Creato da ELEANOR1963 il 25/11/2007
HO SOGNATO DI INCONTRARTI
 

 

verso la meta

Post n°18 pubblicato il 01 Ottobre 2015 da ELEANOR1963

Verso la meta

Nell’auto che sfreccia veloce sulla strada a doppia corsia.

Damiano ed io.

Siamo diretti ad Ostia a vedere il sito archeologico di Ostia antica.

La strada fiancheggiata da alti alberi di pino, è piacevolmente ombreggiata in quel pomeriggio assolato di primavera.

Una profusione colorata di oleandri al centro della carreggiata, una siepe multicolore dove il rosso e il bianco dominanti, contrastano spiccatamente contro verde, ora tenue ora più intenso, delle nuove foglie arboree.

Stiamo viaggiando, cinture allacciate, e rispetto dei limiti di velocità.

E’ entrato da poco in vigore il nuovo codice della strada: <>

Appostati, dietro le piazzole di sosta, nascoste all’ombra degli arbusti, pattuglie di carabinieri e polizia in agguato a controllare che le nuove norme siano rispettate, file d’auto e persone arrabbiate per le multe ricevute.

Come al supermercato, si raccolgono i punti cortesia per ricevere dei regali, così, i poveri automobilisti imprudenti, regalano punti e denaro allo stato.

Noi passiamo immuni tutti i posti di blocco, siamo viaggiatori diligenti, d'altronde con l’autovelox non è possibile vedere la mia mano che scivola sulle cosce di Damiano e sù, fino a sfiorargli la patta dei pantaloni.

Lo stereo è acceso, stanno suonando <> tratto dall’ultimo cd di Mina, ridendo dico a Damiano: <>

La sua espressione cambia di colpo, da rilassata e un po’ divertita si fa più attenta, sento tra le mani crescere una certa tensione, è evidente che l’idea lo stuzzica e lo eccita.

Man mano che ci avviciniamo al mare, la strada è interrotta da numerosi semafori, che ci costringono a delle soste indesiderate, la mia mano continua ad accarezzarlo, ora ho sbottonato i sui pantaloni, il suo membro in erezione è tra le mie mani, ci gioco un po’ lo tengo sulla corda, non vorrei che si concentrasse troppo sulle sensazioni, e non prestasse attenzione alla strada e poi mi diverto, a tratti intensifico le manovre a tratti lo abbandono, non appena mi accorgo che perde interesse per me, ricomincio, Damiano si lamenta il mio giochino è un po’ snervante.<> gli dico << non siamo ancora arrivati!>>

La strada è lunga, sembra non si arrivi mai, capita sempre così quando si è diretti da qualche parte, poi invece al ritorno il tragitto è sempre molto più breve.

(Che strane impressioni suscitano le attese e i desideri, tanto da farci considerare la realtà in modo diverso, secondo quello che ci aspettiamo.)

Fermi all’ennesimo semaforo, con il mio giochino tra le mani in un momento in cui le mie carezze s’intensificano, un’auto ci affianca.

Una monovolume, di quelle alte, che sembrano furgoni, da dove è possibile sbirciare all’interno delle auto altrui.

Dentro ci sono due persone, una coppia, il volto di lei dapprima un po’ annoiato d’improvviso si fa pieno d’interesse, poi cambia di nuovo espressione sembra scandalizzata, confabula con il suo compagno.

Probabilmente gli sta raccontando di aver visto qualcosa d’insolito.

Damiano ed io ci scambiamo sguardi d’intesa, poi volgiamo lo sguardo verso l’intrusa con simpatica ironia

<  Guarda che faccia che ha fatto! Secondo me è invidiosa. Non ha mai visto un esemplare del genere.>>

Ridiamo e ci soffermiamo a guardare anche la faccia di lui, sembra incredula e piena d’invidia.

Chissà forse tra i sui sogni inconfessati, c’è questa fantasia mai realizzata, Dal suo volto trapela un’espressione di speranza, probabilmente si augura che questo possa servire da input alla sua compagna.

Il semaforo diventa verde e Damiano riprende lentamente il nostro viaggio, il suo membro, distratto dagli sguardi indiscreti dell’intrusa, sembra immune alle mie carezze.

Pazza di gelosia voglio riconquistarlo: << è mio!>> mi abbasso e poggio le labbra sul glande, immediata la sua reazione, goccioline di piacere fuoriescono  e scendono lungo il prepuzio.

Lentamente con la lingua le raccolgo e ne assaporo il gusto dolce-amaro, la mia bocca e la mia lingua  accolgono il suo membro grosso e duro e lo avvolgono in un caldo abbraccio.

Sento le cosce dure di Damiano tendersi e tremare leggermente, la sua eccitazione sta aumentando sempre di più, lo sento ansimare piano.

<

Lo so! Lo conosco! Lo fa apposta! >>

Se lasciasse trapelare qualcosa, potrei diventare crudele e abbandonarlo, ormai è una consuetudine, un gioco che ripetiamo da tempo.

Mi sento un po’ frustrata, il cambio dell’auto preme contro il mio fianco e mi ferisce; i suoi pantaloni, irrigiditi dalla tela dura, sembrano non volerne sapere di lasciare  quei muscoli possenti, e  restano irrimediabilmente  sù,  come se fossero incollati.

