POVERA CAULONIA

RICCHI INTRALLAZZISTI & MISERABILI MESTIERANTI

 

Ultimi Commenti

u.spiritatu
u.spiritatu il 31/08/14 alle 19:33 via WEB
Sono questi i risultati del pensiero unico tarantellato. Era già previsto che ci avrebbe fatto fare salti all'indietro, con la conseguenza di un notevole impoverimento socio-culturale. Ma la responsabilità, ovviamente, va data alle Amministrazioni Comunali che, in nome della piazza piena e invasata, non sanno fare altro che riproporre all'infinito la solita musica. E per arricchimento personale, ma i bilanci di queste serate?
 
u.spiritatu
u.spiritatu il 31/08/14 alle 19:31 via WEB
Le amministrazioni comunali sono le principali responsabili. Pensa che nel mio paese, in 3 anni, avremo avuto almeno 6-7 concerti di Cavallaro, più infiniti concerti minori sempre di "tarantellati". Se una volta la tarantella mi piaceva, ormai me l'hanno fatta odiare! Sai che nel paesello di linu u latru da gurna nigra affiliato alla locale hanno affidato la direzione artistica al ciucciaro, un ignorante che più ignorante non c'è.
 
u.spiritatu
u.spiritatu il 31/08/14 alle 19:24 via WEB
Queste tarantelle hanno rotto! Sono portatrici di tamarri, ubriaconi, pseudio mafiosetti del cavolo con la cultura del rispetto...che vadano a fare in culo! La musica in Calabria, fortunatamente, non è solo rappresentata da Mimmo Cavallaro e dal suo ignorante sèguito. Ah ,vorrei dire due paroline all'utente "ilgrilloparlante" che ci chiama "chianoti": senza dubbio nella "chiana" è pieno di brutta gente , ma guardatevi un po' allo specchio, cari amici jonici (da cui proviene, tra l'altro, anche il vostro Cavallaro, almeno credo). Grazie a noi chianoti che portiamo soldi dalle vostre parti siete usciti dal dimenticatoio in cui siete da sempre stati, e se non fosse per quella maledetta e pericolosa superstrada, ancora sareste fermi a 50 anni fa. Spero che la superstrada venga al più presto chiusa per necessari lavori di ripristiino, oggi la galleria era persino al buio! E poi vediamo cari jonici cosa farete senza i chianoti....
 
u.spiritatu
u.spiritatu il 31/08/14 alle 19:21 via WEB
Imbarazzante a Cittanova: «Volimu a tarantella» e la piazza gremita fischia Mario Venuti Mer, 20/08/2014 - 11:37 Anche per il ciucciaro sarà dura tra non molto... La piazza di Cittanova era calda, fisarmonica e tamburello l’avevano colpita alla pancia. Lo scorso 18 agosto in seconda serata, in occasione di un festival della canzone popolare, tutto pieno con Papandrea e Cavallaro. All’improvviso quest’ultimo ha chiamato sul palco Mario Venuti. Uno delle più rispettate star della musica d’autore italiana è stata surclassata dai fischi. «Volimu a tarantella»: imbarazzante questa Calabria che vive di battito senza pensare mai alla mente e all’anima. All’arricchimento.
 
