Creato da prcgirl il 05/04/2006

GloriaPetrolo

CIRCOLO PRC "ILARIO MACRI'" DI CAULONIA; tinte rosse nazionali, internazionali e pacifiste;

 

 

Post N° 71

Post n°71 pubblicato il 15 Maggio 2007 da prcgirl

NON VORREI LIMITARMI A SCRIVERE ESCLUSIVAMENTE SULLE ELEZIONI COMUNALI IMMINENTI MA PER ORA NON RIESCO A FERMARE I PENSIERI E I VARI RAGIONAMENTI A RIGUARDO.

ANCHE SE SU QUESTO BLOG CONTINUERò A SCRIVERE DI QUELLO CHE SUCCEDERà IN CAMPAGNA ELETTORALE HO COLTO CON ENTUSIASMO L' IDEA DI CREARE UN BLOG CHE TRATTASSE SOLO DI "SINISTRA ALTERNATIVA PER CAULONIA"; CREDO SIA GIUSTO E SOPRATTUTTO DARà, SPERO, MODO AI CANDIDATI E AI SOSTENITORI DI ESSERE  PIù PARTECIPI ALLA COMUNICAZIONE VIA WEB.

QUINDI DA OGGI POTRETE VISITARE IL BLOG http://blog.libero.it/SXalternativa.

 
 
 

Post N° 70

Post n°70 pubblicato il 12 Maggio 2007 da prcgirl

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TUTTI INSIEME AL COMPAGNO MIGLIORE..FELICI PER LA BUONA RIUSCITA DI UN COMIZIO PARTECIPATO; UN COMIZIO RIUSCITO NONOSTANTE QUALCUNO ABBIA CERCATO DI BOICOTTARLO DAL PUNTO DI VISTA "TECNICO" FINO ALLA FINE: PECCATO NON GLI SIA RIUSCITO E SIA STATO PURE RIPRESO DAI SUOI "SUPERIORI" PER QUESTI TENTATIVI!!!!!

LA LISTA SINISTRA ALTERNATIVA SI SCUSA MA DEVE RINVIARE IL COMIZIO NELLA FRAZIONE DI URSINI PER RISPETTO DEL LUTTO DEL CANDIDATO RULLO BENNY.

 
 
 

Post N° 69

Post n°69 pubblicato il 06 Maggio 2007 da prcgirl

immaginePRESENTAZIONE DELLA LISTA
5 MAGGIO 2007, P.ZZA MESE, CAULONIA SUPERIORE

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IL PROSSIMO APPUNTAMENTO ELETTORALE DELLA LISTA SINISTRA ALTERNATIVA PER CAULONIA SI TERRà GIORNO 9 MAGGIO ALLE ORE 19.00 IN P.ZZA BOTTARI A CAULONIA MARINA;

SARà PRESENTE IL CAPOGRUPPO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DEL PRC, IL COMPAGNO GENNARO MIGLIORE!!!!

 
 
 

Post N° 68

Post n°68 pubblicato il 01 Maggio 2007 da prcgirl

SOLIDARIETà ALL' ASSOCIAZIONE "DON MILANI" DI GIOIOSA JONICA

Un ennesimo atto vile che colpisce coloro i quali credono e praticano un modello culturale e di vita radicalmente diverso rispetto a quello dell’ illegalità.

Nella Calabria “terra di mafia” qualcosa sta cambiando e le continue minacce e intimidazioni che associazioni come quella “Don Milani” di Gioiosa Jonica ricevono lo dimostrano. Le maglie intricate di  una fitta e radicata rete come quella mafiosa che usa i pallettoni per ribadire che esiste, sono sotto pressione; una pressione che continuerà nel tempo perché tanti semi di speranza e legalità vengono seminati ogni giorno nella nostra terra.

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L’ associazione Libera, alla quale la Don Milani è legata, contribuisce quotidianamente a questo lavoro; lavoro la cui riuscita è stata testimoniata dalla consistente partecipazione alla manifestazione dello scorso 21 Aprile a Polistena .

La lista “Sinistra Alternativa per Caulonia” manifesta all’ associazione di Gioiosa la sua solidarietà ma anche l’ invito a continuare a credere e a lavorare in questo senso rinnovando la speranza e la possibilità concreta che certi substrati illegali possano essere sconfitti…che una “Calabria Libera” dalla mafia sia possibile.

PER LA LISTA “SINISTRA ALTERNATIVA PER CAULONIA”

La candidata Gloria Petrolo

Segretaria del Circolo prc “Macrì” di Caulonia

 
 
 

Post N° 67

Post n°67 pubblicato il 01 Maggio 2007 da prcgirl

PROGRAMMA AMMINISTRATIVO DELLA LISTA N.1
ULTIMA PARTE

IL GOVERNO DEL TERRITORIO, OBIETTIVO CONSUMO ZERO

 

Una forte azione pubblica nel governo del territorio è uno degli impegni che ha sempre caratterizzato i nostri programmi e quelli delle coalizioni che hanno visto la nostra presenza. Contrariamente allo slogan “padroni in casa nostra” occorre un grande sforzo per costruire una visione collettiva del luogo in cui viviamo, costruendo processi partecipati per la formazione degli strumenti di pianificazione. La carenza strutturale di iniziative pubbliche nel settore della casa ha contribuito a considerare il problema della casa come una questione privata, individuale, alimentando così la rendita immobiliare, oltre che contribuire a determinare la scarsa qualità degli insediamenti, dettata da una attenzione dell’abitare riferita esclusivamente alla dimensione domestica. Questo ha prodotto agglomerati dove non esistono luoghi pubblici, spazi comuni, ma dove si esalta l’assoluta indipendenza dell’alloggio, l’uso esclusivo dello spazio aperto; luoghi dove rinchiudersi e disinteressarsi a quanto accade fuori, salvo indignarsi quando si ritiene possa essere coinvolta la propria sfera privata.

Più in generale occorre prestare una particolare attenzione rispetto alle trasformazioni che si andranno a prevedere al fine di garantire un dimensionamento strettamente legato al fabbisogno, consentire trasformazioni ordinate e limitare i consumi di suolo, nell’ottica dell’obiettivo Consumo zero di territorio.

 

 

QUESTIONE DI GENERE

 

 

Tutte le politiche devono contenere consapevolmente il principio di parità, ed essere valutabili per gli effetti che producono sugli uomini e sulle donne. Per fare questo occorrono nuovi modi di leggere la realtà economica e sociale che rendano visibili le differenze non solo per creare pari opportunità, ma anche per ricavarne vantaggi complessivi per la comunità. L’Amministrazione comunale dovrà dare il massimo sostegno alla Commissione Pari Opportunità e promuovere iniziative tese a valorizzare il ruolo delle donne, nella vita familiare, civile e politica.