 <>

Svoltiamo verso destra, siamo arrivati nell’ampio parcheggio,

Damiano si apparta verso l’angolo più lontano del parcheggio lontano da sguardi indiscreti.

Ho voglia di giocare di ridere, mi inginocchio sul sedile e con lo sguardo accarezzo il mio uomo, oltre il suo viso, verso l’orizzonte, il mio sguardo è attratto dai colori vivi e cangianti delle ginestre che fioriscono copiose, oltre la recinzione, nel campo incolto che delimita il sito archeologico.

Dai finestrini socchiusi il profumo delle ultime margherite si mescola alla sottile fragranza della colonia di Damiano, il profumo dolce, delle sonnolenti camomille, misto all’odore maschio e virile di uomo, mi ubriaca , mi stordisce, mi sento attratta come un’ape sul fiore,

Mentre mi chino verso le labbra di Damiano , lo vedo stendere il sedile e accomodarsi, sembra si stia rilassando.

In realtà una sottile e crescente tensione si fa strada in noi, quello che prima era solo un gioco, ora  si sta trasformando in una crescente eccitazione che ci porta a sognare paradisi d’emozione.

Non abbiamo bisogno di parole,  lui se ne sta lì, mi guarda e sorride, mi avvicino e lo bacio, non reagisce.

<>

Comincio a baciarlo sugli occhi dolcemente, solo sfiorandolo, lentamente  seguo un sentiero che dagli occhi  arriva all’orecchio, con la lingua ne traccio il contorno, ne mordicchio il lobo e giù verso il collo, chiudo gli occhi e con le labbra prima,  con la lingua poi, ridisegno la sua bocca.

Non mi resiste più e nemmeno io a dire il vero, ho voglia di gustarlo di assaporarlo tutto, di giocare e succhiare i suoi testicoli fuori misura,  gli ho sempre detto che adoro le sue palle , sono così grandi, lo scroto morbido e dolce.

Sdraiato il sedile e abbassati pantaloni, la sua virilità si erge in tutta la sua magnificenza.

Lo abbraccio prima con lo sguardo, poi lo accarezzo con le mani ed infine lentamente mi abbasso e lo accolgo nella calda, umida profondità della mia bocca.

Mentre lo avvolgo con la lingua, con le mani, accarezzo lo scroto e giù fino ad altro orifizio.

Continuo così per un po,’ ora lo lecco, ora lo bacio, ora lo accarezzo, ora infilo le dita dove non vorrebbe, << ma solo a parole!>> in realtà, lasciati dietro vecchi tabù apprezza  e gode.

Tra noi non ci sono parole, anche perché io non saprei che dire o meglio non saprei come!

La mia bocca piena di lui mi impedisce di usare parole , tra noi è un altro il linguaggio di comunicazione, solo desiderio e passione,

Damiano prende la mia testa fra le sue mani e guida i miei movimenti, ora si è completamente lasciato andare, sento  i suoi gemiti di piacere, la sua tensione aumenta…… lo sento arrivare, ecco…… il suo grido di piacere  e il suo fuoco liquido mi investono e mi travolgono.

Lentamente Damiano riprende fiato, si rilassa e mi sorride.

 

 
 
 

SUSSURRI

Post n°17 pubblicato il 16 Settembre 2015 da ELEANOR1963

 

 Sussurri lontani dal mondo dell’ Ade mi parlano

 profondi e sereni,

 rasserenanti tormenti mi chiamano,

limature di ferro nelle vene, rosse di ruggine corrodono volontà,

un ultimo desiderio evaporato nel passaggio di lingua su labbra  di zucchero.

Inghiotto  un ultimo  dolce sapore, un ultimo pieno respiro.

Poi il corpo immobile incollato al buio  dietro tende di garza bruna

si perde  nel sonno.

Inquieti sono i sogni legati a doppio filo con l’anima grigia

e non c’è pace in ogni dove.

Devo perdermi nell'incoscienza dell’oblio

ma vorrei andare…

 
 
 

ho sognato di te

Post n°16 pubblicato il 10 Gennaio 2015 da ELEANOR1963

Eri la mia boccata di ossigeno,il mio raggio di sole sulla pelle sbiadita ,lo sgranchirsi delle membra dopo ore, giorni,  anni di immobilità.

Eri l'ora d'aria di una reclusa, rea di codardia incapace di liberarsi da rancori, rabbie e rimpianti; zavorrata a passati pesanti, complicata per il solo gusto di esserlo, intelligente per il proprio compiacimento e vanto.

Eri il mio sogno, ti incontravo tutte le mattine col "buongiorno chicca".

Restavi con me mi accompagnavi nelle mie giornate solitarie eri il mio amico,il mio amante, il confidente, con te ero donna, ti raccontavo di me parlavo ,sognavo e progettavo incontri complici, i tuoi messaggi la tua voce  TI davano una dimensione reale non eri solo una fantasia.

Pensavo mi importasse poco di Marco, che fosse più il protagonista della mia dimensione onirica del "fidanzato", come un attore che recita un copione scritto da qualcun' altra.

Poi ti sei stancato e hai smesso di recitare la parte, tutto si è fatto teso e un po annoiato, ho pensato: "che importa è solo un trombamico".