u.spiritatu
u.spiritatu il 31/08/14 alle 19:17 via WEB
Il lecchino e i due perdenti!!! PD: Ottima organizzazione, solite contraddizioni Dom, 31/08/2014 - 16:50 A Roccella con Oliverio, Speranza e Callipo Il lungomare di Roccella è stata una splendida cornice. Il circolo PD, diretto da Mimmo Bova, è stato efficiente ed inappuntabile. I tre candidati alle primarie centrosinistra, Mario Oliverio, Giannetto Speranza e Gianluca Callipo, si sono confrontati nella cittadina Jonica rispondendo alle domande poste, con grande garbo, dal giornalista Pietro Melia. Tutti e tre bravi nell'esporre ,lineari, convincenti, leali . Persone sicuramente perbene, politici di spessore. Purtroppo grande è la confusione sotto il cielo del PD. Si dice: Dio acceca chi vuol far perdere ! Ed accecati sembrano i dirigenti nazionali e regionali democratici , impegnati in Calabria a combattere una guerra di posizione tutta nel loro campo. Una specie di lotta fratricida che può mettere in discussione una vittoria che sembrava assicurata dopo la debacle politica della giunta Scopelliti. La contraddizione è stata chiara a Roccella. Tutti e tre i candidati hanno ribadito di volere le primarie mentre la dirigenza del partito ne farebbe volentieri a meno. Le ragioni si possono ben capire: tutti i sondaggi danno per vincente alle primarie, Mario Oliverio, esponente della vecchia guardia comunista. L'esatto opposto del giovane sindaco di Pizzo, certamente più gradito a Roma ed a Magorno. Gianni Speranza , politico fine, ed amministratore accorto è consapevole di giocare una partita in campo “amico” ma che non è il suo. Non gli sfugge di certo al sindaco di Lamezia che il PD rappresenta il socio di maggioranza della coalizione e che- sicuramente- esprimerà il candidato alla presidenza. Intanto i giorni passano e la confusione aumenta. Niente è certo! Sembra chiaro anche ai più sprovveduti, il gioco del centrodestra: a parole dice di voler votare ad ottobre, nei fatti sta allestendo una trappolone per votare in primavera. I consiglieri del centrosinistra hanno evitato di fare l'unica mossa che avrebbe messo in difficoltà la maggioranza regionale: le dimissioni in massa. In fondo sembra che il vivacchiare sino al prossimo mese di maggio faccia male alla Calabria ma bene ai singoli consiglieri regionali. A Roccella si avvertiva nell'aria questo strano clima. In apparenza si incrociavano i fioretti, in realtà si restava in superficie. Singolarmente bravi i candidati ma sfuggenti nei contenuti. E non per colpa loro. E' una illusione che una singola persona, per quanto capace, possa risolvere i problemi seri di una Regione come la Calabria. Ci vorrebbe un “collettivo” e questo manca. Il PD porta sulle sue spalle questa responsabilità: non saper unificare e valorizzare il suo capitale umano, trasformando singole personalità in una organizzazione autorevole , forte plurale. Quindi manca una “Idea” di Calabria, manca un progetto, manca una saldatura tra popolo e classe dirigente. I partiti del centrodestra non esistono in quanto tali, in questa parte del campo esistono varie personalità, vari notabili ma nessun partito degno di questo nome. Questo aumenta le responsabilità del PD che - nonostante tutto -è l'unico partito rimasto in campo. Più il tempo passa più il partito democratico rischia di infilarsi nella morta gora delle lotte personali e delle faide tra “tribù” contrapposte. La Calabria avrebbe bisogno di recuperare entusiasmo, passione, voglia di riscatto, fiducia nella classe dirigente. Sale dal basso una insofferenza verso la politica inconcludente che si coniuga ad una forte voglia di sentire parole fuori dei soliti luoghi comuni che hanno imperato in questi terribili anni di decadenza. La Calabria non ha bisogno di un governo per vivacchiare ma un progetto forte, risolutivo e condiviso. Il PD deve trovare il modo per superare lo stato di empasse e non perdere ulteriore tempo. Non si può restare sempre in mezzo al guado altrimenti si rischia di annegare.
 
