« CENTRALITA' DELLA FORMAZIONECORI DA "LA ROCCA" »

CORI DALL'AQUILA

Post n°830 pubblicato il 14 Luglio 2010 da angeloluciorossi

Questa mattina sono andato all'Aquila con i Cori da "La Rocca" di Eliot. Credevo di avere tempo per leggere. Ho visto un'altra "Rocca" alla "Città dei ragazzi" a Sant'Elia. In macchina ho pensato al caldo e all'idea incessante di fatica, all'assurdità di gran parte delle attività, alla fallacia degli affetti umani e alla presenza del male nelle vicende dell'uomo. Sono partito con il caldo e con le preoccupazioni lasciate a scuola. All'Aquila sono tornato a scuola come un bambino. Sono tornato alla "Città dei ragazzi" con la coscienza di essere bisognoso. Sono tornato con i versi di Eliot stampati nella mente e nel cuore: "Il deserto è pressato nel treno delle metropolitana. Presso di voi, il deserto è nel cuore di vostro fratello". Il deserto è stampato nel cuore che spesso non batte più. Il deserto è evidente nel cuore di chi non fa vibrare il cuore in ogni istante per quello che c'è. Sono entrato con queste domande. Ho abbracciato Beatrice e Ada. Non ho chiesto nulla. Ho "guardato" le loro facce coinvolte con tanti bambini e ragazzi. Ho "guardato" la loro fatica piena di senso. Spesso le parole non saziano. Spesso le parole non descrivono. E' una questione di sguardi. E' una questione relativa all'umano. Lì il sudore è concime benedetto. L'uomo ha bisogno di costruire, di dare origine a qualcosa. Non siamo solo lamentela. Non siamo solo protesta. Siamo carne e sangue. Siamo cuore. Siamo "Icaro". Noi abbiamo bisogno di costruire, di dare origine a qualcosa, per un inconscio ricordo della nostra origine, per un inconscio ricordo di una letizia. Non ci basta un godimento a buon mercato. Abbiamo sete di felicità. Vogliamo la luna. Vogliamo le stelle. Vogliamo essere sorpresi dalla gioia. I bambini sono andati via per il pranzo salutati uno ad uno da Beatrice. L'ho "guardata" per far memoria dell'anno scorso quando lei era una mamma che portava i suoi ragazzi sotto le tende di Collesapone. Oggi è quella che scandisce la vita della "città dei ragazzi". Oggi è quella che "guardiamo" per ricominciare a vivere nella bellezza dentro tutte le preoccupazioni, dentro tutte le macerie. E' possibile continuare a costruire insieme a delle facce sorprese da un incontro. Di nuovo in macchina con i versi di Eliot: "Senza significato non c'è tempo". Il tempo riacquista senso e sapore.

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Commenti al Post:
liber14
liber14 il 14/07/10 alle 20:00 via WEB
The Rock T.S. Eliot(1934) Where is the wisdom that we have Lost in knowledge? Where is the knowledge we have Lost in information? Dov'è la saggezza che abbiamo perso in conoscenza? Dov'è la conoscenza che abbiamo perso in informazione? Il risultato è una sensazione di isolamento che sfocia nella definizione di W.H. Auden "The Age of Anxiety".
(Rispondi)
angeloluciorossi
angeloluciorossi il 14/07/10 alle 20:05 via WEB
"Silenzio! tenetevi a rispettosa distanza. Perchè vedo la Rocca Avvicinarsi. Forse darà risposta a tutti i nostri dubbi. La Rocca. Colei che veglia. La Straniera..."
(Rispondi)
 
liber14
liber14 il 15/07/10 alle 10:36 via WEB
"In luoghi abbandonati Noi costruiremo con mattoni nuovi Vi sono mani e macchine E argilla per nuovi mattoni E calce per nuova calcina Dove i mattoni sono caduti Costruiremo con pietra nuova Dove le travi sono marcite Costruiremo con nuovo legname Dove parole non sono pronunciate Costruiremo con nuovo linguaggio C’è un lavoro comune Una Chiesa per tutti E un impiego per ciascuno Ognuno al suo lavoro"
(Rispondi)
 
 
angeloluciorossi
angeloluciorossi il 15/07/10 alle 12:07 via WEB
"..." Il ciclo senza fine dell'idea e dell'azione, L'invenzione infinita, l'esperimento infinito, Portano conoscenza del moto, non dell'immobilità; Conoscenza del linguaggio, ma non del silenzio...
(Rispondi)
 