Ti ho lasciato e te ne sei andato, non ti ho seguito e non sei tornato.

Cocente la delusione!!............. ma...."c'est la vie ".

Il tempo senza di te ha reso chiaro che  non eri più solo un sogno e mi mancavi.

Non mi sarei mai aspettata che fossi diventato così reale così presente e vero nei miei pensieri,

Capii che ti amavo e.... ti amo.

Ti amo di amore impaurito, spaventato , un amore consapevole e rassegnato.

ti amo di amore che sorprende come il profumo di una torta appena sfornata, che se apri la finestra  un refolo di vento porta via l'aroma e non lo ritrovi più.

Ti amo di un amore  dolce, che ricorda il tuo viso, il tuo odore, che freme quando affondi nella mia carne  e arriva prima al cuore che all'orgasmo.

Ti amo di amore che credevo "piccolo " ma che piccolo non è.

Ti amo di una amore vecchio che ha  l'Alzheimer e che ti dimentica;

fragile, come uno scheletro con l'osteoporosi che può rompersi anche se stai fermo.

Ti amo di un amore che non resiste  e che rinuncia.

Ti amo di un amore che non ti merita.

Un amore bulimico, che ti ingurgita e ti vomita.

Ti amo di un amore "capitato" come un figlio nato in età avanzata che ti rende felice ma apprensivo ed angosciato.

Ti amo di un amore senza futuro, confuso ed arrabbiato che non ti insegue ma scappa.

E' proprio te che amo? o è un amore che ho preteso dal destino ma che oggi ho smesso di pretendere?

  

 
 
 

MARY ED ALEX

Post n°13 pubblicato il 23 Aprile 2011 da ELEANOR1963

  


Mary

Quella mattina ero uscita presto di casa,  colazione al bar,  una capatina dal tabaccaio  << buongiorno Antonio  come va?  Un pacchetto di Merit 100’S  per favore >>.

<< Ciao Mary buongiorno a te >>.

 << Amore! Servila tu per favore >> disse a sua moglie una bella donna bionda.

Antonio aveva la mia età avevamo frequentato le scuole medie insieme,  era sempre stato bruttino e piuttosto somaro  e devo dire che con il crescere non era migliorato.

Ero là a domandarmi se almeno a letto ci sapesse fare, altrimenti non mi sarei spiegata come una donna così, potesse stare con uomo tanto insignificante.

Mentre la mia mente elucubrava sulle abitudini sessuali del “brutt’ Antonio”, mi cadde l’occhio su una bustina colorata, piccola e carina di quelle usate per confezionare piccoli pacchettini, subito decisi di comprarla  pensando all’appuntamento del pomeriggio con il mio Alex, avrei confezionato per lui una sorpresa.

Pagai le sigarette, il  pacchettino,  salutai e andai al lavoro.

Era tutto il giorno che correvo e come il solito ero  anche terribilmente in ritardo…

<< Favorisca patente e libretto prego. >>

<< Accidenti ! >> esclamai.

Attraverso le lenti scure degli occhiali da sole, vedevo  la cangiante divisa bianca del vigile urbano che mi chiedeva i documenti per i soliti controlli di routine.

Quel pomeriggio non avevo tempo, ero in ritardo per l’appuntamento.  Alex mi aspettava nel suo ufficio dovevamo discutere, di polizze assicurative e investimenti.

Solo da poco ero venuta in possesso di  liquidità e volevo investire parte del denaro in azioni ed obbligazioni.

Avevo subito pensato che Alex potesse consigliarmi, era un consulente finanziario amico di famiglia e lo conoscevo da diverso tempo.

Ascoltavo il vigile mentre leggeva i miei dati anagrafici << Mary Sabino, 35 anni, di Roma, capelli color miele, occhi verdi, sorriso da incantatrice >> attonita e un po’ stupita  mi tolsi gli occhiali e lo guardai, << aggiungerei occhi intriganti e seducenti, come quelli di una gatta >> mi riscossi  incredula  e pensai << ci mancava il vigile che fa il cascamorto!>> non volevo offenderlo e allo stesso tempo cercavo di tagliar corto, un sorriso di circostanza, una scusa banale, un parente malato, e con quattro moine finalmente riuscii a liberarmi del vigil- cortese.

Con il pensiero tornai ad Alex, lo avevo conosciuto diversi anni prima, la nostra era una conoscenza superficiale e di circostanza ma mi era sempre stato simpatico, persona davvero squisita, affabile e disponibile un po’ mascalzone come solo certi uomini sanno essere.

Non avevo mai pensato a lui come ad un possibile amante, questo succedeva poi…….

Un pomeriggio,  andai nel suo ufficio per una questione d’affari, cominciammo a scherzare  e a flirtare, la conoscenza e la confidenza, unite al momento particolare, fecero sì che lo vedessi con altri occhi, molte altre volte era successo che ci parlassimo, ma mai che c’interessassimo l’uno all’altra, cominciai a lanciargli segnali sedutivi o lui li lanciò a me non saprei chi cominciò per primo, a volte certi momenti non hanno inizio,  non c’è un innesco razionale ma una serie di concause, di fatto, ciò che fino allora non era mai successo accadde, ci piacemmo, poi …………da cosa nasce cosa e………..