 

 

 

 

VIABILITA’

 

Considerato che il territorio di Caulonia è molto frazionato ed esteso,  gli interventi di cura  e manutenzione frequenti, delle diverse strade del Comune, risultano essere estremamente onerosi e necessari;  è per questi motivi che non verrà data priorità a “Grandi Opere”, che in concreto non soddisferebbero le reali necessità di una collettività  non omogeneamente concentrata come la nostra. Bisogna, invece, puntare ad avere una viabilità in buono stato, investendo risorse e sollecitando, quando di competenza, gli enti superiori affinché provvedano alla manutenzione e al rifacimento dei tratti stradali disastrati.

 
 
 

Post N° 66

Post n°66 pubblicato il 01 Maggio 2007 da prcgirl

PROGRAMMA AMMINISTRATIVO DELLA LISTA N.1
PARTE SESTA

FREE SOFTWARE ED OPEN SOURCE

 

Il termine Free/Libre Open Source Software (da questo punto in poi FLOSS) è una definizione intermedia tra quelle di Free software (Software Libero) e di Open Source (sorgente disponibile).

 

Si intende con “free” un software soggetto a un particolare tipo di licenza, che ne permette la libera esecuzione per qualunque scopo, l’accesso alla struttura interna del programma (codice sorgente) anche per eventuali modifiche, la libera redistribuzione. Il dualismo Free/Libre nell’acronimo serve ad escludere ambiguità interpretative sul doppio significato della parola “free”, che in inglese significa sia gratuito sia libero. Occorre specificare che il Free Software non è gratuito, ma semplicemente rispetta le “4 libertà” indicate nella celebre definizione di Richard Stallman (http://it.wikipedia.org/wiki/Software_libero).

 

Si intende con Open source (sorgente aperto) un software che mette il codice sorgente a disposizione di eventuali sviluppatori, che sono liberi di modificarlo e incrementarne la complessità.

 

Principi

La diffusione di tecnologie FLOSS rispetta i principi della Costituzione della Repubblica Italiana, in particolare: Art. 3 (rimozione delle barriere sociali e limiti di accesso), Art. 4 (contributo al progresso materiale della società), Art. 9 (sviluppo della ricerca scientifica e tecnica). Il rispetto del dettato costituzionale è soprattutto rilevante per quanto riguarda l’innovazione tecnologica, oggi in rapida e talvolta incontrollata evoluzione rispetto ai principi cardine del nostro ordinamento repubblicano.

 

Linee guida

 

1)      PLURALISMO

Sostegno al principio di pluralismo come elemento fondamentale di inclusione sociale ed economica, equità e mediazione di esigenze sociali, prevenzione di eventuali conflitti in tema di accessibilità.

2)      COMUNICAZIONE CONTINUA

FLOSS come modello ottimale per garantire la comunicazione delle pubbliche amministrazioni, centrale e locali, con i cittadini. Sostegno a forme di cittadinanza attiva, trasparenza degli atti e collaborazione in rete tra le amministrazioni. Attuazione di politiche di ascolto attivo nei confronti dei cittadini, miglioramento della loro percezione dell’efficienza ed efficacia della PA.

3)      ACCESSIBILITA’

Miglioramento dei livelli di accessibilità da parte degli utenti, rispetto a: neutralità tecnologica, fruibilità da parte di utenti diversamente abili e riduzione di varie forme di discriminazione sociale, come l’assenza di rete ADSL in molte zone del territorio comunale. A questo problema si potrebbe sopperire con l’installazione di una wireless comunale a cui i vari utenti possono collegarsi.

4)      INTEROPERABILITA’

Intercambio di flussi informativi tra le amministrazioni locali, portabilità dei contenuti e delle banche dati.

5)      RISPARMIO ECONOMICO PER IL COMUNE

Dal risparmio di costi di licenza per l’acquisizione dei programmi e la suddivisione delle spese di sviluppo tra le amministrazioni si possono ricavare fondi da destinare all’occupazione o a servizi di pubblico interesse

6)      QUALITA’ E MIGLIORAMENTO CONTINUO

Meccanismi di miglioramento continuo, originati dalla disponibilità dei sorgenti per attività di ricerca, adattamento e/o modifica

7)      FORMAZIONE E RICERCA

Coinvolgimento di scuole, enti di formazione e istituzioni di ricerca a finalità pubblica, attuazione di programmi di ricerca/formazione autonomamente gestibili dai sistemi scolastici e formativi per lo sviluppo delle competenze del pubblico impiego e dei cittadini.

8)      RETI E BENI COMUNI

Modelli di lavoro in rete e percorsi di condivisione. Concezione della comunicazione pubblica come BENE COMUNE, che chiama i cittadini a contribuire e svolgere un ruolo attivo.

 

 

LA GESTIONE DELLE RISORSE FINANZIARIE DEL COMUNE

 

Per una politica equa e di sinistra diventa fondamentale la questione della redistribuzione del reddito.

In concreto, il Comune può disporre di due principali strumenti impositivi: l’Imposta Comunale sugli Immobili e l’addizionale al prelievo sul reddito delle persone fisiche. L’Ici è un’imposta reale con la possibilità di applicare un’aliquota ordinaria, fino ad un massimo del 7 per mille, per i cespiti che insistono sul territorio del Comune, la base imponibile è data dal valore monetario definito in termini di rendita catastale (notoriamente sottostimata rispetto ai valori di mercato, ed è probabile che a due individui che possiedono un immobile con analogo valore di mercato non corrisponda lo stesso debito di imposta). È possibile differenziare verso il basso l’aliquota per la così detta prima casa, cosa auspicabile, nonché definire una detrazione particolare in valore monetario da applicare ancora sull’abitazione principale, anche per incentivare gli evasori a regolarizzare la propria posizione facendo ottenere al Comune introiti finora non recepiti.

 

 

 

AMBIENTE

 

Coordinare con le associazione ambientaliste e le scuole un programma di educazione ambientale per sensibilizzare e insegnare il rispetto delle risorse naturali che ci circondano, con l’obiettivo di produrre coscienza critica che preservi il territorio.

 

I rifiuti

Fondamentale importanza assume l’incentivazione della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e la crescita nei cittadini di una coscienza ecologica anticonsumistica, affinché, con le loro scelte, si oppongano allo spreco e mettano in atto comportamenti discriminanti e selettivi verso prodotti non riciclabili o di problematico smaltimento o con eccesso di confezionamento e di imballo. Occorre estendere e migliorare l’ attività di raccolta differenziata, operando perché si accrescano da un lato la sensibilità dei cittadini e dall’ altro i servizi e la gestione separata verso il recupero, la valorizzazione ed il riciclo delle diverse tipologie di rifiuto. Ad esempio per i metalli predisponendo appositi contenitori nei punti di raccolta.  In tale ottica si propone una riforma della tassa smaltimento rifiuti solidi urbani prevedendo meccanismi che incentivino la raccolta differenziata facendo sì che i cittadini che producano una minore quantità di rifiuti indifferenziati ottengano una riduzione proporzionale della tassa. In questo modo, da un lato i cittadini sarebbero realmente incentivati ad attuare la raccolta differenziata, dall’altro il minor gettito tributario per il comune sarebbe compensato dal minor costo della raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Le società che attualmente gestiscono la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani hanno dimostrato negli anni assoluto disinteresse verso la raccolta differenziata.

