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La vita è un'avventura per sé quando abbiamo coscienza del bisogno che portiamo addosso. Occorre l'umano per riconoscere tutto il nostro bisogno. Occorre una carne e un cuore. Occorre una faccia che gridi tutto il bisogno di essere. Occorre l'affezione a sé. Quanto siamo affezionati al nostro volto? Quanto siamo affezionati alla nostra anima? Quanto siamo affezionati al nostro cuore?Quanto siamo legati al nostro destino? Spesso polverizziamo la nostra vita fino a ridurla a brandelli. Nell'affezione a sé accade una cosa starordinaria: si guarda la propria umanità. Nell'affezione alla nostra umanità si afferma la sorpresa di non essersi fatti da sé. Si sviluppa lo stupore di questa oggettività che è il mio soggetto.Questa è una cosa meravigliosa:accorgersi del miracolo dell'essere. La meraviglia per l'io. Per il mio io in rapporto con il Tu. Non possiamo stare tranquilli di fronte a questa evidenza. L'evidenza di un riconoscimento che ci porta al ringraziamento e alla gratitudine. IL nostro stare nel mondo è per riconoscere ed amare l'avvenimento dell'esserci per un Altro. Tutte le nostre energie vanno impiegate per comprendere ed amare questo avvenimento. Gli istanti diventano avvenimento dentro questo riconoscimento.
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Inviato da: sammmyz1981
il 20/06/2012 alle 22:24
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il 01/12/2010 alle 15:43
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Inviato da: liber14
il 20/08/2010 alle 19:02