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Restituire i soldi alle famiglie o alle imprese?

Post n°19 pubblicato il 15 Maggio 2013 da dizetap
 

Il dilemma del titolo porta ad aspri dibattiti dalla notte dei tempi, esattamente da quando sono nati i sindacati e la contrapposizione tra destra e sinistra si è fatta più netta.

Nel corso del tempo spesso i Governi hanno spartito le risorse dello Stato dividendole tra aiuti alle imprese e detrazioni alle famiglie.

Ovviamente nel corso del tempo questa scelta è rimasta influenzata anche dalla situazione economica e dai risultati attesi. Ma veniamo ad oggi.

La crisi che attraversa il nostro Paese sta attanagliando le imprese che non hanno credito dalle banche e chiudono i battenti o licenziano oppure delocalizzano all'estero.

La crisi che attraversa il nostro Paese, d'altro canto, attanaglia anche le famiglie che hanno mutui e prestiti da pagare (per fortuna San Draghi tiene il tasso basso a differenza del suo predecessore) e sempre più spesso combattono con i licenziamenti e restano con un solo stipendio, talvolta senza anche quello.

Quindi il dilemma su chi aiutare per prima o in maniera preponderante diventa una scelta di programmazione politico-economica di non facile soluzione.

Io propongo di iniziare dalle famiglie ed ecco perché:

1- aiutare le imprese non garantisce nuove assunzioni, non mette al riparo da ulteriori delocalizzazioni e non porta queste aziende a rientrare in Italia;

2- l'effetto più probabile è che le aziende rimettano in sesto i propri conti;

3- aiuti alle famiglie significa salvarli dal fallimento, solo che quando un individuo "fallisce", non essendo un'azienda, significa una persona che va sotto a un ponte o peggio ancora compie gesti estremi;

4- aiuti alle famiglie significa dar loro la possibilità di consumare e consumare implica che qualcuno deve produrre, cioè le aziende. Le aziende per produrre smettono di licenziare e iniziano pure ad assumere. Assumendo altre persone avranno stipendi e soldi per consumare prodotti e servizi che qualcuno deve continuare a produrre,...

Si tratta di un circolo vizioso positivo, esattamente l'opposto di quello ottenuto con l'aumento delle tasse.

 

 

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Commenti al Post:
giovannatilocca
giovannatilocca il 17/05/13 alle 15:34 via WEB
Le tue proposte mi piacciono perché sono operative ed efficaci. E credo che anche i "politici" sappiano che cosa è meglio fare. Ma nel contempo la nostra classe politica non è assolutamente in grado di agire. Prima di tutto dovremmo avere una classe politica scollegata dal malaffare e in grado di prendere decisioni. Per questo mi sto chiedendo se sia possibile trasformare lo sconcerto, la paura, la disperazione in un'azione pratica pacifica, non violenta, che porti ad un riequilibrio del potere in Italia. Per il momento l'unica azione praticabile è non votare questi soggetti, a maggior ragione se si mantiene una legge anticostituzionale. E se i sindacati e altre organizzazioni pensassero ad organizzare manifestazioni mirate ad ottenere l'indispensabile attenzione al mondo del lavoro non sarebbe male. Ricordiamo che c'è un tempo per tutto. Se il tempo giusto passa senza che niente accada, poi potrebbe essere troppo tardi. E qui sta passando davvero troppo tempo.
 
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Un blog di: dizetap
Data di creazione: 02/01/2013
 
 

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