VIVERE RAGIONANDO

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I MIGLIORI

Post n°27 pubblicato il 27 Dicembre 2020 da Leonardo.Montoli

I MIGLIORI

“noi siamo i migliori perché depositari della verità, cioè della vera religione… gli altri sono una specie di razza inferiore spirituale, confinata sulla soglia del vero, mentre noi lo viviamo nella sua pienezza” così si pensa e si dichiara da parte di alcuni cristiani che si considerano Elite spirituale. Senonché chi ha avuto la fortuna di vivere a contatto diretto col mondo dei non migliori, intendiamo dire i non credenti, può testimoniare di aver trovato in quel mondo fior di galantuomini, molti dei quali silenziosamente fanno del bene utilizzando non solo i mezzi economici di cui dispongono, ma praticando anche una carità spicciola che richiama, per rifarsi al Vangelo dei migliori, al comportamento del samaritano. Il che fa pensare a questo Papa, che dovrebbe essere il migliore dei migliori, il quale va ripetendo continuamente di pregare per lui. Forse è per questo che i migliori di ogni livello più che a pregare per lui pensano a scaricarlo, perché prima di essere cristiano e Papa cerca di essere “uomo” rispettoso dei suoi fratelli semplicemente in quanto uomini, privi di etichette di qualsiasi genere.

 
 
 

PENSANDO A LORO

Post n°26 pubblicato il 24 Dicembre 2020 da Leonardo.Montoli

PENSANDO A LORO

                  mio Dio ti ringrazio per avermi salvato dalla pandemia e ti prego di fare oggetto della tua misericordia quanti sono stati da essa in vario modo colpiti, e coloro che fanno parte del loro circolo familiare ed affettivo.

Quanti sono ammalati li vedo prigionieri dei teli protettivi come di una casa fuori della realtà,  vedo a tratti le loro mani protendersi nel vano tentativo di annullare quella barriera, che seppur protettiva, funge da  invalicabile muro verso ogni mano al di fuori di essa, portatrice di familiari affetti: è la straziante solitudine di un universo di moderna carità scientifica.

Mio Dio  ti raccomando in modo particolare coloro che sotto la coltre protettiva non possono nemmeno andare col pensiero a qualcuno che al di fuori di essa tuttora li accompagna col pensiero oltre la soglia della vita: sono uniti a “nessuno” e preda di un desiderio struggente di amore che non riesce a penetrare quella barriera protettiva, strumento di umana carità rivestita di scienza.

Non so quali colpe queste creature abbiano commesso per finire così; ma Tu Signore di loro come dicesti al buon ladrone” oggi sarai con me in paradiso”; e fallo più in fretta che puoi se hai deciso che la loro vita sia giunta al termine. Nessuno più di loro ha bisogno della tua misericordia, ma anche nessuno più di noi ne ha bisogno, pellegrini smarriti come siamo nel buio di una notte in cui andiamo disperatamente in cerca di un barlume di luce. A te, fratello e sorella che stai morendo da solo tendo la mano per la via dello spirito che non conosce confini; non so chi tu sia ma vedo scritto sul tuo volto quella stessa sembianza di Cristo che pendeva straziato dalla croce. Credo che anche il tuo  solitario dolore concorra,come il  suo, a salvare quel che resta di umano in un mondo ricco di nuovi dei e povero di umana pietà. Un mondo in cui ognuno di noi ha i suoi limiti ma il peggiore di tutti è quello di credere di non averne, per cui sappiamo ridere di tutto e di tutti meno che di noi stessi. Questa è la peggiore delle pandemie, dalla quale possiamo essere colpiti come singoli e come società.

  

 

 
 
 

E’ DI MODA LA FILOSOFIA

Post n°25 pubblicato il 14 Dicembre 2020 da Leonardo.Montoli

E’ DI MODA LA FILOSOFIA

 

va di moda la filosofia. Proprio così. Se c’è un tempo in cui la gente è portata a ragionar poco e male è proprio questo; eppure sono molte le iniziative che propongono testi di filosofia al pubblico ad un prezzo stracciato: Platone, Aristotele, San Tommaso, Sant’ Agostino, Kant…… su, su fino ai giorni nostri ed ai “grandi” pensatori attuali:  tutto disponibile a prezzi stracciati. Sembra in atto un processo di pentimento generalizzato per cui la gente aneli ad attingere al pensiero dei celebri pensatori per sposare questo o quello e quindi poter dire che ritorna a pensare. C’è un piccolo particolare però: se dò ragione ad un pensatore e ne abbraccio supinamente il pensiero,a scatola chiusa, fidandomi di ciò che si dice di lui senza scandagliare gli eventuali interessi che si celano dietro l’entusiasta proposta della sua figura, non posso dire di essere io a ragionare perché  in realtà ragiona lui al posto mio, dal momento che io mi sono supinamente adagiato sulla produzione del suo cervello. Se proprio, proprio sento il bisogno di “pensare” devo farlo con la mia testa: il che significa porsi i problemi che  accompagnano il vivere, consultare su di essi i grandi pensatori per capire che cosa hanno pensato in proposito; non bloccarmi però sul primo  pensatore che mi piace di più, ma metterlo a confronto con quello, o quelli, che la pensano esattamente al contrario di lui; dopo di che di fronte alle diverse opzioni costruisco la mia in base a motivazioni liberamente e consapevolmente scelte. Questo vuol dire esercitare il pensiero critico (abbiamo dedicato un sito al pensare e saper pensare): cioè pensare con la propria testa o mutuare il pensiero altrui., un po’ come fare i “copisti”della filosofia. C’è chi dice che a questa copisteria si abbeverano abbondantemente gli “esperti di tutto” che abbondano in Facebook ed affini; dove si possono leggere affermazioni pseudo filosofiche, , sfoderate con altezzosa sicurezza, nell’evidente intento di illuminare il mondo, irrorandolo con una benefica pioggia culturale, ricca di sentenziosi giudizi sugli uomini, sul mondo, sull’umana società e sui luminosi destini che l’attendono seguendo i dettami della divina scienza, della morale fai-da-te,della politica degli affabulatori…… Illudendosi così di aver realizzato una presenza culturale da pensatore,idonea a cambiare il mondo.. La filosofia non è una moda; è una fatica che per essere producente richiede certezze di coscienza faticosamente raggiunte e comportamenti coerenti alimentati dall’autocritica e dal dubbio costruttivo: attraverso un processo di interiorizzazione.