Fissammo così un appuntamento per vederci fuori dell’ufficio in veste privata.

Cominciammo così a frequentarci per diverso tempo, tentai più volte di convincere Alex a far l’amore con me nel suo ufficio, ma lui non aveva mai voluto, cominciai così a pensare al modo di convincerlo.

Erano giorni che stavo organizzando il rendez vouz avevo cercato di ottenere l’appuntamento il più tardi possibile, con spirito machiavellico avevo ordito una  trama: un poco di ritardo, l’ufficio deserto e…….incrociamo le dita.

                                                

Finalmente sono arrivata, parcheggio la mia nuova lancia y, sono leggermente in ritardo.

Tutto sommato le avance del vigile hanno fatto del bene al mio alter ego, mi sto preparando, sono armata di buoni propositi e assolutamente determinata, è mia ferma intenzione sedurre Alex nel suo ufficio.

Per l’occasione indosso un paio di Chanel rosse dal tacco alto, una gonna lunga  con l’orlo a punte, abbastanza larga e comoda per poterci infilare sotto le mani  e magari anche la testa, di tessuto leggero impalpabile quasi trasparente e di colore nero, sopra una maglietta aderente molto scollata, rossa, in tinta con le scarpe che mette in risalto il mio seno generoso, al collo, un fazzolettino nero, come la gonna legato a mò di sciarpetta, agli orecchi  dei pendenti un po’ zingareschi segno di una certa stravaganza.

Una sottile collanina con cornetto portafortuna che si nasconde tra i solchi dei  seni, i contorni delle labbra sottolineati dalla matita, esaltano una bocca che promette baci e carezze, tra i denti bianchissimi, dolcezze e segreti non ancora svelati.

Sto salendo le scale.

Un lungo brivido d’eccitazione mi accappona la pelle, sento tra le gambe inumidirsi la vagina e il tanga rigorosamente rosso, coordinato con il reggiseno.

Indosso anche le autoreggenti nere  acquistate apposta per l’occasione come so che piacciono a lui.

Mentre salgo le scale, ripenso al pacchettino comprato la mattina, lo tiro fuori dalla borsa, mi fermo un attimo, mi volto, guardo verso il basso, ciò che vedo  mi eccita di più, sembra una scena da film erotico.

La tromba delle scale è molto illuminata, un’ampia vetrata  consente una perfetta  visuale di chi sale, se avessi la minigonna mi si vedrebbe fino all’ombelico, mi chino e immagino Alex che da sotto mi guarda mentre mi  sfilo gli slip, lo immagino spettatore e gli lancio occhiate di fuoco, il mio sedere esposto al suo sguardo voglioso.

Davanti ai suoi occhi le dolci rotondità dei miei glutei, più avanti, s’intravede il ciuffo più scuro dei peli del pube, che nasconde il centro della mia femminilità, che pulsa e che brama.

Ho tra le dita delle mani, la sottile stoffa  rossa,  umida  della  mia eccitazione,  apro il pacchettino e  c’infilo le mie mutandine che solo poco prima avevo sfilato con movimenti lenti e sensuali avrei voluto che fosse stato Alex a togliermele mentre con le dita mi sfiorava la pelle facendomi rabbrividire di piacere ma poi salterebbe la sorpresa che ho preparato, così resto ferma un attimo ad accarezzarmi le cosce e su fino all’inguine, pregustando già le dolci carezze di quelle mani che mi conoscono così bene.

Continuo a salire le scale ancheggiando la mia nudità mi eccita ancor di più, se di più è mai possibile.

Mi sento intimidita e spregiudicata.

Ecco due gradini ancora e c’è Alex.

Busso alla porta, Alex mi apre << ciao, buonasera>> << ciao Mary! Come stai bene sei bellissima!>> Leggo nei suoi occhi un certo desiderio, come sempre quando ci vediamo.

Senza darlo a vedere mi squadra da capo a piedi è amante dei tacchi a spillo e di stravaganze un po’ osé.

Mi guardo un po’ in giro con non curanza, poggio il pacchettino in bellavista sulla scrivania con le chiavi e la borsa.<< è per me?>> chiede Alex << forse!>> gli rispondo<< se fai il bravo!>> mi domanda sempre più incuriosito << cos’è?>> << lo saprai a tempo debito>> ribatto prontamente  poi ridendo aggiungo << e poi dicono che la curiosità è femmina! >>

Mi accorgo subito che ha piantato il muso  e per un po’ parliamo solo di lavoro lo lascio cuocere nel suo brodo.

Intanto continuo a giocare con il pacchettino e a provocarlo accavallo le gambe  tiro su la gonna fino sopra il ginocchio e scopro le cosce a momenti mi siedo un po’ scomposta, gioco con la catenina tra i seni, m’inumidisco spesso le labbra, passandoci sopra lentamente la lingua, seguendone il contorno, sono segnali inequivocabili che Alex conosce benissimo, respiro profondamente gonfiando il seno.

Mi accorgo che Alex comincia a distrarsi mi dice  cose senza senso, è evidente che la sua testa è altrove, allargo le cosce e tiro su la gonna lamentandomi per un ipotetico gran caldo, il caldo che sento è dentro di me, e a quel che vedo anche Alex ha caldo... molto caldo.

