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verso la meta

Post n°18 pubblicato il 01 Ottobre 2015 da ELEANOR1963

Verso la meta

Nell’auto che sfreccia veloce sulla strada a doppia corsia.

Damiano ed io.

Siamo diretti ad Ostia a vedere il sito archeologico di Ostia antica.

La strada fiancheggiata da alti alberi di pino, è piacevolmente ombreggiata in quel pomeriggio assolato di primavera.

Una profusione colorata di oleandri al centro della carreggiata, una siepe multicolore dove il rosso e il bianco dominanti, contrastano spiccatamente contro verde, ora tenue ora più intenso, delle nuove foglie arboree.

Stiamo viaggiando, cinture allacciate, e rispetto dei limiti di velocità.

E’ entrato da poco in vigore il nuovo codice della strada: <>

Appostati, dietro le piazzole di sosta, nascoste all’ombra degli arbusti, pattuglie di carabinieri e polizia in agguato a controllare che le nuove norme siano rispettate, file d’auto e persone arrabbiate per le multe ricevute.

Come al supermercato, si raccolgono i punti cortesia per ricevere dei regali, così, i poveri automobilisti imprudenti, regalano punti e denaro allo stato.

Noi passiamo immuni tutti i posti di blocco, siamo viaggiatori diligenti, d'altronde con l’autovelox non è possibile vedere la mia mano che scivola sulle cosce di Damiano e sù, fino a sfiorargli la patta dei pantaloni.

Lo stereo è acceso, stanno suonando <> tratto dall’ultimo cd di Mina, ridendo dico a Damiano: <>

La sua espressione cambia di colpo, da rilassata e un po’ divertita si fa più attenta, sento tra le mani crescere una certa tensione, è evidente che l’idea lo stuzzica e lo eccita.

Man mano che ci avviciniamo al mare, la strada è interrotta da numerosi semafori, che ci costringono a delle soste indesiderate, la mia mano continua ad accarezzarlo, ora ho sbottonato i sui pantaloni, il suo membro in erezione è tra le mie mani, ci gioco un po’ lo tengo sulla corda, non vorrei che si concentrasse troppo sulle sensazioni, e non prestasse attenzione alla strada e poi mi diverto, a tratti intensifico le manovre a tratti lo abbandono, non appena mi accorgo che perde interesse per me, ricomincio, Damiano si lamenta il mio giochino è un po’ snervante.<> gli dico << non siamo ancora arrivati!>>

La strada è lunga, sembra non si arrivi mai, capita sempre così quando si è diretti da qualche parte, poi invece al ritorno il tragitto è sempre molto più breve.

(Che strane impressioni suscitano le attese e i desideri, tanto da farci considerare la realtà in modo diverso, secondo quello che ci aspettiamo.)

Fermi all’ennesimo semaforo, con il mio giochino tra le mani in un momento in cui le mie carezze s’intensificano, un’auto ci affianca.

Una monovolume, di quelle alte, che sembrano furgoni, da dove è possibile sbirciare all’interno delle auto altrui.

Dentro ci sono due persone, una coppia, il volto di lei dapprima un po’ annoiato d’improvviso si fa pieno d’interesse, poi cambia di nuovo espressione sembra scandalizzata, confabula con il suo compagno.

Probabilmente gli sta raccontando di aver visto qualcosa d’insolito.

Damiano ed io ci scambiamo sguardi d’intesa, poi volgiamo lo sguardo verso l’intrusa con simpatica ironia

<  Guarda che faccia che ha fatto! Secondo me è invidiosa. Non ha mai visto un esemplare del genere.>>

Ridiamo e ci soffermiamo a guardare anche la faccia di lui, sembra incredula e piena d’invidia.

Chissà forse tra i sui sogni inconfessati, c’è questa fantasia mai realizzata, Dal suo volto trapela un’espressione di speranza, probabilmente si augura che questo possa servire da input alla sua compagna.

Il semaforo diventa verde e Damiano riprende lentamente il nostro viaggio, il suo membro, distratto dagli sguardi indiscreti dell’intrusa, sembra immune alle mie carezze.