u.spiritatu
u.spiritatu il 31/08/14 alle 19:15 via WEB
Dopo tanti anni ancora non ho capito se c'è o ci fa! Ringrazia il falso in bilancio del berlusca, capra. Pugnali alzati sulla tarantella Dom, 31/08/2014 - 11:36 «In un’atmosfera di festa, far sfilare un “battaglione” di uomini armati per proibire la vendita delle salsicce m’è sembrato qualcosa d’eccessivo. Un mostare i muscoli in un posto ed in un momento sbagliato» La Tarantella è un ballo di popolo che porta con se un messaggio di contestazione al “potere costituito”. Una musica che odora di sudore contadino, di sangue che sale verso il cervello, di passione, di dignità e protagonismo popolare. Un ballo in cui vibra la vita mentre profuma di antiche passioni e di spirito ribelle. Una musica così, non può avere molti amici nei palazzi alti. Infatti, per anni hanno tentato di sopprimerla catalogandola come musica dei “tamarri”, ballata del “basso volgo”. “Tamarri” stava per meridionali. Non è stata solo un’aggressione dall’esterno ma anche il “suicidio” di un popolo sconfitto. Per anni abbiamo rinnegato il nostro dialetto, la nostra letteratura, la nostra cultura, accettando supinamente l’egemonia dei “vincitori”. PP Pasolini denunciò per primo il danno di questo appiattimento sulla cultura dominante. Il pericolo è ancora in agguato: si può suonare e ballare la tarantella e contemporaneamente ucciderla, trasformandola in un ordinario bene di consumo su cui avviare un commercio. La tarantella deve andare oltre “Peppinella” e “mulinarella”, deve uscire dalle ingessature e vivere collegandosi alla cultura antagonista di cui è stata espressione. La manifestazione KTF di Caulonia è l’appuntamento più importante di musica popolare che c’è in Calabria ed i tempi sono maturi per far compiere alla manifestazione un ulteriore salto di qualità: meno sagra di paese , più raduno e incontro di cultura e musica alternativa. Un unico progetto articolato in più paesi della Locride e della Calabria e collegato alle istanze di riscatto del nostro popolo e di riappropriazione dell’anima calabrese aperta al mondo. I nostri centri storici sono palcoscenici unici ed insostituibili , il nostro cibo un potente attrattore, la nostra letteratura una sorgente di vita. Bisogna migliorare la manifestazione , non ucciderla. Invece, come per il delitto sull’ Orient Express, più pugnali sono alzati contemporaneamente per colpire. Non è una questione di soldi ma di dignità. La Provincia che degrada la manifestazione al livello della sagra della melanzana la dice lunga su una classe di governo priva di qualsiasi progetto culturale e politico. Su una gestione dei fondi pubblici intesa come libero arbitrio degli amministratori, dispensatori di premi per gli “amici” e castighi per i “nemici” . Brutta pagina quella scritta dalla Provincia di Reggio Calabria, che offende la manifestazione, la Locride, Caulonia. Umilia, soprattutto ed innanzitutto, la dignità dei cittadini degradati al ruolo di supini sudditi da parte di un potere che si manifesta come ostile, estraneo, lontano. Così come la discutibile incursione militare guidata dai NAS. Sia chiaro la forza pubblica ha tutto il diritto di fare i controlli che ritiene opportuno, però tenendo conto che la nostra terra non è controllata dalla Jihad islamica , né è un’ enclave di terroristi. In un’atmosfera di festa, far sfilare un “battaglione” di uomini armati per proibire la vendita delle salsicce m’è sembrato qualcosa di eccessivo. Un mostrare i muscoli in un posto ed in un momento sbagliato. Altra cosa sarebbe stato un intervento preventivo, concordato con i responsabili locali dell’ordine pubblico, discreto, saggio ed equilibrato. Quando qualcosa di simile è successa a Polsi s’è alzata alta, forte e vibrante la voce del vescovo Bregantini. Trentino di nascita, calabrese nel cuore! Comunque, a giustificazione di quanto è successo, direi che la responsabilità non è di singoli uomini ma soprattutto del clima che s’è creato in Calabria dove è in atto una deriva autoritaria , tanto più pericolosa quanto più inconsapevole di esserlo. Un uragano che sta travolgendo ogni residuo argine democratico. Una cosa del genere non sarebbe mai successo in una “festa dell’Unità” degli anni Settanta e non perché i protagonisti di quelle feste fossero più bravi o più coraggiosi ma perché i calabresi non avevano ancora interiorizzato l’idea di essere un popolo colonizzato. Infine, è evidente il vuoto di programmazione della Regione Calabria. Bisognerebbe riflettere su quanto ha fatto la Regione Puglia a Melpignano, trasformando questa manifestazione, inizialmente simile a quella di Caulonia, in un importante appuntamento nazionale. Il governo “Vendola” ha avuto una grande capacità di esaltare un evento a cui si contrappone il volo rasente della Regione Calabria. Le amministrazioni passano, resta la Calabria, la Locride , il suo popolo. Quanto è successoevidenzia i guasti di un potere oppressivo che si ritiene scisso dalla gente e marcia verso l’arbitrio . L’autorità e la legittimità della “Politica” e dello “Stato” nel suo complesso non risiedono nella forza ma nel rispetto e nell’affetto dei cittadini. Quanto è successo a Caulonia rappresenta una inquietante spia di una degenerazione in atto, di una infezione che potrebbe diventare galoppante se non incontrerà l’argine di una società civile consapevole dei propri diritti.
 