 
 
liber14
liber14 il 15/07/10 alle 13:30 via WEB
...conoscenza delle parole, e ignoranza del Verbo. Tutta la nostra conoscenza ci porta vicini alla nostra ignoranza. Tutta la nostra ignoranza ci porta più vicino alla morte. Ma più vicino alla morte non più vicini a DIO.
(Rispondi)
angeloluciorossi
angeloluciorossi il 15/07/10 alle 16:52 via WEB
"Rendete perfetta la vostra volontà". Aiutami a capire questo passaggio...
(Rispondi)
 
liber14
liber14 il 15/07/10 alle 20:17 via WEB
Secondo me tutta la simbologia eliotiana non tende a creare uno spazio di suggestione, di fascinazione che promana dalla parola e nel cui solco si colloca l’intuizione, ma ha bisogno di essere interpretata attraverso una "fatica" estetica ed intellettuale (per intellettuale intendo la fatica di una lettura intelligente, pronta a cogliere il particolare e la ricchezza dell'ingrediente, alla luce di un significato sintetico, unitario, che di questo particolare, di questo ingrediente, si fa chiave, segno ,cifra). Una lettura intellettuale, quindi, e non intellettualistica, capace di cogliere la parabola umana nella sua capacita’ di tendere al senso e di questo senso farsi luce e scrigno fino a lottare una battaglia fatta di assunzione di responsabilita’e dunque di volontario rischio alla ricerca di significato . Ed e’ proprio alla luce del significato che "la vita" puo’ esistere e puo’ essere compresa. Questo significato pero’ non e’ voluto e affermato dall’uomo ma e’ un signifificato che esiste in se stesso perche’ c’e’ gia’, voluto e affermato perche’ gia’ avvenuto. Per me "rendete perfetta la vostra volontà" significa amare in una dimensione corale, condivisa, "vostra", che e’ poi l’appello che pervade i Cori sin dall’inizio. Ed e’ proprio la mancaza di amore il vero deficit di conoscenza "tutta la nostra conoscenza ci porta più vicini alla nostra ignoranza" ed e’ proprio la mancanza di questo amore che rende il mondo quel "buio esterno e interiore" da cui evadere "sognando sistemi talmente perfetti che più nessuno avrebbe bisogno di essere buono". Inoltre, l’uomo, nel senso del suo essere, deve edificare di continuo, perché il passato, la sua gloria e la sua storia, non trovano senso se non in una novità di vita presente. "Se il sangue dei martiri deve fluire sui gradini, dobbiamo prima costruire i gradini". Non si tratta solo dei gradini del tempio, ma delle pietre vive di cui sono fatti gli uomini e la comunita' degli uomini. L’amore non è semplice sentimento; è affermazione di cio’ che crea la vita e in "un momento predeterminato nel tempo e del tempo" è stato dato il senso di tutto. "Bestiali, carnali, egoisti, interessati e ottusi come sempre (…), sostando, perdendo tempo, sviandosi, attardandosi, tornando», gli uomini, in fondo, non potranno rinnegare la Straniera, perché essa non cessa di rendere presente all’uomo la realtà, per cui "visibile e invisibile, due mondi si incontrano nell’Uomo", per alcuni Cristo e la sua Chiesa per me la divinita’ dell’anima e la comunita’ umana. Inoltre "Tutto cambia se questo fatto è il centro della mia vita (…) se è riconosciuto come presenza(…). È una Presenza che penetra tutto il tempo, come il significato penetra ogni istante e ogni brandello di cosa" e che deve essere centrale nella vita dell’uomo. Una "luce invisibile" ci ha colpiti, suggerisce Eliot; luce che non acceca, ma si propone discretamente, "frantumata", appellandosi alla nostra libertà e suggerendoci che saremo protagonisti seguendo la luce (la verità) e non pretendendo di possederla. "Eppure nulla è impossibile, nulla, agli uomini di fede e convinzione"
(Rispondi)
angeloluciorossi
angeloluciorossi il 16/07/10 alle 13:00 via WEB
Grazie! E' importante che rilegga più volte per attraversare il significato delle parole. Mi colpisce quel "significato che c'è già..." e "una novità di vita nel presente". "Io vi dico: rendete perfetta la vostra volontà. Vi dico: non pensate al raccolto. Ma solo alla semina giusta...".Dentro questo "dialogo virtuale" riemerge tutto il desiderio della Rocca...
(Rispondi)
 
liber14
liber14 il 16/07/10 alle 13:25 via WEB
grazie a te. trovare amici con cui parlare e vedere il mondo con occhi diversi fa piacere all'anima.
(Rispondi)
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