KARBOGHA

13/10/2006 Per questa settimana la copertina del mio blog spetta di diritto al maestro Zucchero Fornaciari. Ho atteso un po' prima di pubblicare la mia mini recensione. Avevo bisogno di gustarmi il nuovo album, Fly, per qualche giorno prima di emettere un giudizio che fosse quantomeno obiettivo. Non è un capolavoro semplicemente perché prima c'è già stato "Oro, incenso e birra" e perché ci sono cose nella vita la cui bellezza rimarrà impareggiabile per sempre, fra queste "Diamante" e "Menta e rosmarino". Ma ragazzi, il signor Fornaciari non sbaglia mai una mossa. Figurarsi che mi è anche garbatamente antipatico per quell'aria da sbruffone o per quell'apatica indifferenza che negli anni lo ha accompagnato di fronte alle tante accuse di plagio (negli ultimi centocinquant'anni solo D'Annunzio è riuscito a copiare meglio di lui). In Italia nessuno compone musica migliore (sto parlando di musica, non di testi che in certi casi sembrano fatti con lo stampino) e se è l'unico del Belpaese a finire puntualmente nelle hit americane un motivo deve pur esserci. Un solo appunto: peccato per quella splendida ballata finita dritta dritta sui tubi di scappamento della Punto per sostituire le note del pentito Vasco Rossi. Per il resto baby don't cry make it funky. E scusate se ho recensito poco, è preferibile ascoltare. Le mie impressioni contano veramente quanto il due di picche.