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Il volo

Post n°44 pubblicato il 31 Agosto 2012 da pensieridellanima

La vedo volare, libera, veloce, sicura

all’improvviso si posa poi riparte

un nuovo giro, mi avvolge mi distrae.

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Amore di Robot

Post n°43 pubblicato il 28 Agosto 2012 da pensieridellanima

La dottoressa BAK-515, esperta cibernetica, sistemò il circuito micronizzato sul supporto dell’analizzatore.
Aveva lavorato quasi due anni per metterlo a punto, accese il display battendo sulla tastiera una serie di dati ed osservando il risultato del suo lavoro sullo schermo.
Tutto andava perfettamente bene, nel limite delle possibilità analitiche del sistema di controllo.
Rimase ferma ad ammirare la sua opera, tutta la sua vita era racchiusa in quel chip di pochi millimetri di materiale solido. Si concesse una breve pausa dal lavoro, ormai con la sua invenzione i robot avrebbero acquisito tutte le caratteristiche dell’essere umano, anche essi sarebbero divenuti esseri dotati di sentimenti: la barriera tra uomo e robot era ormai abbattuta.
Doveva collaudare il frutto di un’intera vita, chiamò il suo servo-robot e quando questi le fu vicino, lo disattivò.

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Summertime

Post n°42 pubblicato il 26 Agosto 2012 da pensieridellanima
 

Il piccolo caffè si trovava a due passi dal negozio. Presi posto a un tavolino all'aperto, mi misi comodo e iniziai a sfogliare il giornale. Quando rialzai lo sguardo l'uomo si trovava appoggiato al muro dinanzi a me, non l'avevo visto arrivare. Incuriosito, lo osservai armeggiare all'interno di un grande e logoro borsone di plastica. Ne tirò fuori un piccolo sgabello bianco ormai scrostato in più parti, la custodia dello strumento mostrava strappi e tagli difficilmente riparabili, il sassofono no. Quando lo liberò dalla sua prigionia, i raggi del sole furono come catturati da quel gioiello cromato, l'uomo alzò gli occhi e i nostri sguardi s'incontrarono. Il sorriso che mi rivolse fu uno dei più malinconici che avessi mai visto in vita mia, una sensazione d'inquietudine partì dallo stomaco e mi risalì fino al cervello, di scatto spostai lo sguardo in cerca del cameriere.

Molti li chiamano barboni o clochard, i più generosi si spingono a definirli artisti di strada, alcuni vi passano accanto e li guardano con disprezzo, " Ma che vadano a lavorare " è il commento che si sente più spesso. L'uomo che attaccò Summertime non rappresentava nulla di tutto ciò, era semplicemente un genio. Le note iniziarono a fluire e invasero la stretta via come onde che si infrangono sulla battigia. Chiusi gli occhi e mi feci trasportare dalla melodia, lasciai che la musica mi penetrasse anima e corpo come lava incandescente, la sensazione di staccarmi dal suolo fu spaventosa e sublime al tempo stesso. Quando l'ultima nota si disperse nell'aria, rimasi con gli occhi chiusi ancora per qualche istante, rincorrendo con la mente la scia di quell'incantesimo.Quando li riaprii l'uomo era sparito, mi guardai intorno confuso e spaventato, erano passati solo pochi secondi. Chiamai il cameriere con un gesto, intenzionato a chiedergli che fine avesse fatto il musicista. Incurante dei miei cenni, mi passò accanto col blocchetto in mano e si rivolse ad altri clienti.

