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Come hai Potuto?

Post n°9 pubblicato il 05 Marzo 2008 da panettoncino

"Quando
ero una cucciola, ti ho divertito con le mie buffonate e ti ho fatto
ridere. Mi chiamavi la tua bambina e nonostante un certo numero di
scarpe rosicchiate ed un paio di guanciali squartati e sparpagliati
ovunque, sono diventata la tua migliore
amica.Ogni qualvolta facevo la " discola " mi agitavi il dito davanti
al naso e mi chiedevi " Come hai potuto?", ma poi cedevi e mi rotolavi
sulla pancia per una grattatina. La mia educazione casalinga fu un po'
piu' lunga di quel che pensavi, perché eri molto indaffarato, ma ci abbiamo
lavorato insieme. Ricordo le notti in cui mi ranicchiavo vicino a te
nel letto ed ascoltavo le tue confidenze ed i tuoi sogni segreti e
credevo che la vita non sarebbe potuta essere più perfetta. Andavamo a
fare lunghe camminate e corse nel parco, giri in macchina, fermate per
il gelato (per me solo il cono perchè "il gelato fa male ai cani",
dicevi), ed io mi facevo lunghi pisolini al sole, aspettando che
tornassi a casa alla fine della giornata. Impercettibilmente, hai
iniziato a trascorrere più tempo al lavoro, a pensare alla tua carriera
ed a dedicare più tempo alla ricerca di una compagna umana. Ti ho
aspettato con pazienza, consolandoti comunque
nei dolori e nelle delusioni, non ti ho mai rimproverato per le
decisioni sbagliate e ho salutato con gioia ogni tuo ritorno a casa,
anche quando ti sei innamorato. Lei, che ora è tua moglie, non è
"persona da cani", ma le ho dato comunque il benvenuto nella nostra famiglia, provando a dimostrarle affetto e obbedendole. .. Ero felice, perchè tu eri felice.


Quando sono arrivati i bambini, ho condiviso la vostra agitazione. Sono stata affascinata dal loro aspetto roseo, dal loro odore e avrei voluto
far loro da madre. Solo voi due potevate temere che potessi far loro
del male, ma ho passato la maggior parte del tempo in un'altra stanza,
o in gabbia. Oh, come avrei voluto amarli, ma sono divenuta una
"prigioniera dell'amore".

Quando hanno
iniziato a crescere, sono diventata la loro amica. Si aggrappavano al
mio pelo e si trascinavano sulle loro tremolanti gambette, mi
cacciavano le dita negli occhi, esploravano le mie orecchie e mi
baciavano sul naso. Di loro, adoravo tutto e le loro carezze - perchè
le tue carezze erano ormai diventate così rare - ed io li avrei difesi
fino alla morte, se fosse stato necessario.
Avrei voluto sgusciare dentro i loro letti ed ascoltare le loro ansie
ed i loro sogni segreti, ed insieme avremmo aspettato di sentire arrivare il rumore della tua auto.


C'era
un tempo in cui, quando qualcuno ti chiedeva se avessi un cane, tu
tiravi fuori la mia foto dal portafoglio e iniziavi a raccontare di me.
In questi ultimi anni, hai risposto solo "si" e hai cambiato discorso.
Sono passata dall'essere il "tuo cane" a "solo un cane", e tu a
lamentarti per ogni spesa affrontata per me. Ora, hai l'opportunità di
fare una nuova carriera in un'altra città, e tu e loro vi trasferirete in un appartamento dove gli animali non sono ammessi. Tu hai preso la giusta decisione per la tua" famiglia", ma c'era un tempo in cui ero io la tua sola famiglia.

Ero
eccitata all'idea del viaggio in auto, fino a quando siamo arrivati al
rifugio per animali. Odorava di cani e di gatti, di paura, di
disperazione. Hai compilato le carte e hai detto "So che troverete una
buona casa per lei". Loro hanno fatto spallucce e ti hanno guardato con
sguardo afflitto. Conoscono la realtà che riguarda un cane di mezza
età, sia pure con le "carte". Hai dovuto staccare le dita di tuo figlio
dal mio collare mentre lui gridava "No, babbo! Per favore, non lasciare
che prendano il mio cane!" Ed ero preoccupata per lui e di che lezione
le stavi giusto impartendo su amicizia e lealtà, su amore e
responsabilità , e sul rispetto per ogni vita. Mi hai dato una pacca di addio
sulla testa, evitando i miei occhi, e ti sei cortesemente rifiutato di
portare con te il mio collare ed il mio guinzaglio. Avevi una scadenza da rispettare, ed ora anch'io ne ho una che mi attende.