nella.merda
nella.merda il 24/08/14 alle 22:13 via WEB
QUANDO QUESTO GRANDE VV.UU. LO FARA' A CAULONIA IL PAESELLO DI LINU U LATRU DA GURNA NIGRA AFFILIATO ALLA LOCALE DI SANTU NICOLA? O E' STATO FERMATO DATO CHE NEL PAESELLO COMANDA LA 'NDRANGHETA! Multe a pioggia a Marina di Gioiosa Jonica Dom, 24/08/2014 - 16:24 Un’altra tegola cade sui cittadini della Locride, grazie all’idea del sindaco di Marina di Gioiosa Jonica, Domenico Vestito, e del suo comandante della polizia municipale, Settimio Ambrosio, proveniente dal Piemonte, di far installare delle postazioni mobili di autovelox, nel territorio comunale, con una taratura per la quale è “impossibile” non prendere una multa. Infatti, solamente il 13 giugno 2014, sono state emesse oltre 550 multe, a ignari automobilisti i quali, dalle dichiarazioni raccolte da varie associazioni di consumatori e di difesa dei diritti dei cittadini, non si erano accorti della “trappola”. Pur essendo assolutamente regolare la decisione del sindaco e del suo comandante, assieme all’amministrazione comunale, di far installare una postazione, l’idea è stata giudicata infelice dalla stragrande maggioranza della popolazione locridea che sta montando una protesta senza precedenti. Ovviamente perché sono pervenute moltissime multe, con detrazione dei punti dalla patente, per essere passati, ad esempio, davanti all’autovelox, a 53 o 60 km orari. Una cosa che non sarebbe mai accaduta con la professionale Polizia Stradale. Gli uomini dello Stato, infatti, che mirano veramente alla salvaguardia della sicurezza e dell’incolumità pubblica, con grande buonsenso, considerato che la norma non impone nulla, tarano l’apparecchio rilevatore della velocità in modo serio e preciso. Tanto per fare un esempio, non fanno in modo che pervengano multe a chi supera il limite di 5 chilometri, ovviamente sottraendo i 5 km di legge o il 5% superando un cento limite, se il tratto di strada percorso dall’automobilista è segnato da una cartello che ha un limite di 50 e a circa 30, 40 metri di 70. La Polizia Stradale, in modo encomiabile, tiene conto delle condizioni della strada, delle condizioni atmosferiche e della presenza di scuole, se l’apparecchio viene posizionato in un centro abitato. In questo caso, ovviamente, si tara l’apparecchio a 50 km perché è giusto e sacrosanto salvaguardare i fanciulli, gli insegnanti, i genitori ecc.. Molti cittadini, poi, contestano la decisione del Comune di Marina di Gioiosa Jonica sospettando che l’iniziativa di installare la postazione mobile di autovelox sia motivata dal fatto che si debba fare cassa. Nessuno ha detto una parola sulle postazioni fisse ai semafori o in alcune zone. Tutti lamentano la presenza della postazione mobile e tutte le persone multate, stranamente, lamentano il fatto di non aver notato alcun cartello segnalatore. Qualcuno, più attento, che non ha ricevuto multa, ha notato dei cartelli a terra, tirati giù da un vento che soffia, frequentemente, nel grazioso comune jonico. Ma come lo si fa a dimostrare? Il comandante della polizia municipale ha asserito che viene effettuato un controllo ogni ora di permanenza dell’autovelx, sui cartelli segnalatori. Ma può garantire che è una cosa fattibile? Se accanto all’apparecchio rilevatore della velocità c’è un operatore, questo che fa? Interrompe la rilevazione ed effettua il controllo? O c’è una pattuglia che controlla, ogni ora? In ogni caso non è questo il problema. Se il 13 giugno sono state emesse più di 550 multe e nei giorni successivi, molte altre, l’incasso del Comune di Marina di Gioiosa Jonica a quanto ammonterà? Anziché preoccuparsi di multare la povera gente, come mai il comune non si adopera affinché lo stato disastroso della strada statale 106 migliori? E così come si occupa di dare la caccia a chi supera il limite di 50, di pochi chilometri, come mai il comandante della polizia municipale non si accorge dello spreco d’acqua all’ingresso del paese, dove gli irrigatori aspergono con il prezioso liquido erba e sterpaglie? Andrebbe multato anche lui, per distrazione? Molti cittadini della Locride ritengono che si stia tornando al Medioevo, quando si veniva tassati, vessati e multati su qualsiasi cosa. Speriamo che non si giunga all’epoca di Geordie in cui venne impiccato per avere cacciato un cervo nel terreno di un re. Il sindaco Vestito, non ha voluto partecipare a un confronto televisivo con il dottore Giuseppe Cavallo, responsabile di una delle maggiori associazioni di consumatori, ma lo ha invitato presso la sede municipale, per poi dirgli: «Questa è casa mia e parlo prima io (sic)…» E questo in presenza del sindaco Giorgio Imperitura, presidente dell’assemblea dei sindaci della Locride. Comunque, ora si attende il verbale dell’importante incontro, che dovrebbe essere approvato e siglato dai presenti. Ovviamente nessuno ha voluto o vuole mettere in dubbio l’onestà del primo cittadino, dell’amministrazione, del comandante della polizia municipale, ma si mette in dubbio il modo, improvviso, di “regolare il traffico”. Il sindaco pare che abbia detto che ha agito così perché nel territorio in questione, ci sono stati sette morti per incidente stradale. Ma come mai lui, da politico, non si è mosso prima? Perché non ha sollecitato prima le amministrazioni che si sono succedute ad adottare provvedimenti, in modo costante e continuo? E poi perché giustificare il fatto di non aver installato il velox, ad agosto, per non sembrare che si volesse fare cassa? Ma se ad agosto c’è la maggiore intensità di traffico? In quel periodo i pedoni e i cittadini in genere non avevano maggiore bisogno di salvaguardia? Forse lo si è fatto per non rischiare di multare i turisti e fargli dire, ciò che hanno detto molti cittadini della Locride: «A Marina di Gioiosa Jonica non ci vado più?» Intanto, il CODACONS, per bocca del dottore Cavallo consiglia di pagare le multe se non si hanno elementi per il ricorso ma invita a chiedere la rateizzazione se si è in condizioni economiche disagiate, però documentate. Nell’affermare che «È giusto dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio», il dottore Cavallo ha anticipato di aver detto al sindaco Vestito e al comandante Ambrosio che «Come si giudica si viene giudicati». Egli, infatti, ha detto, che «Sta scritto nella Bibbia ed è Parola di DIO, che Così come giudicate sarete giudicati». Cosimo Peronace
 