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Gustavo il ranocchio rosso, che aveva un amore rosso più rosso di lui

Post n°41 pubblicato il 23 Agosto 2012 da pensieridellanima

C’era una volta, e forse c’è ancora, un ranocchio rosso che si chiamava Gustavo.
Gustavo era un ranocchio con gli occhiali e la cravatta blu .
Era sempre solo perché era un po’ strano.
Era strano perché, tutte le volte che doveva fare un passo avanti, prima faceva la ruota e, quando si trovava in situazioni imbarazzanti, balbettava e alzava la zampina.
A Gustavo era successa una cosa bellissima: si era innamorato!
Amava, con tutto il cuore e nonostante il suo sangue freddo, una giraffa di nome Guendalina.
La giraffa si chiamava così perché i suoi genitori erano indecisi tra Guenda e Lina.
In verità, speravano nella nascita di un maschietto, in quel caso, l'avrebbero chiamato Astrolabio, nome molto comune tra le giraffe.
Nonostante i vari rituali, allestiti dalle streghe giraffe del posto per far nascere un giraffo, nacque una femminuccia e, dopo una intensa contesa tra il papà giraffo e la mamma giraffa, il giudice, perché dovette intervenire lui per definire la questione, decise per Guendalina.
Gustavo, amava segretamente Guendalina.
Si appostava sull'albero più alto per riuscire a guardarla negli occhi e, con tutti i problemi di timidezza che aveva, era difficile riuscire a stare in equilibrio, per non parlare di quel fastidioso inconveniente di balbuzie che gli impediva di fare discorsi d’amore in tempi ragionevolmente rapidi.
Più di una volta, infatti, era successo che la ruota o l'alzata di zampa l'avessero fatto precipitare giù.

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Gli zoccoletti rossi

Post n°40 pubblicato il 21 Agosto 2012 da pensieridellanima

Rosella era una bambina timida e schiva, a cinque anni aveva già lo sguardo serio di un'adulta.
Raramente si univa ai giochi dei compagni, preferiva starsene in disparte ... si sedeva sotto il grande albero del cortile della scuola materna, dove stava quando la mamma andava a lavorare, e osservava gli altri bambini correre e schiamazzare nel grande cortile.
I suoi occhi sembravano cercare qualcosa ...
Si ... lei cercava l'azzurro del suo mare, rincorreva piccoli ricordi di giorni felici.
Viveva da poco in questa nuova città. Lei, la mamma e la nonna ci si erano trasferite da pochi mesi, da quando il suo papà aveva deciso che lei non doveva più fare parte della sua vita.
Era sempre stato un papà assente, non aveva mai vissuto con loro e Rosella non ne aveva mai capito il perché.
Nella sua testolina di bimba si domandava perché gli altri bambini avessero un papà sempre con loro mentre il suo arrivava ogni tanto ... si fermava qualche giorno e poi spariva di nuovo.
La mamma le aveva detto che lui lavorava lontano ma lei sapeva che non era così ... lo aveva visto in quella grande casa che la mamma chiamava Hotel.
Anche se la mamma l'aveva trascinata via in fretta lei lo aveva visto ... con quel suo vestito elegante.
Per un attimo lo aveva sentito parlare con alcuni signori in una lingua per lei sconosciuta.
Solo molti anni dopo avrebbe saputo che quello era proprio il suo lavoro ... era un interprete e in quella grande casa lui si occupava del rapporto con i clienti stranieri.
Non aveva detto nulla quel giorno e nemmeno tutte le altre volte in cui lo aveva rivisto in lontananza, lo sguardo triste della mamma le aveva fatto capire che non doveva dire nulla, doveva fingere di non sapere.
Aveva continuato a tacere ... non aveva mai chiesto perché aveva dovuto lasciare il suo mare ... e nemmeno perché la mamma la lasciava sola in quella scuola per andare a lavorare.
La nonna le aveva vagamente spiegato che in casa occorrevano tanti soldi, per questo la mamma doveva lavorare e per questo lei doveva essere molto buona e non fare tanti capricci, non chiedere sempre giochi nuovi.