Dopo
la tua partenza, le due gentili signore dissero che certamente tu lo
sapevi da mesi di questo trasloco e ciò nonostante non hai fatto alcun
tentativo di trovarmi una buona casa. Scossero la testa e mi chiesero "Come hai potuto?". Qui al canile, con noi sono premurosi, tanto quanto lo permettono i loro impegni.
Naturalmente, ci danno da mangiare, ma io già da giorni ho perso
l'appetito. All'inizio, ogniqualvolta qualcuno passava davanti al mio
recinto, correvo al cancello, sperando che fossi tu, - che avessi
cambiato idea - che questo fosse tutto un brutto sogno...o almeno speravo che fosse qualcuno che si interessasse a me, qualcuno che avrebbe potuto salvarmi.


Quando
capii che non avrei potuto competere con lo zampettare di un cucciolo
allegro, inconscio del suo destino, mi ritirai nell'angolo più lontano
ed aspettai. Sentii i suoi passi che venivano per me alla fine della
giornata, e la seguii silenziosamente lungo il corridoio, fino ad una
stanza isolata. Una stanza magnificamente tranquilla. Lei mi piazzò sul
tavolo e mi strofinò le orecchie e mi disse di non preoccuparmi. Il mio
cuore martellava nell' attesa di ciò che
stava per succedere, ma c'era anche un senso di sollievo. La
prigioniera dell'amore ha esaurito i suoi giorni. Come è mia natura, era più preoccupata per lei. Il fardello che sopporta la opprime profondamente, e lo so, così come conoscevo ogni tuo umore.

Gentilmente
mi ha messo un laccio emostatico su una delle mie zampe anteriori,
mentre una lacrima le scendeva lungo una guancia. Le leccai la mano così come facevo con te per consolarti tanti anni fa. Senza farmi male mi infilò l'ago ipodermico in vena. Come sentii
la puntura ed il freddo liquido scorrere nel mio corpo, mi lascia
andare sonnolenta, la guardai nei suoi occhi buoni e mormorai "Come hai
potuto".


Forse perchè non capì bene il mio linguaggio canino, mi
rispose "Sono così dispiaciuta" . Mi abbracciò ed in fretta mi spiegò
che era il suo lavoro essere sicura che io andassi in un posto
migliore, dove non sarei stata ignorata, o maltrattata o abbandonata, o
dove non avrei dovuto arrangiarmi da sola - un posto di amore e di luce, così diverso da questo luogo terreno. E
con le mie ultime energie, cercai di spiegarle con un colpo di coda che
il mio "Come hai potuto?" non era rivolto a lei. Era per te, Mio Amato
Padrone, era a te che stavo pensando...Penserò sempre a te e ti aspetterò per sempre. Che tutti , nella tua vita, possano continuare a mostrarti così tanta lealtà.


Fine

By Jim Willis 2001 traduzione di Patrizia Fiorenzato

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Una nota dell'autore

Se
"How Could You?" ti ha fatto piangere mentre lo leggevi, così come ho
pianto io mentre lo scrivevo, è perchè è la storia composita di milioni
di "animali da compagnia", che in passato avevano un padrone e che ogni
anno muoiono nei rifugi per animali in America e Canada (come anche in
Italia!n.d.t. ).

Chiunque voglia distribuire questo saggio per scopi non commerciali è ben accetto, purchè sia correttamente riportata la nota sul copyright. Per
favore, utilizzate questo saggio per aiutare l'educazione, nel vostro
sito, nelle newsletter, nei rifugi per animali, negli ambulatori v
eterinari e nei bollettini.

Dite
alla gente che la decisione di aggiungere un animale alla famiglia, è
una decisione importante per la vita, quegli animali meritano il nostro
amore e cure sensibili, che trovare una nuova casa idonea per il vostro
animale è una vostra responsabilità e qualunque associazione umanitaria
locale o lega per la difesa animale può offrirvi buoni consigli, e che
ogni vita è preziosa. Per favore, fate la vostra parte per fermare le
uccisioni e favorite tutte le campagne per la sterilizzazione per prevenire animali indesiderati.

 
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