaprirlo per non confondere le sensazioni di allora con quelle di oggi.

 

E il suo nome gridato.

Ancora il vento del presente, il profumo del mare, il rumore dei pensieri sempre più lontano come un treno passato troppo in fretta per poterci salire.

Una volta di più.

 

Si sentì chiamare di nuovo.

Con passo spedito rifece la strada verso la sabbia più secca, passo oltre i cespugli incrociando il carro stracolmo di attrezzi con l’amico in attesa.

 

Una volta di più.

 

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