Il nostro obiettivo nel quadro di una gestione eco-compatibile del territorio mira anche a: A) promuovere azioni per ridurre la produzione di contenitori di plastica, in specie per detersivi o similari, attraverso l’ installazione nei punti vendita di dispenser “alla spina” dei prodotti che consentano l’ utilizzo per più volte dello stesso contenitore; B) avviare localmente almeno un impianto di compostaggio per la frazione umida dei rifiuti solidi urbani trattabile per questa via (sfalci e potature del verde urbano, fanghi della depurazione delle acque ecc.), per la produzione di un “compost” di qualità da avviare alla definitiva mineralizzazione nei suoli agricoli in un’ attenta ed oculata larga turnazione; C) Imporre a  Locride Ambiente l’incentivazione della raccolta differenziata.

 

L’ energia

In Italia l’ efficienza con cui si usa l’ energia è molto bassa: il nostro sistema energetico è come un secchio bucato che nei processi di trasformazione dalle fonti fossili agli usi finali e negli usi finali (calore, freddo, forza, illuminazione) spreca sotto forma di calore degradato più energia di quella che rende disponibile. Allo stato attuale della tecnologia è concretamente possibile dimezzare i consumi di fonti fossili accrescendo l’ efficienza dei processi di trasformazione energetica; il rendimento medio attuale del parco centrali termoelettriche è del 38% mentre i cicli combinati raggiungono il 55% e la cogenerazione diffusa il 94%. La politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2  deve articolarsi in due fasi: la riduzione al minimo dei consumi e la soddisfazione dei consumi residui nei modi meno inquinanti a parità d’ investimento. In quest’ottica di  sviluppo sostenibile si propone la creazione di un impianto, gestito dall’ente, per la produzione di energia elettrica alimentata da fonti rinnovabili di energia. Data la vastità del territorio cauloniese e l’abbondanza di materie prime la realizzazione di un impianto di cogenerazione a biomasse rappresenta una scelta valida sia dal punto di vista ecologico che economico. La possibilità di riutilizzare gli scarti agricoli e boschivi (fogliame, arbusti) per la produzione di energia elettrica consente di attuare una politica energetica di lungo termine in quanto la materia prima utilizzata non subisce rischio di esaurimento, al contrario dei combustibili fossili. Conseguentemente il costo di produzione dell’energia da biomasse resta sostanzialmente stabile nel tempo e così anche il suo prezzo per il consumatore finale. Di rilievo anche l’impatto positivo dal punto di vista occupazionale, con la creazione di nuovi posti di lavoro. e della prevenzione degli incendi boschivi, in quanto la regolare ripulitura dei boschi diminuisce la possibilità di sviluppo degli incendi. Inoltre l’ abbondante presenza di corsi di acqua nel territorio comunale permetterebbe lo sfruttamento di alcuni di questi, come la fiumara Allaro che presenta le caratteristiche tecniche richieste, per la produzione di energia elettrica consentendo anche in una prospettiva di lungo termine degli introiti per le casse comunali.

 

L’ acqua

I principi guida nella gestione dei servizi idrici integrati non possono prescindere dalla difesa del carattere pubblico della proprietà e della gestione delle reti oltre che dell’ erogazione del servizio; quindi occorre escludere la riduzione a merce pura e semplice la gestione di questo bene essenziale per ogni forma di vita.

Tale politica dovrà puntare ad:

- una depurazione estesa a tutta la rete fognaria del comune con separazione delle acque piovane da quelle nere o grigie; azione da rivolgere ed estendere anche agli altri comuni perché nei corsi d’acqua non avvengano scarichi fuori controllo e fuori norma; verifica pratica  inoltre, della possibilità di attivare ulteriori e più spinte fasi di depurazione come lagunaggio, fitodepurazione, TAMP, ecc., per migliorare ulteriormente la qualità dell’ acqua rilasciata.

- una gestione degli alvei fluviali che favorisca il riformarsi di ambiti di naturalità per vegetali ed animali; contrasto d’ ogni azione che preveda interventi, anche di salvaguardia, quanto e se proposti con cementificazioni, privilegiando invece le tecniche dell’ ingegneria naturalistica.

- azioni tese al risparmio dell’ acqua, specie se di qualità, promuovendo politiche premiali per chi nei consumi, resti al di sotto degli attuali livelli medi ed applichi nelle proprie abitazioni , attività od impianti, sistemi risparmiatori del “bene acqua” (doppio pulsante nei WC, miscelatori con aria ai rubinetti, utilizzo di acque piovane); diminuzione della dispersione delle reti.

- difesa della costa dall’erosione: previsione degli interventi meno impattanti e più efficaci quali ad esempio il progetto di ripascimento con sabbie prelevate da giacimenti geologici ubicati in mare aperto per quanto riguarda l’erosione costiera

 

 

VALORIZZAZIONE DELLE COLTURE BIOLOGICHE

 

Promozione, anche in eventi internazionali, degli agrumi, del vino e dell’olio locali, in particolar modo di quelli prodotti in modo biologico, per evitare di disperdere un patrimonio importante e una possibilità di sviluppo mai pienamente sfruttata.

 
 
 

Post N° 65

Post n°65 pubblicato il 01 Maggio 2007 da prcgirl

PROGRAMMA AMMINISTRATIVO DELLA LISTA N.1
PARTE QUINTA

RIFONDARE UNA POLITICA DEL TURISMO LOCALE

 

Nel turismo italiano, negli ultimi anni, le cose non vanno più tanto bene. La domanda domestica è ferma. La domanda straniera cala. La voglia degli Italiani di andarsene a fare vacanze all'estero aumenta sempre.

Il turismo a Caulonia registra uno stallo.

 

Per rilanciare una politica di effettivo sviluppo del turismo, non bastano soluzioni parziali  e generiche, messe su alla meno peggio. Ma c'è bisogno di molto più e molto più serio.

 

Considerata la centralità del territorio nello sviluppo del turismo,la politica locale deve:

- pretendere che ciascuna delle istanze superiori, nazionale e regionale, abbia una propria politica-pilota per il turismo e faccia la sua parte per metterla in atto;

- badare alla valorizzazione del territorio

- esaltare le proprie attrattive di carattere turistico (culturali, paesaggistiche, folkloristiche, ecc);

- curare l'accessibilità e la mobilità interna all'area;

- assicurare i servizi civili, vicini alle persone, siano essi cittadini o turisti;

Non si può ovviamente prescindere dal sistema dei trasporti che penalizza seriamente tutta la Locride. Lottare, insieme agli altri Comuni e alle realtà associative nate nel corso degli anni, per la difesa e il potenziamento della ferrovia jonica e per avere un sistema viario degno di tale nome, che colleghi in modo efficiente le strutture aeroportuali esistenti, è prioritario per attrarre flussi turistici.