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IANOVIC

Post n°39 pubblicato il 19 Agosto 2012 da pensieridellanima
 
Tag: amore

Oggi vado con mamma dal parrucchiere. Sono settimane che intendo andarci, ma tra studio e amiche, non ho mai trovato un pomeriggio libero. Ho deciso, voglio tagliare un po’ i capelli: tra poco sarà Natale e intendo darmi un nuovo look. Di solito non seguo la moda del momento, ma è diverso tempo che le amiche, che al mio contrario sono aggiornatissime sulle nuove tendenze, mi hanno dato il consiglio sul taglio e allora ho preso la decisione ma senza dire niente a nessuno: deve essere una sorpresa. L’appuntamento con Gino è alle 16,00 e, ovviamente, arriviamo puntuali. Conosco Gino ormai da tanti anni, da quando ero una bambina, e quando ci incontriamo scambiamo sempre battute divertenti o commentiamo calorosamente i fatti di cronaca che ogni giorno apprendiamo dai vari TG. Appena entrate l’ambiente sembra ancora più accogliente se paragonato al freddo e al vento sferzante che c’è fuori. In un angolo troneggia un simpatico albero di Natale dal quale, al posto dei classici addobbi,pendono tanti bigodini colorati che mettono allegria. Quando Gino ci vede, ci viene incontro e ci abbraccia col solito calore, ci fa subito accomodare e si mette all’opera. Dopo un paio d’ore siamo fuori, contente per il lavoro ben riuscito del parrucchiere e per lo sconto che ogni volta puntualmente riceviamo. Specie ora che papà è in pensione, le spese sono tante e non navighiamo nell’oro, fa comodo risparmiare qualcosina. Strada facendo facciamo anche un po’ di spesa e poi eccoci finalmente a casa. Papà è in poltrona a leggere pigramente un vecchio libro, ma quando ci vede gli si illuminano gli occhi. Dopo tanti anni di matrimonio lui è ancora innamorato di mamma e lei ricambia con affetto e stima ed io, che sono figlia unica e come dice lui “la luce dei suoi occhi”, mi diverto spesso a stuzzicarli . Ormai è quasi ora di cena e mentre mamma prepara un’insalatina di contorno al pollo al forno ed io inizio ad apparecchiare, papà accende la tele e si mette attentamente a seguire un programma a quiz e ad ogni domanda da la sua risposta: quando è quella giusta sembra un bambino. Tutto è pronto e ognuno di noi prende il suo posto a tavola. Abbiamo da poco iniziato quando papà ci comunica che, dopo un po’ che eravamo uscite, era passato Ianovic.

 

Avevamo conosciuto l’uomo diversi anni prima quando una mattina aveva bussato alla nostra porta per chiedere qualche vestito dismesso e qualcosa da mettere sotto i denti. A distanza di anni ricordo ancora il suo sguardo timido e sottomesso quando aveva ricevuto quello che mamma gli aveva infilato in un sacchetto di plastica e si era prodigato in mille ringraziamenti e andando via si era girato e con la mano aveva salutato con gentilezza e gratitudine. Dal suo viso si capiva bene che la sua vita non era stata mai facile e noi, negli anni, avevamo avuto modo di conoscerlo meglio. Ci aveva raccontato che quando era più giovane nel suo paese lavorava e che, messi dei risparmi da parte, si era sposato con una ragazza del suo quartiere. Dopo un anno avevano avuto una figlia che adoravano. La vita scorreva tranquilla e rilassata, ma, come tutte le cose belle, anche la serenità di quella famiglia fu turbata. Giochi di potere nel suo paese avevano man mano portato a un guerra civile e da quel momento l’unico pensiero di Ianovic fu quello di mettere in salvo il suo piccolo nucleo familiare. Riuscì a raccogliere una piccola somma e a mettersi in contatto con una organizzazione che trasportava clandestini all’estero. Aveva pagato in anticipo e con trepidazione aveva atteso il giorno del viaggio carico di belle speranze ma con un timore e un inquietudine che non lo lasciavano mai. La notte non dormiva al pensiero di quella nuova vita che attendeva lui e i suoi cari e allo stesso tempo immaginava un’esistenza e un avvenire più tranquilli specie per la bambina.

 

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Il cane

Post n°38 pubblicato il 13 Agosto 2012 da pensieridellanima

Marco

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Ho sentito la sveglia. Forse ci siamo! Questa notte ho dormito poco e male, sono certo si parte per le vacanze, è ora.