E palese il suo disagio, goccioline di sudore gli imperlano la fronte, non riesce a stare seduto, si dimena sulla poltrona, noto di sottecchi come tenta in modo maldestro di sistemarsi la patta dei pantaloni, segno che un fagotto gli tira tra le gambe, quando comincia  ad allentare il nodo della cravatta allora è il segnale, credo che basti.

Mi alzo faccio il giro della scrivania mi poggio sul bordo mi avvicino al suo orecchio e soffiando dolcemente gli sussurro << si è per te>>, leggo il sorriso nei suoi occhi come un bambino che ha appena ricevuto il suo dono.

Lo bacio profondamente prendo a succhiargli la lingua mordicchiandola dolcemente seguo il contorno delle labbra lentamente,  ad occhi chiusi come per imprimerlo  nella memoria, le lingue intrecciate  in una danza, i sapori reagiscono tra loro innescando una reazione chimica potente ed esplosiva.

Spingo indietro la poltrona dove Alex è seduto, mi accomodo di fronte a lui con le gambe divaricate e aspetto che Alex apra il pacchettino.

Osservo Alex che con il pacchettino tra le mani titubante  e curioso strappa la carta e ci va ficcanasare << sorpresa !!!!!!!!>>.

Non appena trova le mie mutandine, come un bambino curioso mi alza la gonna e mi vede nuda.

Senza alcuna esitazione mi allarga le gambe e si tuffa a leccarmi, reclino il busto indietro non desidero altro, la sua lingua è dolce e sapiente, con le mani tengo la sua testa e guido i suoi movimenti gridando il mio piacere.

Conosco intimamente Alex, ma non avrei mai sospettato che sapesse essere così abile, la sua lingua nervosa e veloce mi solletica il clitoride girandoci intorno.

Sento che s’indurisce, poi si ferma a titillarlo velocemente, poi più lentamente scende lungo il canale delle grandi labbra fin giù, dove un roseo pertugio gli offre del nettare che assapora avidamente, gli piace il gusto, è dolce, mi schiocca dei colpetti di lingua sulle tenere morbidezze delle grandi labbra poi risale e ridiscende il clitoride rigido ed indurito la vagina grondante di piacere pulsa e spasima.

Alex alza lo sguardo su  di me, io sento che si è fermato, mi alzo. Ci baciamo  a lungo. Le sue labbra hanno un sapore nuovo, misto ai miei umori.

Tra noi non ci sono parole solo gemiti e sospiri, il mio uomo torna a leccarmi, raccoglie la mia linfa che ormai non si contiene e cola lungo la fessura fino ad inumidire un altro pertugio, anche di questo si occupa e mi solletica e mi lecca  mi sembra d’impazzire.

Persa nel mondo del piacere mi accorgo che Alex  si sta dedicando con gran passione a giocare con le dita oltre che con la lingua in diverse parti del mio corpo o meglio nei diversi orifizi, come in una preparazione, questa è cosa nuova per me, mi eccito moltissimo e ad onor del vero, mi piace molto più di quanto non abbia mai immaginato.

Il caldo si fa insopportabile e ci spogliamo.

Alex è bellissimo come un dio greco virile e fiero. Ora tocca  a me farlo felice.

Invertiamo le posizioni io seduta sulla poltrona lui davanti a me sulla scrivania, il suo membro si erge rosso e umido la mia bocca ora è pronta a mantenere le promesse fatte e celati fra i denti candidi.

Le mie mani sulle sue ginocchia lentamente salgono lungo le cosce muscolose e ricoperte di  quei peli che fanno tanto “uomo” arrivo all’inguine  e raccolgo tra le mie mani i suoi testicoli già gonfi.

Lentamente con una mano salgo lungo l’asta e tengo fermo  il mio giochino, me lo paso sul viso, seguo i contorni del mio volto, sugli occhi sulle lebbra, lungo la guancia fino a sfiorare la base del collo, come le dita di un cieco mentre tracciano il contorno del viso per imprimerlo nella memoria.

Mentre seguo i contorni delle labbra dal prepuzio escono goccioline, le labbra imperlate d’umore richiamano irresistibilmente la mia lingua, che esce dalla bocca e avida si appresta e raccogliere il suo sapore, prima lungo le mie labbra lucide di un rossetto nuovo, poi attorno  al suo glande come in un girotondo.

Gioco alla dottoressa << prego si metta in posizione ginecologica>> mi alzo, avvicino le mie labbra alle sue e ci baciamo, è un bacio lungo pieno di desiderio.

Chiudo gli occhi e scendo verso la base del collo, lo mordicchio e lo bacio sfiorandogli appena la pelle, seguo il mio istinto che mi trascina verso il basso, verso i suoi piccoli capezzoli rosei  e mi fermo per succhiarli.

Non lo avrei mai detto, ma anche i suoi, se solleticati, s’inturgidiscono e tra l’aureola  più scura fa capolino un piccolissimo capezzolo.

I gemiti di Alex mi lasciano intuire che gli piace, allora acquisisco forza e coraggio.