 

 

ARTIGIANATO E PICCOLA IMPRESA

 

L’artigianato e la piccola impresa devono essere integrate in un  concetto  di valorizzazione del  patrimonio territoriale, le stesse  specificità locali devono concorrere ad una politica di sviluppo responsabile che crei valore aggiunto per l’insieme del territorio facendo si che le stesse aziende portino un valore aggiunto a tutta la comunità.

 

COMMERCIO

La spinta della grande distribuzione è pressoché uniforme in tutto il territorio nazionale. Pur se è evidente la difficoltà da parte degli Enti Locali di contrastare queste tendenze, tuttavia è possibile utilizzare gli strumenti di programmazione urbanistica per impedire o limitare la devastazione del tessuto economico, territoriale, urbano e sociale che esse introducono. In assenza di politiche e strumenti validi, le piccole attività commerciali sono messe a dura prova, con la tendenza ad una lenta ma progressiva riduzione.

 

Ai fini di garantire la presenza delle piccole attività commerciali e per contribuire a difendere posti di lavoro, vanno proposte iniziative tese a ottenere:

  • blocco della crescita della grande distribuzione in quanto la stessa, distruggendo progressivamente la piccola che non ha le condizioni per reggere il confronto, impoverisce la rete distributiva dei piccoli paesi come Caulonia, con grave danno per i settori più deboli;

 

 

CULTURA DIRITTO FONDAMENTALE

 

Nella riforma del titolo V della Costituzione la cultura è riconosciuta come materia “concorrente” tra Stato e regioni. Questo vuol dire che deve essere nazionale il livello di elaborazione di politiche per la cultura nel nostro paese, anche attraverso leggi di sistema dei diversi settori della produzione culturale.

 

Compiti importanti invece possono e debbono svolgere da un lato le province - in particolare per quanto riguarda la formazione nei settori culturali e dello spettacolo (musica, teatro, cinema) - e dall’altro le amministrazioni comunali attraverso politiche finalizzate a creare le condizioni culturali, economiche e sociali per accedere alla cultura.

 

Il governo Berlusconi non solo ha tagliato i fondi destinati alla produzione culturale (il 30 % solo nel 2006) ma ha attuato una politica che considera sostanzialmente la cultura e la conoscenza una merce, una politica che ha privatizzato il sapere, legando la conoscenza all’impresa (legge Moratti) e la cultura al mercato.

 

Noi riconosciamo alla cultura un valore strategico sul piano economico per l’indotto che determina e strategico per lo sviluppo di questo paese. Ma principalmente strategico per l’utile culturale e conoscitivo e dunque sociale che produce. Consideriamo quindi centrale ed irrinunciabile un forte impegno pubblico nelle attività culturali.

 

Cultura come bene comune, non privatizzabile, come l’acqua; ma soprattutto diritto fondamentale, come la salute; patrimonio di tutti, bene inalienabile: a tutti va garantito l’accesso alla produzione e alla fruizione della cultura.

 

Si va sempre più diffondendo nelle nostre città la politica dei grandi eventi, che nulla cambia nella vita delle persone, nella loro possibilità di accedere alla cultura. Anzi si è andato sempre più restringendo il numero di coloro che della cultura possono fruire. Le politiche dei grandi eventi restituiscono moltissimo in immagine per il Comune che li promuove, restituiscono anche dal punto di vista economico, fondamentalmente per i commercianti. Ma in nessun modo influiscono sulla vita vera della città, sulle persone, sulle comunità, sulle tante periferie, sui bisogni quotidiani. Sulla possibilità di arrivare alla cultura nella propria frazione, nel rispetto dei tempi di vita di ognuno, nel rispetto delle possibilità economiche di ognuno. I grandi eventi rappresentano la precarietà del lavoro e la precarietà della cultura.

 

La politica culturale di un ente locale come il comune di Caulonia dovrebbe concentrarsi allora non solo su feste e festival ma nel restituire alle frazioni vita culturale.

 

 

Proponiamo:

 

-          la costruzione di momenti e luoghi permanenti di confronto, elaborazione e verifica con l’associazionismo e le forze sociali e culturali presenti sul territorio;

-          priorità alla formazione: dalle scuole alle biblioteche, ai centri di sperimentazione, ai laboratori;

-          promozione e sostegno di tutte le forme di associazionismo realmente legate al territorio;

-          Un passo fondamentale è costituito dai progetti mirati ai bambini delle scuole elementari e medie con l’obiettivo di educarli al senso civico, avvicinarli all’arte, trasmettergli le tradizioni del territorio in modo da svilupparle. I laboratori saranno pensati e realizzati secondo la logica del lungo termine e non fini a se stessi. Essi dovranno servire anche a dare la possibilità, a coloro che ne usufruiscono, di trovare un’occupazione

-          I progetti avranno la logica del lungo termine, non saranno semplici eventi culturali ma lavori seri e concreti che da subito possano occupare la popolazione e contemporaneamente infondergli sapere e conoscenza.

-          La cultura è sinonimo di fratellanza, di pace, di confronto, di crescita e di ricchezza umana. Far si che le tradizioni Cauloniesi si fondano con quelle del “Mediterraneo … Terra di pace”, e con le altre culture è essenziale. La politica si deve impegnare a far crescere i nostri giovani e la nostra popolazione al sapere e al confronto tra gli uomini con la voglia di creare finalmente il gusto del bello e del sapere

-          Un altro punto che ci interessa è lo sviluppo del territorio nella sua bellezza, nella sua produttività naturale, urbanistica  e nella sperimentazione, sempre nel rispetto dell’ambiente. L’impegno costante è quello di coinvolgere tutto il nostro territorio con la  valorizzazione  della  cultura dell’olio, del vino, degli agrumi  ecc. in modo da farle conoscere con i mezzi che possono meglio rappresentarle cioè l’arte, il teatro, il cinema ecc…. permettendogli  così una nuova luce.

 

Tarantella Power è una manifestazione che nel corso degli anni ha riscosso enormi successi e promosso l’immagine del paese anche oltre i confini nazionali, diventando un bene importante per Caulonia e patrimonio di tutti i cittadini. L’impegno è a farla continuare a crescere e migliorare.

 
 
 

Post N° 64

Post n°64 pubblicato il 01 Maggio 2007 da prcgirl

PROGRAMMA AMMINISTRATIVO DELLA LISTA N.1
PARTE QUARTA

ISTRUZIONE E DIRITTO ALLO STUDIO

 

Il sistema dell’istruzione è una risorsa fondamentale per la crescita della comunità locale. Le scuole vanno valorizzate come centri di promozione umana e culturale, di aggregazione sociale e di partecipazione democratica. Nell’ambito del sistema dell’autonomia si dovranno intensificare i rapporti e gli interscambi tra le Scuole, l’ente locale ed il territorio.

Al fine di favorire l’accesso al sapere dei cittadini e delle cittadine, con prioritaria attenzione per le fasce sociali deboli e a rischio di abbandono scolastico, è necessario promuovere una serie di interventi che diano centralità alle politiche della conoscenza nella dimensione locale.

