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« TAMA SUPERSTARDALLE ORIGINI AL DRUMSET... »

Pearl Reference Series

Post n°37 pubblicato il 17 Ottobre 2007 da schio
 

Verso la metà degli anni '90, la nota casa produttrice di batterie, percussioni ed affini, la Pearl, lanciò una serie di batterie che in breve si mise ai vertici del mercato, ovvero la serie Masters, serie che comprendeva diversi modelli, costruiti con diversi legni e con diverse strutture dei fusti, con una qualità costruttiva elevatissima che in breve si guadagnò il plauso del pubblico. Fu a partire dalle Masters, che nel 1999 furono successivamente create le Masterworks, serie di batterie totalmente custom, dai legni alle finiture, dalle misure alle meccaniche. L’utente tramite questo modello poteva così tranquillamente inventare e creare un suo set, personalizzato fino in fondo, dai legni alle meccaniche... Quindi assolutamente unico.

Verso la metà degli anni '90, la nota casa produttrice di batterie, percussioni ed affini, la Pearl, lanciò una serie di batterie che in breve si mise ai vertici del mercato, ovvero la serie Masters, serie che comprendeva diversi modelli, costruiti con diversi legni e con diverse strutture dei fusti, con una qualità costruttiva elevatissima che in breve si guadagnò il plauso del pubblico. Fu a partire dalle Masters, che nel 1999 furono successivamente create le Masterworks, serie di batterie totalmente custom, dai legni alle finiture, dalle misure alle meccaniche. L’utente tramite questo modello poteva così tranquillamente inventare e creare un suo set, personalizzato fino in fondo, dai legni alle meccaniche... Quindi assolutamente unico. 

Tuttavia la casa produttrice prese a cuore due fattori problematici:
1. Quanta utenza può permettersi una batteria dal tanto elevato costo se non endorsers e pochi privilegiati con un alto reddito?
2. Quanti utenti hanno la competenza necessaria per progettare mescole di legni da applicare alla batteria, al fine di garantire un buon suono?

La Pearl così iniziò lo sviluppo di una batteria che fosse basata sulla serie Masterworks ma che avesse dei fusti appositamente studiati per ottenere il massimo da ogni singolo tamburo, che condividesse le meccaniche della serie madre e la qualità costruttiva superba che la caratterizza: la Reference Series.
La nuova serie doveva partire da un principio fondamentale, ovvero quello secondo il quale una batteria costruita in un solo legno è un semplice compromesso. Occorreva quindi individuare diversi legni dalle diverse caratteristiche sonore e abbinarli secondo l’esigenza. I legni furono individuati nell’acero, la betulla ed il mogano africano.

Dopo diversi studi si sono combinati i legni con uno schema abbastanza semplice:
Acero/Betulla: per rullanti e toms da 8” e 10”. Questa combinazione da grande enfasi all’attacco ed al volume dei piccoli fusti.
Acero: solo il tom da 12” è costruito con un singolo legno, poiché l’acero in questo caso fornisce la risposta e l’equalizzazione necessaria per questo fusto.
Acero/Mogano Africano: dal tom da 13” in poi, troviamo questo miscuglio di legni, volto ad enfatizzare le basse frequenze dei grandi tamburi.

Aggiungiamo inoltre uno studio approfondito persino sul bordo del fusto, per sfruttare la diversa conformazione (45° tagliato diritto - 45° smussato e arrotondato – arrotondato completo) al fine di enfatizzare e controllare meglio certe frequenze su determinate misure di tamburo.

Ora guardiamo la batteria come si presenta ai nostri occhi.
La fattura è ineccepibile sin dalla prima occhiata, e allo sguardo si mostrano subito le finiture delicate ed in certi casi sgargianti, troviamo sia colorazioni molto vintage (granite/copperfire sparkle), altre che si incentrano su colorazioni normali con qualche sfumatura (root beer fade/twilight fade/scarlet fade) ed abbinamenti di colori che puntano verso il “tamarro” (purple craze/crystal rain sparkle). In ogni caso, sono curate alla perfezione e degne di lode.

Ricordiamo inoltre che questa serie di batterie utilizza esclusivamente finiture dipinte e poi verniciate, non ci sono coperture adesive. Questo conferisce gran valore allo strumento dal punto di vista estetico e della qualità della lavorazione.

La seconda cosa che inevitabilmente ci cattura sono le meccaniche. Troviamo i nuovi Optimount, ridisegnati per l’occasione, dal look delicato, e totalmente cromate. L’impatto visivo è ottimo.

Inoltre verremo sicuramente incuriositi anche dai nuovi tiranti BRL-55, che oltre al look gradevole hanno una funzione di “accomodamento” dell’accordatura, inclinando il tirante a seconda della tensione che gli viene imposta, evitando così qualsiasi tensione tra fusto e tirante. Ispirati dallo stesso principio, anche sulla cassa troviamo il medesimo sistema, con i tiranti BRL-300.

