Creato da PapaveriSparsi il 26/04/2010

silk

...

 

 

« CinqueSette »

Sei

Post n°20 pubblicato il 16 Marzo 2012 da PapaveriSparsi

 

Non riusciva a concentrarsi sul lavoro.
Ogni pensiero era come un cerchio d'acqua sul mare, si riempiva di altro
pensare fino a scomparire per far posto ad un altro cerchio e poi un altro,
e ancora, ancora.
Una rincorsa che rimandava a ricordi e amarezze, a dubbi e paure.
E le domande erano riccioli di punti interrogativi legati in catene infinite.
Era sempre stata una donna diretta e pragmatica e non amava sentirsi così,
fragile e legata ad una nostalgia che le strappava le lacrime dagli occhi,
anche quando avrebbe dovuto imporsi un distacco doveroso.
Ma il vivere non ci guarda in faccia, fa quel che deve senza formalismi,
segue la sua strada trascinando i brividi e i singhiozzi su un cammino che
non ha pietà per il cuore.
Lei aveva amato e anche sofferto molto.
Era stata vittima di una mediocrità che la frustava di indifferenza, spesso
vestita di una arroganza che lei detestava.
La solitudine, le assenze, i menefreghismi, l'approsimazione, le distrazioni
continue, il non sapere, il non vedere, il non pensarci di chi si rifletteva nei
suoi occhi le avevano strappato la pelle di dosso, tagliando i fili di ricami
che lei aveva costruito nel tempo.
Quante volte avrebbe dovuto ancora specchiersi e vedersi i petali strappati
e avvertire di se solo le lacerazioni?
Quante volte doveva dimenticare la sua identità per poter arrivare al giorno
dopo senza perdersi in sofferenze sterili?
Era tutto un'illusione oppure sarebbe arrivato il momento in cui si sarebbe
sentita amata davvero e non violentata nella sua dolcezza?
Quante volte le era stato disegnato il silenzio sul volto, quanta rabbia aveva
dovuto dimenticare in un sorriso accennato, in un cenno del capo, quanta
sopportazione avrebbe dovuto ingoiare come uno sciroppo amaro.
Ma non c'è medicina per l'insoddisfazione. E la fine arrivava repentina, il suo
amore si sgretolava d'improvviso, perchè ogni castello di carte crolla prima o poi.
E di nuovo cadevano i petali del fallimento, dell'aver creduto in illusioni maligne,
che l'avevano sfiorita poco a poco, portandole via pezzi di primavera.
Ripensava a quella sagoma riflessa sulla vetrina con un turbamento
adolescenziale, come se quell'esitazione nel passo di lui fosse una dichiarazione
sotto una notte stellata.
Le piccole cose sono i mattoni delle grandi costruzioni, e il cemento dell'istinto
lega ragione e sentimento come nella trama di un romanzo d'appendice.
Si riscopriva sognatrice ancora una volta, nonostante le radici di quel fiore
spogliato fossero ben profonde nel terreno della prudenza. 
Però sentirsi di nuovo incuriosita e calamitata da un uomo era levare l'ancora
del controllo, alzare le vele ed esporsi alla tempesta.
Poteva decidere di non ascoltare le sensazioni che provava, poteva decidere
di far finta di nulla.
Ma è impossibile sottrarsi, se si è ancora vivi.
E le emozioni diventano ufficiali di vedetta e parte la ricerca della rada,
dove ogni fiore non deve piegarsi al vento, ma abbandonarsi al sole,
alla rinascita.
Riordinò i timori come marinai sul ponte di una nuova avventura.
Prese il trench e la borsa e uscì dall'ufficio.

Sveglia ciurma! Si naviga a vista!

 

(continua...)

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963