 

La prima questione che dovrà essere affrontata è quella relativa agli spazi scolastici. Di concerto con la Provincia, dovrà essere varato un piano straordinario per l’edilizia scolastica, capace di assumere l’obiettivo della sicurezza, attivando canali di finanziamento pubblico.

 

Per quanto riguarda le politiche sul diritto allo studio, particolare attenzione dovrà essere posta all’integrazione dei soggetti disabili, anche attraverso la promozione di accordi di programma con le istituzioni scolastiche e con le Asl, al fine di favorire la programmazione coordinata dei servizi scolastici con quelli sanitari, socio assistenziali, ricreativi e sportivi. Il comune provvederà a garantire l’accesso alle istituzioni scolastiche da parte dei disabili anche attraverso la fornitura di servizi di trasporto speciale, di materiale strumentale e didattico, di personale aggiuntivo provvisto dei requisiti stabiliti dalla normativa e destinato a favorire e sviluppare l’autonomia e le competenze comunicative e relazionali.  La promozione di politiche mirate all’inserimento di studenti stranieri dovrà avvenire anche attraverso l’organizzazione di funzioni di mediazione culturale.

Al fine di promuovere pratiche di partecipazione nei processi scolastici il comune si farà promotore di iniziative tendenti alla creazione di spazi permanenti di discussione e confronto sulla programmazione dei servizi scolastici e sulla loro qualità, con un ruolo diretto del comune, dei genitori, degli studenti e dei rappresentanti delle scuole. Per questo va rilanciata l’idea della costituzione del Consiglio Comunale dei Ragazzi.

 

 

PER UNA POLITICA DELL’OCCUPAZIONE E PER LA TUTELA DEI LAVORATORI

 

Va da subito precisato che le Autonomie Locali, soprattutto Comuni e Province, da sole non sono in grado di dare risposte adeguate al problema occupazionale. Ne consegue che gli Enti Locali nel riprogettare i percorsi dello sviluppo, devono inevitabilmente attivare progetti capaci di far scendere in campo anche altri soggetti per coinvolgerli in uno sforzo sinergico capace di attivare e mobilitare forze, potenzialità e risorse. Un tavolo di confronto e di decisione per progetti importanti di interesse collettivo diventa momento di alta progettualità e di concreto terreno di verifica sulle cose da fare. Istituzioni, credito, formazione, imprenditoria possono trovare intese per la realizzazione di importanti progetti.

 

In buona sostanza, diventa importante e fondamentale l’intervento diretto dell’ente locale per il rilancio dell’economia locale con progetti ad hoc che vedano il concorso dei Comuni anche per ciò che riguarda l’utilizzo dei fondi europei, dei corsi di formazione, della valorizzazione delle risorse espresse dal territorio.

Su questo terreno il Comune di Caulonia è chiamato a dare risposte positive per creare le condizioni per progetti innovativi e di sviluppo, nella consapevolezza che se non sarà la rete delle istituzioni a farlo, saranno i poteri economici criminali a dare sfogo a situazioni di disagio sociale.

 

Altro ragionamento, invece, va fatto riguardo ai tanti lavori che vengono svolti per l’Amministrazione Pubblica da lavoratori precari spesso in competizione tra loro per un lavoro sotto pagato e sotto tutelato.

Con l’entrata in vigore della Legge 30 ( 24 ottobre 2003), il Governo di centrodestra ha operato uno sfondamento di tutti i vincoli residui in materia di rapporto di lavoro, moltiplicando le forme di lavoro precario, introducendo figure contrattuali che scardinano l’impianto di tendenziale stabilità del rapporto di lavoro a tempo determinato. Si sono introdotte svariate forme contrattuali tutte tese a smantellare le garanzie per il lavoratore e al tempo stesso a trasformare le organizzazioni sindacali da rappresentanti degli interessi dei lavoratori in organismi che partecipano alla gestione delle Aziende e del mercato del lavoro.

Il Partito della Rifondazione Comunista e i Verdi hanno presentato in Parlamento una riforma globale del mercato del lavoro che considera il contratto a tempo indeterminato il fulcro su cui ricostruire i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Per centrare questo obiettivo un ruolo importante può essere svolto anche dalle istituzioni locali.

I Comuni sono anche datori di lavoro ma è la stessa Costituzione a prevedere l’accesso per concorso tanto che la Legge 30 può essere applicata solo in minima parte nel comparto della Pubblica Amministrazione. L’aspetto che però interessa gli Enti  locali è rappresentato dall’esternalizzazione di alcune attività proprie tanto che ormai si parla di precariato stabilizzato per quei lavoratori che vengono assunti periodicamente con gare d’appalto al massimo ribasso che non garantiscono né i lavoratori né la qualità del servizio erogato per conto dell’ente Locale.

 

Sono solo alcuni aspetti dell’attacco che sta subendo il mondo del lavoro dipendente, un impegno anche da parte degli Amministratori di Caulonia deve diventare un contributo politico per il superamento della Legge 30 e per percorsi di stabilizzazione verso il lavoro a tempo indeterminato.

 

La questione dei Lavoratori Socialmente Utili e di Pubblica Utilità deve trovare idonee soluzioni ai fini della sicurezza del lavoro e del salario con assunzioni da concordare con altre istituzioni e privati, come, ad esempio, il riuso produttivo di locali dismessi nel centro storico al fine di promuovere e valorizzare piccole attività artigiane, artistiche e di pregio che esprimono legami con il tessuto sociale e i caratteri fondamentali del paese.

 

Dobbiamo pretendere infine che nei contratti di servizio siano introdotte clausole per  raggiungere un quadro di solidità e garanzie per i lavoratori. E’ evidente che queste clausole debbono essere messe in atto anche in presenza di servizi gestiti a livello di Ambiti Territoriali Ottimali. Ne indichiamo alcune:

 

1.         stabilizzazione del lavoro almeno per la durata dell’appalto;

2.         prescrizione del tipo di contratto collettivo di riferimento;

3.         rispetto dei carichi e degli orari di lavoro;

4.         individuazione di requisiti particolari per particolari tipi di servizi. Ad esempio per i servizi alle persone o per esigenze di sicurezza (trasporti) escludere i contratti precari.

 

A partire dal primo disegno organico di riforma della P.A., contenuto nella l. 142/90, si è evidenziata una progressiva tendenza a sostituire il sistema partecipativo delle autonomie locali con un nuovo ceto tecnocratico che tende a farsi ceto politico. Questa situazione trova una classe politica spesso culturalmente impreparata a misurarsi con un sistema economico-sociale che tende sempre di più a valutare la riuscita delle scelte politiche in termini di costi-benefici e rapidità delle decisioni, con uno spostamento marcato del luogo della decisione politica dalle assemblee elettive agli esecutivi.

