Io e Me

Mauro e Mirco

Ciao Mauro e Mirco, 

vi “conosco” da poco ma volevo prima di tutto complimentarmi con voi per… no vabbè tutte le mail che ricevete cominciano più o meno così quindi forse ho speranza che arriviate alla terza riga se cambio l’inizio.

Allora vediamo… IN BOCCA AL LUPO PER LE PROSSIME PARTITE!!! E cercate di uscirne bene interi mi raccomando. E’ una soddisfazione essere veneta e avere due rappresentanti della mia regione come voi. Soprattutto ora che il rugby sta cominciando a prender piede e a “far notizia”. La cosa bella è che questo sport fa notizia non per gli eventuali scandali, non perché vi trovano in un’ammucchiata con 4 modelle, ma per i valori che vengono comunicati, per le partite, per quello che accade in campo. 

Io devo ringraziare un caro amico che mi ha fatto avvicinare, di nuovo, a questo sport. Quando ero a scuola, ormai non ricordo più quando J, c’erano i ragazzi del rugby Vicenza che venivano ad insegnarci le regole di base e provavano a spiegarci come si giocava. Ho poi avuto un altro incontro con il rugby nel 2004 quando il Galles giocò al Millenium Stadium contro gli All Blacks: ancora mi viene la pelle d’oca al pensiero di aver assistito dal vivo alla Haka!!! 

E ora… sono andata in giro per club e bar a guardarmi il Mondiale, e sto guardando le partite del Sei Nazioni. Siete stati sfortunati a volte, altre volte la concentrazione sembra essere da un’altra parte (vedi il secondo tempo contro il Galles), ma, nonostante il risultato sia importante, guardando il rugby ho notato diversi valori rispetto ad un punteggio fine a se stesso. La cosa che più mi piace è proprio il fatto che si lotti fino all’ultimo, non ci si da mai per vinti. Si continua a star lì e a difendere quella cavolo di riga bianca cercando che nessuno appoggi la palla per terra aldilà di essa. Son lì anch’io con i pugni stretti mentre viene calciato il calcio nell’H, son lì che saltello quando la palla viene ri-giocato dopo la touche (sì esatto come quando si giocava con Mario Bros e se lui doveva saltare si muoveva il joy-stick emulando lo stesso movimento), quando Castro si è lanciato e ha fatto meta i miei vicini volevano chiamare la neuro… 

A tutti quelli che dicono che è uno sport violento oramai rido in faccia: c’è potenza, c’è costanza, c’è passione… violenza solo quando scattano i nervi. E i nervi scattano molto meno facilmente rispetto al calcio. Nonostante fisicamente siate più imponenti rispetto all’arbitro le decisioni che lui prende vanno rispettate e questo potrebbe servire da lezione ai ragazzini di oggi che non rispettano le regole e sono più per la via facile a tutti i costi. 

Che dire… bravi bravi bravi! Spero che ogni tanto ritorniate in Veneto a far quattro salti (in campo naturalmente) e spero che da qualche parte venga scritto perché mi piacerebbe congratularmi con voi di persona: anche se non ho tutte le regole chiare (ma d’altra parte sono donna, ero bionda e guido una Smart non si può pretender tuttto…) mi state facendo appassionare a questo sport. Grazie ancora.

PS complimenti a Mauro per l’ironia nella telefonata fatta alla Pina di Radio Deejay.