Continuo a scendere solleticandogli la pelle della pancia fino all’ombellico, poi, giù lentamente fino all’inguine, risalgo, la punta della mia lingua sfiora appena l’incrocio alla base del glande, dove hanno sede i centri nervosi, il suo membro immediatamente reagisce e si alza, lo sento pulsare, la vena alla base dell’asta si gonfia di più.

Allora scendo a leccarla dolcemente poi risalgo e all’improvviso con foga  quando lui non se lo aspetta lo prendo tutto fra le mie labbra, lo lascio scivolare nella bocca umida  calda e profonda  su e giù velocemente,.

Poi di nuovo lo lascio e scendo lungo tutta la sua lunghezza, arrivo ai testicoli e li prendo fra le labbra, prima uno poi l’altro e di nuovo giù…… più giù.

Mentre lo bacio la mano scivola tra le mie gambe, mi accarezzo a lungo il mio dito intinge l’umido scivoloso e lo porta su fino al clitoride.

Dico ad Alex che voglio sentirlo dentro di me, è come se mi mancasse una parte x essere completa.

Mi stendo sulla scrivania allargo le gambe, mi sento emozionata, pregusto il lento movimento di Alex che prima si avvicina me lo fa sentire , lo strofina lungo tutta la vagina e poi piano lo appoggia sulla soglia del piacere, io resto ferma per un attimo poi con un movimento veloce spingo il bacino verso il basso e lo accolgo dentro di me.

Alex mi viene incontro lo sento spingere fino in fondo, più in fondo.

Con movimenti lenti prima, più veloci poi, un susseguirsi di spinte, d’allontanamenti e di ricongiungimenti sempre più veloci , una passione sempre più febbrile.

Mi sembra di non averne mai abbastanza  non appena lo sento allontanarsi lo abbraccio con le gambe  e con le mani sui glutei lo tengo avvinghiato a me.

<< Voltati>> il tono imperioso di comando mi spinge ad ubbidire, immagino voglia prendermi da dietro, lo sa che a me piace.

<< voglio tutto di te>> mi sussurra piano nell’orecchio.

Non capisco cosa voglia intendere,ma lo lascio fare. I miei sensi sono intorpiditi e la mia mente non è molto lucida.

A dire il vero queste pause mi logorano un po’.

Alex da dietro con le dita ricomincia il gioco che ha fatto all’inizio con la lingua, si china tra le natiche, gioca con la lingua con le dita nella vagina  e più dietro nel pertugio innominato ,non capisco ho la mente in confusione, non capisco ma non mi oppongo ,so solo che ambisco a soddisfare questa bramosia.

Il mio uomo si alza e mi penetra per inumidire il suo membro io felice immagino di ricominciare il gioco di prima , ma dopo poco lo sento di nuovo fuori di me.

Lo sento che si avvicina al pertugio segreto e tenta di spingere m’irrigidisco non voglio <>, mi accarezza i capelli e mi bacia sul collo , mi sento rassicurata, mi rilasso e lo lascio fare.

Alex spinge piano, lentamente il muscolo si dilata, il pene entra non fa male, piano più piano ho un po’ di paura tutti dicono che fa malissimo, la mia percezione è strana ma estremamente piacevole, ancora un po’ ecco ora è tutto dentro, un momento solo per respirare , ed ecco che comincia la danza, dentro fuori, dentro fuori, dentro fuori , spinte sempre più veloci sempre più forti, sento che sto per raggiungere l’orgasmo, lo dico ad Alex anche lui è pronto, io grido forte…………godiamo insieme.

Alex si china su di me mi accarezza dolcemente i seni e mi bacia sul collo, sussurra parole dolci è felice.

A me occorre un attimo ancora per riprendere il controllo, non avevo mai provato nulla di simile, un piacere forte, travolgente, veloce, che mi esplode nel cervello all’improvviso, violento e piacevolissimo……

 

 

 

 

 
 
 

la terrazza

Post n°9 pubblicato il 20 Giugno 2009 da ELEANOR1963

LA TERRAZZA

 

 

<<dio che faccia >> mi guardo allo specchio, labbra tumefatte e occhiaie profonde >> che nottataccia>> ho dormito poco.

Non ho fatto altro che rigirarmi nel letto, la calura notturna non mi ha dato tregua, ma, non è stato solo quello,  strani sogni, che ora non ricordo, mi hanno resa inquieta.

Stamattina appena sveglia ho avuto una  strana sensazione, un lungo fremito mi ha fatto accapponare la pelle. D’estate dormo sempre nuda, mi piace stare con le finestre spalancate e sentire la lieve brezza della sera che mi accarezza, mentre sono stesa fra le lenzuola fresche di bucato.

<<Accidenti!>> sento i capezzoli inturgidirsi e continuo a sentire quella sensazione di bagnato fra le gambe, mi sono ben presto accorta della mia eccitazione <<chissà che sogni proibiti ho mai fatto stanotte?>> <<peccato però non ricordarli !>>

Davanti allo specchio ancora nuda e un po’ intontita, mi guardo, faccio velocemente toletta e ne approfitto per accarezzarmi.

Oggi, come da diversi giorni ormai, una costante eccitazione m’invade, continuo ad accarezzarmi, lentamente, lascio scivolare un dito tra le piccole labbra della vagina, tra gli umori della notte, mi lascio trasportare come un’adolescente tra dolci sensazioni….d’improvviso, la radio-sveglia che ho  lasciata accesa trasmette il notiziario delle 7,00.