A Caulonia, gli uffici comunali vanno riorganizzati, anche con una rivisitazione delle aree amministrative, a partire da quelle che presentano i maggiori problemi di operatività come l’area tecnica, per renderle maggiormente efficienti e rispondenti alle esigenze dei cittadini.

 
 
 

Post N° 63

Post n°63 pubblicato il 01 Maggio 2007 da prcgirl

PROGRAMMA AMMINISTRATIVO DELLA LISTA N.1
PARTE TERZA

                                 Cooperazione decentrata

Il ruolo del Comune oggi diventa anche importante nella promozione di attività di cooperazione decentrata con finalità sociali. Non va dimenticata la legge 68/1993, che prevede per gli Enti Locali la possibilità di stanziare fino allo 0,8% dei primi tre capitoli del bilancio da destinare alla cooperazione internazionale.

In particolare è necessario:

- partecipare con risorse proprie a tali iniziative;

- collaborare con altri programmi nazionali ed europei di intervento; o favorire a livello territoriale la creazione di gruppi/comitati di sviluppo locali capaci di partecipare alle iniziative di cooperazione;

-  partecipare o realizzare con proprie strutture e personale progetti di cooperazione decentrata.

A tal fine va subito proposta in consiglio comunale, come già fatto dal nostro candidato a sindaco nella scorsa consigliatura, l’adesione del Comune di Caulonia alla Rete dei Comuni Solidali (Recosol), proposta dalla stessa rete in nome dello straordinario esempio di solidarietà espresso dal nostro caro amico e compagno Angelo Frammartino.

 

                                        LE POLITICHE ABITATIVE

 

 

  • Il contrasto ai progetti di privatizzazione del patrimonio pubblico e della sua gestione nonché ai processi di dismissione generalizzati;
  • interventi per la difesa e l’incremento della residenza nel centro storico;
  • Gli interventi per favorire, anche  utilizzando lo strumento dell’autocostruzione e dell’autorecupero, il risanamento e la destinazione a fini residenziali degli immobili pubblici e privati, abbandonati e degradati, favorendo, a tal fine,  la costituzione ed il sostegno di cooperative di nativi e migranti;
  • Una gestione dei contributi statali e regionali per il sostegno all’affitto, integrati anche con risorse proprie del comune;

 

 

COSTRUIRE NUOVI DIRITTI DI CITTADINANZA PER DONNE E UOMINI MIGRANTI

L’immigrazione, probabilmente più di altri, è uno di quei fenomeni, amplificatosi con il plasmarsi della globalizzazione, che sta modificando in profondità i territori e le “mappe” sociali che fino a non molti anni addietro caratterizzavano la quotidianità.

Ma l’immigrazione non solo non può essere catalogata semplicemente come un prodotto meccanico della globalizzazione, come frutto esclusivamente degli squilibri economici acutizzatisi con l’aumento di potere del “mercato”, ma non può nemmeno essere classificata come una tra le vaghe questioni da governare con coscienza e competenza.

 

Riteniamo infatti che quella affrontata sia “la questione” attraverso cui si sta ristrutturando l’intera cornice giuridico – culturale che da senso allo spettro dei diritti di cittadinanza; facendo nostre le affermazioni del sociologo A. Sayad possiamo affermare che:

“si può dire che pensare l’immigrazione significa pensare lo stato e che lo stato pensa se stesso pensando l’immigrazione. E può essere una delle ultime cose che si scoprono quando si riflette sul problema dell’immigrazione e si lavora sull’immigrazione, mentre bisognerebbe senz’altro incominciare da lì”.

Alle/ai migranti presenti sul territorio vanno garantiti i diritti fondamentali della persona, i diritti di cittadinanza e quelli di partecipazione pubblica in condizione di parità con i cittadini italiani, come il diritto all’istruzione per tutti i minori stranieri, anche se privi di permesso di soggiorno o con genitori irregolari

Il Regolamento di Attuazione del Testo Unico (DPR 394/99) all’articolo 45 dispone che «i minori stranieri presenti sul territorio hanno diritto all’istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani. Essi sono soggetti all’obbligo scolastico secondo le disposizioni vigenti in materia».

Queste disposizioni debbono essere pienamente applicate, e ad esse deve essere data un’interpretazione più estensiva possibile: si deve garantire, infatti, la piena uguaglianza di tutti i minori, nello spirito della Convenzione Internazionale sui Diritti del fanciullo.  I minori stranieri – anche se non accompagnati, privi di documenti o con genitori clandestini – debbono accedere all’istruzione di ogni ordine e grado – ivi compresi gli asili nido e le scuole materne – a parità di condizioni con i bambini italiani. La loro presenza nelle scuole non deve comportare alcuna segnalazione alle autorità di polizia.

L’accesso all’istruzione, d’altra parte, deve essere inteso come diritto pieno, e non deve limitarsi alla sola possibilità di iscriversi a scuole e asili comunali: devono essere previste quindi agevolazioni e facilitazioni volte a incentivare l’accesso alle scuole (scuolabus, mense, provvidenze economiche per le famiglie ecc.).

 

Favorire la partecipazione degli stranieri, introdurre il diritto di voto nello Statuto

È necessario costruire sedi di partecipazione politica e amministrativa delle cittadine e dei cittadini stranieri, prefigurando già nelle disposizioni statutarie e regolamentari dei comuni e delle province l’accesso al diritto di voto amministrativo.

Alle Camere sono depositati numerosi disegni di legge che introducono il diritto di voto amministrativo – attivo e passivo – per i cittadini e le cittadine straniere. Comuni e Province possono contribuire a queste modifiche normative, introducendo nei propri statuti la previsione del diritto di voto, come hanno fatto numerosi comuni e province, sulla spinta delle amministrazioni di Genova e Venezia.

Costruire insieme con le comunità e le associazioni campagne locali contro il  razzismo e forme di sensibilizzazione mirate.

Predisporre protocolli d'intesa con le comunità e/o associazioni per aspetti specifici legati alla promozione delle culture d'origine e alla tutela delle lingue d'origine.

 

 

                                      ATTIVITA’ MOTORIE E SPORTIVE

                      FUNZIONI SOCIALI E FORMATIVE DELLO SPORT

 

Le attività motorie e sportive rappresentano momenti di crescita e di formazione, dall’età infantile fino all’anzianità; esse si inseriscono concretamente nel processo di implementazione del lifelong learning (apprendimento lungo l’arco della vita). Pratiche motorie diversificate contribuiscono allo sviluppo globale della persona. Muoversi, giocare, fare sport, nei vari contesti socio-educativi, divengono facilitatori di nascita e potenziamento di rapporti interpersonali, di processi d’inclusione sociale e di superamento dei disagi legati a disabilità e condizioni di difficoltà di vario genere. Aiutano, inoltre, a raggiungere livelli di efficienza fisica per la salute e a migliorare stili di vita sempre più caratterizzati da atteggiamenti sedentari.