Pazza di gelosia voglio riconquistarlo: << è mio!>> mi abbasso e poggio le labbra sul glande, immediata la sua reazione, goccioline di piacere fuoriescono  e scendono lungo il prepuzio.

Lentamente con la lingua le raccolgo e ne assaporo il gusto dolce-amaro, la mia bocca e la mia lingua  accolgono il suo membro grosso e duro e lo avvolgono in un caldo abbraccio.

Sento le cosce dure di Damiano tendersi e tremare leggermente, la sua eccitazione sta aumentando sempre di più, lo sento ansimare piano.

<

Lo so! Lo conosco! Lo fa apposta! >>

Se lasciasse trapelare qualcosa, potrei diventare crudele e abbandonarlo, ormai è una consuetudine, un gioco che ripetiamo da tempo.

Mi sento un po’ frustrata, il cambio dell’auto preme contro il mio fianco e mi ferisce; i suoi pantaloni, irrigiditi dalla tela dura, sembrano non volerne sapere di lasciare  quei muscoli possenti, e  restano irrimediabilmente  sù,  come se fossero incollati.

 <>

Svoltiamo verso destra, siamo arrivati nell’ampio parcheggio,

Damiano si apparta verso l’angolo più lontano del parcheggio lontano da sguardi indiscreti.

Ho voglia di giocare di ridere, mi inginocchio sul sedile e con lo sguardo accarezzo il mio uomo, oltre il suo viso, verso l’orizzonte, il mio sguardo è attratto dai colori vivi e cangianti delle ginestre che fioriscono copiose, oltre la recinzione, nel campo incolto che delimita il sito archeologico.

Dai finestrini socchiusi il profumo delle ultime margherite si mescola alla sottile fragranza della colonia di Damiano, il profumo dolce, delle sonnolenti camomille, misto all’odore maschio e virile di uomo, mi ubriaca , mi stordisce, mi sento attratta come un’ape sul fiore,

Mentre mi chino verso le labbra di Damiano , lo vedo stendere il sedile e accomodarsi, sembra si stia rilassando.

In realtà una sottile e crescente tensione si fa strada in noi, quello che prima era solo un gioco, ora  si sta trasformando in una crescente eccitazione che ci porta a sognare paradisi d’emozione.

Non abbiamo bisogno di parole,  lui se ne sta lì, mi guarda e sorride, mi avvicino e lo bacio, non reagisce.

<>

Comincio a baciarlo sugli occhi dolcemente, solo sfiorandolo, lentamente  seguo un sentiero che dagli occhi  arriva all’orecchio, con la lingua ne traccio il contorno, ne mordicchio il lobo e giù verso il collo, chiudo gli occhi e con le labbra prima,  con la lingua poi, ridisegno la sua bocca.

Non mi resiste più e nemmeno io a dire il vero, ho voglia di gustarlo di assaporarlo tutto, di giocare e succhiare i suoi testicoli fuori misura,  gli ho sempre detto che adoro le sue palle , sono così grandi, lo scroto morbido e dolce.

Sdraiato il sedile e abbassati pantaloni, la sua virilità si erge in tutta la sua magnificenza.

Lo abbraccio prima con lo sguardo, poi lo accarezzo con le mani ed infine lentamente mi abbasso e lo accolgo nella calda, umida profondità della mia bocca.

Mentre lo avvolgo con la lingua, con le mani, accarezzo lo scroto e giù fino ad altro orifizio.

Continuo così per un po,’ ora lo lecco, ora lo bacio, ora lo accarezzo, ora infilo le dita dove non vorrebbe, << ma solo a parole!>> in realtà, lasciati dietro vecchi tabù apprezza  e gode.

Tra noi non ci sono parole, anche perché io non saprei che dire o meglio non saprei come!

La mia bocca piena di lui mi impedisce di usare parole , tra noi è un altro il linguaggio di comunicazione, solo desiderio e passione,

Damiano prende la mia testa fra le sue mani e guida i miei movimenti, ora si è completamente lasciato andare, sento  i suoi gemiti di piacere, la sua tensione aumenta…… lo sento arrivare, ecco…… il suo grido di piacere  e il suo fuoco liquido mi investono e mi travolgono.

Lentamente Damiano riprende fiato, si rilassa e mi sorride.

 

 
 
 
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