<<Com’è tardi!>> era da tempo che non mi accadeva una cosa simile, ora, mi piacerebbe avere tempo ed un uomo tutto mio da accarezzare baciare e con cui fare l’amore, ma non c’è e stamattina non ho tempo ho un milione di cose da fare.

Finisco in fretta, mi vesto e mi trucco ancor prima delle 8,00 sono già in auto.

Anche oggi si prevede una giornata calda ed afosa, mi sento irrequieta più di prima

Guardo il volante e getto lo sguardo sul dito inquisitore che poco prima dentro di me si dimenava ed accarezzava il centro della mia femminilità, l’immaginazione vola e mi riporta  a dolci sensazioni, mi muovo sul sedile come a cercare un’improbabile protuberanza dove poter sfregare la mia voglia.

<<Non so, oggi al lavoro, qualcuno si accorgerà di qualcosa?>>.

Per tutta la mattina ho lavorato senza alzare lo sguardo, nel timore che dal mio viso trasparisse il mio desiderio insolito ed incontrollabile, una sorta di frenesia lenta e dolce, e soprattutto una crescente energia che dal centro s’irradia talmente forte e comunicativa che la si intuisce a pelle, perché brucia.

Sola e schiva col mio fuoco dentro torno a casa, mi faccio una doccia fredda sperando in un po’ di sollievo, mangio della frutta e bevo del succo, non ho voglia d’altro, tento di rientrare nella normalità questo fremito mi turba.

Non sono ancora le 15,00 e fa un caldo torrido, vado a stendermi un po’ al sole.

La terrazza è incandescente, il frinire delle cicale è assordante, più d’una a sottolineare la calura di quest’estate, l’umidità nell’aria è visibile, da lontano una fitta foschia confonde l’orizzonte.

La piscinetta di gomma gialla e blu, riempita d’acqua per rinfrescare e divertire i bambini, mi rimanda il riverbero accecante del sole, i miei occhi azzurri mal sopportano la luce troppo forte.

C’è calmo d’aria, come quando in mare sulle imbarcazioni la bonaccia non muove vela, le tele restano afflosciate nell’attesa di una seppur lieve brezza marina, così sulla terrazza il respiro un po’ affannato, l’aria rovente attraversa le narici e brucia i polmoni, le immagini tremolanti e confuse ballano sotto lo sguardo, chiudo gli ho occhi, ho difficoltà a mettere a fuoco.

Sento caldo e sto sudando, << dio! Che si fa per apparire!>>.

Quest’anno, come da molti ormai, è di moda l’abbronzatura a tutti i costi, possibilmente integrale, è antiestetico il segno bianchiccio lasciato dai lacci del costume.

Sono qui distesa sull’asciugamano, in dosso solo un piccolo perizoma rosa che copre poco e non lascia spazio all’immaginazione, mi giro e mi rigiro, guardo l’orologio, dieci minuti per parte, prona e supina.

Ogni tanto sposto l’elastico del triangolino, non vorrei che lasciasse il segno….<< come se dovessi andare in giro a mostre il sedere>>, sorrido a questo pensiero eppure è successo, sono uscita da casa più volte, senza biancheria intima.

Dalla terrazza il rumore delle auto in lontananza che sfrecciano veloci sulla strada, voci di ragazzi che giocano in cortile, tendo l’orecchio verso le terrazze vicine potrebbe uscire qualcuno e vedermi, mi eccita l’idea sono un po’ timida un po’ spregiudicata, mi tolgo il perizoma sono stanca di spostare l’elastico, tengo però un asciugamano a portata di mano << Non si sa mai!>>.

Sono qui << al sole a farmi un po’ scottar….>> Come recita una canzone di Mina.

Continuo a sudare, le gocce scendono fra i seni e giù, fino riempire l’ombellico, una poi un’altra, sembrano dita che mi accarezzano scivolando sulla pelle.

Un refolo di vento, fa volteggiare il mucchietto di foglie secche della felce, posta nell’angolo, vicino al muricciolo della canna fumaria, segno che si sta alzando un po’ d’aria, eppure di solito nel pomeriggio la brezza del mare si fa sentire fin da noi, ma oggi fa particolarmente caldo ed il venticello tarda ad arrivare.

Sto prendendo confidenza con l’ambiente, la mia nudità è estremamente eccitante.

Il volto verso il sole, le gambe leggermente divaricate, la pelle calda, i seni molli come il burro e temperatura ambiente in una giornata d’estate.

Ecco di nuovo, un altro alito di vento, a muovere i peli scuri del pube e ad asciugare il sudore.

Sento d’improvviso il frusciare del vento tra le foglie dell’albero che intravedo alto oltre il muro del parapetto, le fronde ondeggiano libere e flessuose, un uccellino da sopra l’antenna tv mi spia, dal suo canto s’intuisce che gli piace ciò che vede, mi sento osservata e mi chiedo cosa pensa, forse piacerebbe anche a lui, accoccolarsi nel mio nido caldo ed accogliente.

Finalmente si è alzato il venticello pomeridiano che attenua seppur di poco questa calura estiva.

La lieve carezza del vento mi scivola addosso e mitiga il calore intenso della pelle un pò arrossata.