Nei giorni scorsi ho visto che preparavano le valige, è il segnale che andiamo tutta la famiglia al mare ci divertiamo insieme e come al solito sarò felice.

Immagino ed assaporo le lunghe corse sulla spiaggia, i tuffi e i momenti di tranquillità nel giardino all’ombra di quel grande albero nell’altra casa.

In realtà devo ammetterlo nei giorni scorsi non mi sono comportato proprio bene ho dato fastidio, spesso mi hanno rimproverato, ma sono eccitato per la partenza e spero, anzi sono, certo mi hanno perdonato e compreso, del resto il loro affetto non si discute ormai faccio parte del loro gruppo.

Sono arrivato in questa casa due anni fa e di cose insieme ne abbiamo fatte, ci sono stati momenti allegri, tristi, abbiamo riso e pianto insieme e io del resto sono stato sempre fedele e rispettoso dei loro spazi.

Perdonatemi ma l’eccitazione del momento mi ha fatto dimenticare le buone maniere e non mi sono ancora presentato sono Attila.......

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IL PENDOLARE

Post n°37 pubblicato il 08 Agosto 2012 da pensieridellanima

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Per anni, tutte le mattina lo incontravo, tanto che dopo poco iniziammo ad accennare un saluto.

Prendevamo lo stesso autobus che ci conduceva alla stazione, lui saliva qualche fermata dopo di me e, sempre insieme, prendevamo l’affollato treno che, dopo un ora circa, ci portava in città. Non ci siamo mai parlati anche se di strada insieme ne abbiamo fatta tanta, nelle assolate giornate estive o nelle piovose e fredde mattinate d’inverno.

Era un uomo sulla cinquantina molto educato di statura bassa e molto magro, i capelli brizzolati e gli spessi occhiali che incorniciavano gli occhi castani tristi e gentili.

Dall’aria sempre dimessa ma composta, non l’ho mai visto socializzare, entrava nell’autobus in punta di piedi e se non trovava un posto per sedersi arrivava alla fine della lunga fila di sedili e, fermo, mantenendosi, si perdeva con lo sguardo fuori dal finestrino.

Cosa pensasse in quei momenti ovviamente non lo so, ma forse sognava un mondo libero e magari più bello.

Una mattina, ed è stata l’unica volta, l’ho visto salire tenendo per mano un bimbo. Doveva avere circa otto anni, carino con i suoi vestiti ordinati e semplici, durante il viaggio hanno scambiato poche parole, nei loro occhi tanta tristezza.

Questo viaggiare insieme è durato credo all’incirca quattro anni poi, all’improvviso da circa due mesi, quel signore non l’ho più visto........

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Post N° 36

Post n°36 pubblicato il 06 Agosto 2012 da pensieridellanima
Foto di pensieridellanima

Passa un pomeriggio in compagnia di pensieridellanima, scopri un mondo di fantasia.

Troverai numerosi racconti, poesie, recensioni ,frasi e tanto altro.

Ti aspettiamo

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Biscotti della fortuna

Post n°35 pubblicato il 02 Agosto 2012 da pensieridellanima

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Alla fine di una cena o di un pranzo in un ristorante cinese si possono ricevere (spesso al momento del conto) dei biscottini, noti con il nome “Biscotti della fortuna”, contenenti un breve messaggio (spesso propiziatorio).
Si tratta di un dolcetto croccante, realizzato con farina, zucchero e vaniglia, all’interno del quale è racchiuso generalmente un messaggio di buon auspicio.

In verità, se andate in Cina, non troverete quasi mai i biscotti della fortuna.
La provenienza esatta dei biscotti della fortuna non è precisa, ma diversi gruppi di immigrati in California affermano di avere deciso di rendere popolare questa usanza all’inizio del ventesimo secolo, basandosi su una ricetta di cracker tradizionali giapponesi.
Quindi i biscotti della fortuna sono stati ideati dai giapponesi, popolarizzati dai cinesi e consumati dagli americani.

 
 
 
 
 

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Un blog di: pensieridellanima
Data di creazione: 20/05/2012
 

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