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Post n°23 pubblicato il 12 Agosto 2006 da fedeprovenza76
Ancora in bus, anche questa mattina: del resto il pulman é l'unico mezzo che congiunge Avignone a Pont du Gard, cittadina resa famosa dalla presenza del mestoso ponte-acquedotto romano. L'arrivo, con tempo incerto e minaccioso di pioggia, é pero' piacevole: tanta gente, di ogni parte d'Europa, un piacevole servizio alla reception (inutile svelare che le ragazze francesi mi attirano sempre molto...il fascino della 'grandeur'?) e via di corsa a prendere i biglietti. Lungo il bel viale alberato (siamo nella zona della 'garrigue', la tipica macchia mediterranea autoctona) si avvista in lontananza il ponte: man mano che mi avvicino mi preparo a gustare l'ascesa, lassù, a quasi 50 metri d'altezza. Cosa sapevano fare questi romani: Pont du Gard non sfigura certo con altri analoghi impianti del genere presenti in Italia. Mi piace perdermi nella boscaglia, lungo salite e discese dove si possono ammirare bei panorami della zona: famigliole con bambini al seguito, coppie, single e spesso anche alcuni cani mi fanno indirettamente compagnia in questa gita. Ma è arrivato il momento tanto atteso: dopo una salita mozzafiato ecco che si apre il cancello che dalla Rive Droite permette di camminare lungo l'ultima fila di arcate del ponte, quella più alta e maestosa: lungo i cunicoli dove scatto alcune foto di rito mi immagino il lavoro immane che 2000 anni fa fu necessario per costruire quello che rappresenta l'ottava meraviglia dell'umanità, entrato a giusto titolo nel patrimonio protetto dall'Unesco. Un malizioso vento scompiglia i capelli della signorina che fa da guida: la ascolto per cercare di cogliere altri dettagli su questo luogo, oltre a quelli che già conosco...Ridiscendo dall'altra lato e mi gusto un un bel pezzo di lungofiume (il Gardon, da cui deriva il nome del dipartimento del Gard) prima di ritornare al punto di partenza dove un ricco e ben curato museo illustra il contesto storico e culturale del tempo in cui venne costruito il ponte, il cui obiettivo era portare l'acqua da Uzès a Nimes, lungo 50 chilometri. Un temporale fugace e sbarazzino mi 'obbliga' a trovare riparo nel cinema all'ingresso, dove mi sorbisco un documentario alquanto strano sul Pont du Gard: sinceramente si poteva fare di meglio... E' tempo di ripartire verso Avignone, anche oggi la Provenza mi ha riservato emozioni forti che conservero' nel cuore. Domani si va a Tarascona, altra bella città tutta da scoprire...
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