Risulta essenziale, perciò, favorire la massima diffusione di tali attività a tutti i cittadini, cercando al contempo di curarne la qualità. A scuola, in palestra, in ogni spazio dove si fa movimento, si devono fornire tutti gli strumenti per far acquisire ai praticanti la massima conoscenza del proprio corpo (alfabetizzazione corporeo-emozionale) per poi poterlo utilizzare nelle varie esperienze formative, dove la comunicazione non verbale e il dialogo fra i corpi assumono un ruolo fondamentale.

Dunque, si deve abbracciare questa nuova concezione di sport, sociologicamente preferibile, e si deve abbandonare quella concezione, ancora presente, che vede lo sport solo come mezzo per affinare tecniche e per raggiungere risultati d’eccellenza, sfociando spesso nell’esasperazione agonistica e nell’illecito, concezione che prevede azioni escludenti, dove chi non è motivato alla competizione è fuori dal gioco.

 

Proposte:

-          la costruzione di nuove strutture e aree di movimento e/o il potenziamento di quelle esistenti, tenendo conto delle zone economicamente e socialmente depresse o, comunque, favorendo una loro distribuzione equa nel territorio. Si deve, in questo senso, studiare ed attuare un piano regolatore degli impianti sportivi e delle aree attrezzate, anche concordando azioni d’intervento con i comuni limitrofi. Ogni spazio può diventare luogo di movimento.

-          l’adozione di un regolamento sulla gestione degli impianti e delle aree attrezzate, contenente criteri per:

-          rendere accessibili le strutture a tutti

-          incentivare lo sviluppo dello sport femminile;

-          garantire la partecipazione delle persone di diversa nazionalità: prevedere iniziative volte a favorire processi di interculturalità;

-          favorire la diffusione dello sport integrato: vanno sostenute quelle iniziative sportive che prevedono la condivisione di spazi con le persone disabili;

 

 

 

 

 
 
 

Post N° 62

Post n°62 pubblicato il 01 Maggio 2007 da prcgirl

PROGRAMMA AMMINISTRATIVO DELLA LISTA N.1 - PARTE SECONDA                                       
                                                              BENI COMUNI

 

La possibilità di gestione pubblica, partecipata e condivisa delle risorse principali parte da un presupposto fondamentale, che sottende e fa da denominatore comune a tutte le principali “buone” pratiche adottate. Questo presupposto è costituito dalla ”non proprietà” di quelle risorse pubbliche che il premio Nobel Paul Samuelson ha definito, intorno alla metà del Novecento, “Beni comuni” come quelle risorse pubbliche caratterizzate da “non rivalità” e “non esclusività”. Queste due definizioni intendono dire, rispettivamente, che l'utilizzo del bene da parte di una persona non diminuisce le possibilità d'utilizzo da parte di un'altra: le risorse naturali sono un chiaro esempio di bene comune che riguarda anche le generazioni future; mentre la non esclusività comporta che nessuna persona e nessuna comunità può essere esclusa dall'utilizzo dei beni comuni, ossia l'accessibilità ad un bene comune deve essere garantita. I beni comuni prescindono dalla gestione pubblica o privata degli stessi, ma implicano sistemi di regolazione che ne favoriscano il mantenimento e la loro rigenerazione. La deriva consumista, accelerata dalle tendenze del capitalismo globale degli ultimi trenta anni, ha dequalificato il concetto dei beni comuni fino ad accorgersi oggi che senza dei limiti alle azioni economiche, si compromettono non solo i beni comuni, ma la stessa sopravvivenza della nostra specie e di molte altre: valga d’esempio la problematica dei cambiamenti climatici in cui è evidente il legame tra azioni economiche e deterioramento di un bene comune particolare come la stabilità climatica.

La partecipazione come salvaguardia e riappropriazione dei beni comuni 

Uno strumento di salvaguardia dei beni comuni è quello della riappropriazione del diritto di “amministrazione” di quegli stessi beni, spettante non ai soggetti economici mossi da filosofie aziendali indirizzate al profitto e al capitale, bensì al loro legittimo e naturale proprietario: la collettività.

Il mantenimento dei beni comuni nell’ambito della sfera pubblica e l’allargamento della base decisionale in merito alla gestione di tali beni, attraverso l’attuazione di pratiche che consentano realmente alla cittadinanza l’esercizio di tale funzione, permette di implementare modalità opposte a quelle liberiste, finalizzando la gestione dei beni comuni ad alcuni, principali obiettivi, come, da un lato l’utilizzo sostenibile delle risorse ambientali, teso al loro mantenimento e alla loro rigenerazione e dall’altro ad una suddivisione equa e proporzionata degli stessi tra tutti gli individui, detentori di uguali diritti di fruizione dei beni comuni.

Per queste ragioni ci impegneremo a mantenere l’acqua pubblica e lontana dalle logiche di mercato che la sua privatizzazione imporrebbe.

                                    PER UNA NUOVA CITTADINANZA

IL SOCIALE AL CENTRO DELLA POLITICA E DELLA DEMOCRAZIA

 

In questi anni la tendenza strutturale delle politiche neoliberiste è stata caratterizzata  dalla  spinta  alla riduzione del prelievo fiscale progressivo e al taglio dei  servizi pubblici, in nome dell'apertura al mercato. Questo ha  prodotto emarginazione ed esclusione sociale, il  ripiego sul lavoro non retribuito delle donne in famiglia, su forme associative e mutualistiche che occultano  processi di precarizzazione del lavoro. I diritti esigibili e la loro esigibilità sono così divenuti una variabile secondaria rispetto al contenimento della spesa pubblica. Questo occultamento delle questioni sociali ha rappresentato di fatto la rimozione dal dibattito pubblico del principio di eguaglianza sancito dalle costituzioni moderne, la subalternità della politica all'economia, un ritorno al modello liberale dello stato caritatevole.

 

I territori sono stati i laboratori di questa politica, che progressivamente ha destrutturato e precarizzato la rete dei servizi pubblici per l'assenza di finanziamenti da parte dello stato centrale nel mentre aumentavano i bisogni indotti dalle trasformazioni sociali.

Ma oltre alla volontà politica che il governo delle destre ha manifestato su questo terreno, tagliando i finanziamenti al welfare e investendo viceversa sulle politiche sicuritarie e sulla criminalizzazione dei fenomeni sociali (Bossi-Fini sull' immigrazione, Fini-Giovanardi sulle droghe, Legge Cirielli che toglie benefici per i recidivi) vanno affrontate le carenze storiche delle politiche sociali del nostro paese.

 

La stessa legge 328/2000, di riordino dei servizi sociali, e la modifica del titolo V della Costituzione,  evidenziano limiti significativi sul piano della esigibilità e uniformità dei diritti e dei livelli essenziali delle prestazioni, nonchè dei servizi che devono essere resi su tutto il territorio nazionale, a partire dall’insufficienza dei finanziamenti. I segnali che provengono dal governo dell'Unione segnano sulle politiche sociali un inizio di inversione di tendenza rispetto alle scelte operate dal centro destra.