Le labbra piccole e grandi della vagina, infuocate per il sole e per la voglia, fremono sotto la carezza del vento.

Sento dei brividi, la pelle calda mi si accappona, non per un improbabile freddo improvviso, ma per la strana sensazione che sale da dentro un desiderio insolito.

<< O forse no!>> Non insolito, << lo riconosco!>> è quel turbamento che da qualche tempo mi accompagna e che mi tormenta.

Una musica proveniente da uno stereo acceso ad indicare che qualcuno si è alzato.

Il cortile e il caseggiato cominciano ad animarsi, forse dovrei rientrare, ma non posso una dolce spossatezza, un tenero languore, un acceso desiderio m’invadono, alle immaginarie carezze del vento e delle gocce di sudore, ambisco sentire mani forti e labbra piene di passione.

D’improvviso una contrazione al basso ventre attanaglia la vagina in uno spasmo, allargo un altro po’ le gambe, un rivolo d’umore scende lungo le labbra, una mano carezzevole dal collo giù attraverso i seni, titillando i capezzoli arriva a solleticarmi il clitoride, ogni tanto intinge il dito nell’umore scivoloso del desiderio e torna a solleticarmi, un piacere immenso m’invade, vorrei che non finisse mai.

Che strana pazzia stare nuda al sole in un luogo dove è possibile si affacci qualcuno e mi veda, è questa possibilità che mi eccita <<il rischio è il mio mestiere>> direbbe qualche temerario, il mio unico timore è di non trovare appagamento per questa folle bramosia.

Ad occhi chiusi, sulla terrazza incandescente, godo delle sapienti carezze della mano sconosciuta, libera la fantasia, mi porta volando nel mondo del piacere.

<<Come conosce bene tutti i miei segreti!>> << Come sa carezzarmi dolcemente solo sfiorandomi, o essere più decisa, più veloce, un vorticare, ora calmo, ora frenetico intorno al piccolo centro del mio mondo>>.

Lentamente, in alto, sempre più in alto, il corpo scosso da brividi, il cervello senza più ragione, le membra in tensione…… mi perdo……

Intorno a me una porta si apre la vicina poggia a terra una cesta e si appresta a stendere la biancheria, è ignara del fatto che pochi metri più in la io sono stesa al suolo nuda, il rumore delle mollette cadute a terra mi rimbomba nelle orecchie e mi distrae. Poi torno al presente, quelle mani mi riportano al presente, continuando la loro esplorazione, ora sono due, mi accarezzano i seni, s’infilano in bocca ed io avida ne succhio le dita come se fossero i bastoncini del gelato quando finisce e se ne vorrebbe ancora.

Vorrei gridare ma cerco di trattenermi, non vorrei che mi sentisse? Penso questo in un lampo di lucidità.

<<Ma in fondo che m’importa?>> è una sensazione stravolgente, << potrei renderla partecipe, magari poi mi ringrazierà?>> << Eppure non mi pare il tipo, all’apparenza è pudica ed anche un po’ stronza. >> Ci ripenso e….<<No! Sicuramente mi tengo tutto per me! Sono un’ingorda.>>

Mi sono persa e mi ritrovo, vado e vengo, il corpo e la mente persi in un fluttuare vorticoso verso la meta ambita, verso l’appagamento agognato. Il fiume lascivo tra le gambe, il contrarsi spasmodico della vagina, il movimento frenetico delle dita sul clitoride e poi …...eccomi………sono in paradiso.

Mi gira un po’ la testa, tento di respirare normalmente, lentamente riacquisto il controllo, mi guardo intorno: << dov’è il mio amante?>> << Dove sono quelle mani fatate?>>  Poggiate sul ventre, con le dita ancora umide ad accarezzare i peli del pube una mano, l’altra sul seno, le guardo e le riconosco: <<sono le mie!>>

<<Non posso crederci?>>

Sulla terrazza incandescente nella calura dell’estate: <<Solo io e la mia fantasia.>>

Sento lentamente le tensione abbandonarmi e pervadermi un leggero languore e una rilassatezza che ambisco fin dalla notte e per tutta la mattinata, non avrei mai creduto che da adulta, mi sarei lasciata prendere dalle mie voglie e che non sarei stata capace di controllarle, per ora sto tentando di tenere a bada il mio turbamento ma temo che << solo io e la mia fantasia >> non basti, desidero mani possenti, reali che prendano a coppa i miei seni generosi, labbra dolcissime che mi bacino fino a togliermi il respiro, occhi profondi che scrutino fin dentro la mia anima, e una virilità esemplare che si spinga in me, che mi prenda per i fianchi e mi faccia sentire una donna appagata e felice.

I miei pensieri mi riportano l’immagine virile di un uomo senza volto,dalle grandi spalle, il petto villoso, i capelli scuri, le cosce muscolose e il sedere a mandolino, adoro i sederi sporgenti degli uomini, mi piace prenderli a pizzicotti e mordicchiarli quando ne ho l’occasione, sorridendo allungo una mano verso l’immaginario compagno disteso nudo al mio fianco, mentre mi muovo la mia mano ricomincia a muoversi fra i riccioli scuri del pube tra le labbra ancora umide di piacere……….

 
 
 
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