Rivisti in linea con l’hardware anche i blocchetti per le gambe dei floor tom, con un raffinato intarsio del logo Pearl.

Come nelle normali Masters, sono d’obbligo i cerchi Mastercast Die-Cast, che oltre a dare un look più aggressivo, contribuiscono alla buona tenuta dell’accordatura.

È simpaticamente in evidenza anche il vedere colori diversi negli interni di un fusto rispetto all’altro!
Provate a montarci delle pelli battenti trasparenti e vedrete!!

Analizziamone ora le capacità sonore.
I toms sono veramente capaci, il volume è ottimo e la timbrica altrettanto.

Sembra che il principio sopra ampiamente descritto sia stato sfruttato appieno, giacché non solo si ottiene un volume sbalorditivo da fusti di piccola e media taglia, ma il controllo delle dinamiche ed il sustain dei fusti sono stupefacenti.

Nonostante le dimensioni ridotte, un tom da 8” si fa sentire...eccome! Se siete appassionati dei toms che cantano all’infinito o quasi, beh certamente non vi deluderà... Una buona accordatura vi permetterà di dare loro un decay secondo l’esigenza ed il vostro personale gusto.

Passiamo ora ai timpani. La prima volta che ho messo mano, o meglio bacchetta sul timpano da 16”, sono rimasto molto colpito. Ottimo attacco, bassi sorprendenti senza però esagerare nei volumi e nel sustain, ed il decay è graduale e senza sbalzi eccessivi. Evidentemente lo studio dei legni si è fatto valere, tendo a precisare che effettivamente nonostante le diverse mescole di legni la timbrica è perfetta su tutti gli elementi del drumset, dal minuscolo 8” al maestoso 18”.

Cosa che nei toms e nei timpani si può notare appena si comincia a batterci un po’ è la delicatezza e la sensibilità nell’accordatura. Basta 1/8 di giro di chiavetta e le differenze si sentono. Possiede un ''range'' di accordature veramente enorme.

La cassa è una vera perla. La risposta al battente è fenomenale, il suono è caldo, corposo e ricco.
Tra le altre cose è di una carica di volume assolutamente fenomenale.

Vera perla è il rullante Reference. Una vera belva in cui troviamo 20, no dico, 20 strati di legno!! 14 strati di acero più 6 di betulla, mescolati secondo un criterio di 2:1 e così via. Sensibile, livello sonoro spaventoso, preciso.
Personalmente ritengo che questo rullante sia tra i migliori attualmente in commercio.

Tra l’altro monta le nuove cordiere ultrasound della Pearl in bronzo, che danno una sensibilità veramente pazzesca sulle ghost notes e sulle dinamiche più leggere.
Troviamo anche il nuovo meccanismo tendicordiera “Glide Lock”, sistema che permette di sbloccare la cordiera solo premendo un bottone situato nella levetta che tende e rilascia la cordiera. E’ tecnicamente impossibile quindi che durante le nostre performances, la cordiera si sblocchi, una bella e utile innovazione.

Inoltre la tensione della cordiera viene regolata tramite un blocchetto che deve essere spinto verso il basso per poter effettuare la regolazione. Questo appena lasciato andare torna su bloccandosi, in modo che la tensione resta costante nel tempo.

I rullanti sono disponibili in 3 versioni, dalla 13”x 6.5”, alla 14”x 5” fino alla famigerata 14”x 6.5” che a mio avviso è una vera bomba, in quanto solo questa altezza sfrutta appieno la camera del fusto, già ristretta a causa dello spessore del fusto stesso. Ovviamente anche il rullante monta di serie i cerchi die cast ma credetemi, il tiro cerchio/pelle andrà molto ben dosato, sempre se avete pietà dei musicisti con voi sul palco.

Tirando delle conclusioni possiamo tranquillamente annoverare questa batteria tra le migliori batterie prodotte in serie attualmente in commercio, curata fino ai minimi dettagli, con una precisione assoluta nel suono. La Pearl ha sicuramente fatto centro con questo progetto, l’unica pecca, sempre se si può chiamare tale, è il fatto che non ne saranno più costruiti drumkits già preassemblati, ma verrà realizzata SOLO su ordinazione. Questo implicherà un’attesa che andrà dai 6 ai 9 mesi anche per un semplice tom da 8”.

Tuttavia questo è sinonimo anche di qualità e della quantità di lavoro che la circonda, virtù che la Reference Series esibisce in tutto il suo splendore.

Per ulteriori informazioni: http://www.pearldrum.com/

 

 
 
 
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INFO


Un blog di: schio
Data di creazione: 08/10/2007
 

FOTO RULLANTE GRETSCH

questo splendido rullante
lo possiedo anche io dedicato alla tragedia delle torri gemelle 11-09-2001
 

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