u.spiritatu
u.spiritatu il 23/08/14 alle 13:17 via WEB
Fischi a Mario Venuti... normali Sab, 23/08/2014 - 12:13 A questo punto una faccenda è chiara: la parola da non nominare mai, pena far incazzare a morte mezzo il mondo umbràtile dei social (che spesso è molto antisocial), la pattuglia dei colti e anche quella dei civilmente corretti, è una. “Tarantella”. Guai a chi lo dice. A tanti tanti non “ci” piace a tarantella, così come, citiamo il grande vecchio Paolo Conte (chissà se aveva ragione) “alle donne non ci piace il jazz”. Raccontiamo tutto dall'inizio, per chiarezza. Cittanova, festival Tradizionandu, Mimmo Cavallaro, stella della musica popolare, chiama sul palco il cantautore siciliano Mario Venuti (nato coi Denovo negli anni 80, bravo, raffinato, con allure intellettuale). Molti tra il pubblico contestano: sono lì per ballare e per ascoltare Cavallaro, fischiano, gridano “volimu 'a tarantella!”. Non sembra la fine del mondo che in un festival che si chiama Tradizionandu il pubblico abbia voglia non tanto di pop anglo-etneo quanto di tarantella. Solo che a molti la cosa non va giù. Sul sito di “Riviera” che ha riportato la notizia, e sui social, fioccano i commenti schifati verso il pubblico di Cittanova. Quelli che vogliono la tarantella sono dei subumani cafoni. Pure, probabilmente, in odore di mafia, dato che la tarantella (lo sostengono in tanti) è già di per sé manifestazione di una cultura geneticamente 'ndranghetista, più o meno come le processioni (anche questo è stato sostenuto da parecchi soldatini inconsapevoli del conformismo & ignoranza). E bisogna ricordare che questo di Venuti non è il primo caso di artisti fischiati sul palco dal pubblico ansioso di ballare la tarantella. Al festival di Caulonia pare sia successo più di una volta. Anche il quel caso il pubblico era stato tacciato, in varie sedi, di cafonaggine. E invece quest'atteggiamento di disprezzo nei confronti di chi vuole ascoltare la musica (più o meno genuinamente) popolare sembra molto più provinciale del pregiudizio che vuole combattere. Cosa vuol dire provincialismo? Vuol dire guardare sempre fuori per stabilire quali sono i canoni di bellezza e di cultura. Vuol dire accettare tutto quello che è importato come se fosse sempre (per il fatto stesso che è importato) educativo, didattico, perfino etico. Ma proviamo un momento a pensare: che succederebbe se a un festival reggae in Giamaica si presentasse un gruppo di rock duro? Probabilmente il pubblico userebbe gli amplificatori Marshall rubati ai rockettari per farci germogliare tante piantine con la foglia a cinque punte. Cosa accadrebbe a Nashville se a un festival country ci fosse un dj set lounge-ambient? Prenderebbero a bottigliate il Dj. E il set. Insomma, la contaminazione, vale la pena ricordarlo, non è un dovere assoluto. In più: si può discutere su quanto ci sia di davvero tradizionale nell'onda di musica popolare che da un po' di anni sembra inarrestabile (e sul fatto che in giro ci sia tanta mondezza non c'è dubbio), ma su certe cose non bisognerebbe parlare con cotanto sacro livore. Il pubblico ha la facoltà di applaudire e di fischiare. Il pubblico può perfino pretendere di essere intrattenuto con forme espressive che già conosce, e non necessariamente educato a qualcosa di più “elevato”. All'epoca di Shakespeare la platea tirava uova marce e topi morti agli attori non graditi, e questo non ha impedito che venisse fuori qualche capolavoro notevole. Sarebbe il caso di sospendere certi snobismi buffi. Anche perché in fin dei conti l'odio che un calabrese può manifestare per la tarantella in un modo o nell'altro, gira e rigira, vuoi o non vuoi, ha un solo, vero, nome. Odio di sé.
 