Il dibattito sulle politiche di Welfare in questi anni è stato spesso caratterizzato dalla retorica e da forme di tecnicismo e di delega. Per questo è necessario prima di tutto impegnarsi per una riappropriazione popolare e partecipata della discussione.

La proposta che avanziamo è dunque quella  di praticare  un'idea alternativa al modello di welfare che il centro destra ha sviluppato in questi anni. Un'idea dei servizi sociali che definiamo pubblico e sociale. Un modello che mette al centro della politica il tema dell'eguaglianza e dei diritti esigibili, l'autodeterminazione dei soggetti deboli e discriminati, la partecipazione dal basso alla programmazione degli interventi sociali. Un sistema d'intervento  che promuove i legami sociali dei territori come bene comune sottratto alla logica mercantile, che opera per l'innalzamento della qualità dei servizi in rapporto alla lotta alla precarietà diffusa che vivono gli stessi operatori che lavorano nel settore.

Programmare dal basso

 

L'analisi dei bisogni.

 

L'inchiesta sociale dei bisogni del territorio, la mappatura partecipata delle questioni principali su cui intervenire, (politiche giovanili, assistenza domiciliare, disabilità) deve essere alla base delle politiche sociali. Occorre sviluppare e sperimentare forme partecipate di analisi dei bisogni in maniera continuativa e non episodica.

 

La programmazione degli interventi

Occorre intendere i piani di zona come l'insieme dei progetti di vita delle donne e degli uomini che vivono sul territorio, dalle politiche di accoglienza, a quelle di assistenza, a quelle di prevenzione dei comportamenti a rischio promuovendo il protagonismo e le presa di parola dei soggetti.  Ciò vuol dire costruire i servizi sociali come luoghi di costruzione di nuova cittadinanza a partire dai soggetti più fragili.

 

Indirizzi per la programmazione

-          Le prestazioni dei servizi sociali devono essere rivolti alla generalità dei cittadini italiani stranieri, apolidi, richiedenti asilo e rifugiati che risiedono nel comune.

-          La partecipazione al costo delle prestazione e dei servizi sociali deve avvenire sulla base di criteri certi ed ispirati a principi di equità, come:

a )Progressività e gradualità della partecipazione alla spesa, prevedendo un'ampia gamma di fasce esenti e individuando soglie di esenzione che tutelino i redditi bassi e da lavoro dipendente. Nel caso di persone non autosufficienti va assicurata l'applicazione delle leggi che vietano la rivalsa del comune sui parenti della persona assistita.

b) Pubblicità e trasparenza dei criteri di valutazione

Le forme di gestione dei servizi

 

I servizi sociali non hanno rilevanza imprenditoriale e pertanto vanno sottratti alla normativa in materia di appalto dei pubblici servizi.

Gli strumenti più idonei  sono l'istituzione o il consorzio tra comuni per la gestione diretta dei servizi sociali e sociosanitari.

 

Per i servizi a carattere innovativo e di allargamento dell'offerta pubblica affidati in gestione a soggetti del privato sociale e del terzo settore lo strumento da privilegiare è quello della convenzione con soggetti i cui atti costitutivi o statuti prevedano espressamente:

-          Lo svolgimento come oggetto prevalente, di attività di utilità sociale rivolta alla collettività

-          Lo  svolgimento delle attività oggetto della convenzione come attività prevalente

-          La destinazione totale degli utili e degli avanzi di gestione a scopi istituzionali

-          Il divieto di cedere beni o di prestare servizi anche diversi da quelli propri dell'organizzazione, a condizioni più favorevoli a soci e a quanti operano per l'organizzazione o ne fanno parte e la democraticità della vita interna, l'elettività delle cariche, la volontarietà delle adesioni, la pubblicità degli atti dei registri

-          Criteri per rendere effettiva la democrazia interna delle cooperative, criteri per rendere effettiva la rappresentanza di genere negli organismi direttivi.Una clausola di rispetto del trattamento normativo e retributivo del personale dipendente previsto dai contratti nazionali nonchè dalle normative regionali

-          Limiti nell'utilizzo dei contratti flessibili, con sistemi di monitoraggio per valutare il turn over delle cooperative e il livello di flessibilità richiesta.

-          I criteri  per garantire una reale crescita della formazione dei lavoratori.

 
 
 

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Don Chisciotte: Sancho ascoltami, ti prego, sono stato anch'io un realista,
ma ormai oggi me ne frego e, anche se ho una buona vista,
l'apparenza delle cose come vedi non m'inganna,
preferisco le sorprese di quest'anima tiranna
che trasforma coi suoi trucchi la realtà che hai lì davanti,
ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti.
Prima d'oggi mi annoiavo e volevo anche morire,
ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire... 

Sancho Panza: Mio Signore, io purtoppo sono un povero ignorante
e del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente,
ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia,
riusciremo noi da soli a riportare la giustizia ?
In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre,
dove regna il "capitale", oggi più spietatamente,
riuscirà con questo brocco e questo inutile scudiero
al "potere" dare scacco e salvare il mondo intero ?

Don Chisciotte:Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro ?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà ?

Il "potere" è l'immondizia della storia degli umani
e, anche se siamo soltanto due romantici rottami,
sputeremo il cuore in faccia all'ingiustizia giorno e notte:
siamo i "Grandi della Mancha",
Sancho Panza... e Don Chisciotte !

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CARA COMPAGNA

immagine Il Partito è un uragano denso
di voci flebili e sottili
e alle sue raffiche
crollano i fortilizi del nemico.
La sciagura è sull' uomo solitario,
la sciagura è nell' uomo quando è solo.
L' uomo solo
non è un invincibile guerriero.
Di lui ha ragione il più forte
anche da solo,
hanno ragione i deboli
se si mettono in due. Ma quando
dentro il Partito si uniscono i deboli
di tutta la terra
arrenditi, nemico, muori e giaci.
Il Partito è una mano che ha milioni di dita
strette in un unico pugno.
L' uomo ch' è solo
è una facile preda,
anche se vale
non alzerà una semplice trave,
ne tanto meno una casa a cinque piani.
Ma il Partito è milioni di spalle,
spalle vicine le une alle altre
e queste portano al cielo
le costruzioni del socialismo.
lì Partito è la spina dorsale
della classe operaia.
Il Partito è l' immortalità
del nostro lavoro.
Majakoskij

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Non saremo stretti parenti ma se lei è capace di tremare di  indignazione per ogni ingiustizia compiuta al mondo allora saremo compagni...il che è più importante.

 

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Dalla "Gazzetta del Sud" del 20 maggio 2007:

Prendiamo atto di quanto affermato e che la candidata della lista ... non si sarebbe ritirata dalla competizione  elettorale, pur avendo chiesto e ottenuto  che il suo nome e la sua foto "sparissero" dai manifesti, come da noi documentato. Una candidata che rifiuta la pubblicità: messa così sembra una sceneggiatura, degna di Camilleri. La classica pseudorealtà che supera la fantasia. Si, sorridiamo, che è meglio.

 
 

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