ufficiopiano.comune
ufficiopiano.comune il 18/08/14 alle 18:44 via WEB
ECCO QUALI SONO LE IMPUTAZIONI A CARICO DI VECCHI E NUOVI AMMINISTRATORI, IN PARTICOLARE PER U LATRU I LINU DA GURNA NIGRA AFFILIATO ALLA LOCALE E ASPIRANTE BECCHINO; FALSO MATERIALE ED IDEOLOGICO IN ATTI PUBBLICI, TRUFFA AGGRAVATA PER IL CONSEGUIMENTO DI EROGAZIONI PUBBLICHE E PECULATO PER AVER DISTRATTO A PROPRIO FAVORE SOMME DI DENARO DALLE CASSE DEL PAESELLO.
 
comuneufficiocoltura
comuneufficiocoltura il 07/08/14 alle 18:12 via WEB
CHE COSA HANNO DA CONDIVIDERE Bombino, De André e Roy Paci con le tradizioni della tarantella??? Torna il Kaulonia Tarantella Festival Dal 19 al 23 agosto. Ci sono anche Bombino, De André e Roy Paci Redazione ANSA CAULONIA (REGGIO CALABRIA) 06 agosto - (ANSA) - CAULONIA (REGGIO CALABRIA), 6 AGO - E' "Just Tarantella" il titolo della 16/a edizione del Kaulonia Tarantella Festival 2014 in programma dal 19 al 23 agosto in Calabria. Cinque giorni, dalle 18 di ogni pomeriggio all'alba dell'indomani, in un borgo-palcoscenico, assieme a tanti nomi di primo piano della scena musicale italiana per ballare al ritmo della musica popolare. Tra gli ospiti dell'edizione 2014 il compositore tuareg Bombino, Cristiano De Andrè e Roy Paci. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
 
 
 

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Non è facile vivere in Calabria, non è facile scrivere di ‘ndrangheta, denunciare. Ma bisogna sacrificarsi per la libertà di informare. Ci hanno detto ‘siediti’ e ci siamo alzati, ci hanno detto ‘non fare questo, non fare quello’ e noi l’abbiamo fatto… Ci hanno detto ‘non scrivere’ e noi abbiamo scritto e continueremo a farlo. Non saranno proiettili, buste gialle, lettere minatorie a fermarci. Non sarà una macchina bruciata a fermare il nostro ardore, a frenare la nostra rabbia.

 

 

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