 
 
 

Un partito o una larva politica?

Post n°24 pubblicato il 30 Novembre 2020 da Leonardo.Montoli

Un partito o una larva politica ?

 

Dimenticare la dinamica del consenso e gli  elementi costruttivi dell’immagine,  ignorare l’apporto dei sensori, cioè degli iscritti , non consultare periodicamente e capillarmente i componenti la massa dei votanti e simpatizzanti, operare  la scelta dei rappresentanti del partito senza mettere in primo piano i valori della competenza e della professionalità, sottovalutare l’importanza della struttura organizzativa, mancare di una documentazione organica sul contesto sociale al quale si chiede il consenso,  emarginare gli anziani ed i giovani considerando i primi non indispensabili ed i secondi perennemente immaturi, ed infine le donne viste solo come utili numeri per mettere in vetrina le pari opportunità: questi sono i tarli distruttivi di una compagine politica, alla quale impediscono di dialogare consapevolmente e puntualmente con la pubblica opinione interna ed esterna.

Così facendo, col passare del tempo, la situazione si fa disastrosa caratterizzandosi con una consistente perdita  di voti; a ciò non è estraneo il fatto che i massimi esponenti, esaltati dalla autoreferenzialità e ubriacati dal coro dei clientes specializzati negli elogi e battimani continui (in vista del passare in cassa) siano indotti a crogiolarsi in successi temporanei più o meno  fasulli, erroneamente sopravvalutati anche se circoscritti e come tali non riflettenti, in termini puntuali, la reale posizione del partito ed il suo peso elettorale, in silenzioso inesorabile declino.

In tale situazione, per invertire la tendenza e recuperare il consenso, è necessario sviluppare una costruttiva autocritica, ripensando il partito ed il contesto sociale in cui opera: attraverso un itinerario culturale che coinvolga specialisti di  varie discipline ; uomini e donne capaci di scattare una fotografia fedele  della compagine politica in declino, suggerendo ed operando, con impietosa determinazione, gli interventi necessari per far ripartire la macchina del consenso.

L’alternativa è quella di restare una larva politica.

 
 
 

I VIP SILENTI

Post n°23 pubblicato il 20 Novembre 2020 da Leonardo.Montoli

I VIP SILENTI

 

non v’è dubbio che il Covid ha esacerbato gli animi dando luogo a un “tutti contro tutti” in cui trova posto l’espressione di un rancore (al quale forse non è estranea l’invidia) generalizzato verso i cosiddetti VIP, cioè coloro che in campo politico, economico, professionale ricoprono ruoli di particolare rilievo, che spesso li propone alla ribalta della cronaca ed alla forzata ammirazione del pubblico televisivo. A voler essere intellettualmente onesti dobbiamo dire che questo modo di fare di ogni erba un fascio non è assolutamente accettabile, anche perché non è detto che tutti indistintamente quelli che fanno parte della  massa giudicante si distinguano  per comportamenti moralmente ineccepibili in tutti i sensi e in tutte le circostanze. Denaro, potere, alta professionalità, possibilità di influenzare  l’opinione pubblica non sono automaticamente nemici dell’etica, dell’altruismo, del silenzioso operare il bene, come in realtà avviene in non pochi casi. Certamente sulla piazza forse non mancano VIP che gigioneggiano in esibizionismi fuori luogo, accompagnati da scarsa competenza, ed a volte repellenti; ma essi fanno parte del fenomeno uomo che è bene  lasciare al buon Dio di giudicare, perché lui solo sa cosa c’è “realmente” nel profondo dell’essere umano. Di fronte alla situazione in atto dobbiamo invece chiederci se non è giunto il momento di costruirci un’altra idea di VIP, a nostro giudizio largamente presenti nella società e non riconosciuti come “realmente VIP”; intendiamo dire i numerosissimi uomini e donne che “silenziosamente” promuovono il bene sociale con il loro  comportamento, che sfugge ai facili censori: intendiamo dire, con l’occhio al presente, i medici e gli infermieri che sono in trincea contro la pandemia, i volontari che si prodigano per aiutare le persone più deboli e (perché no?) I VIP  tradizionali( pochi o tanti che siano) che in silenzio, da sempre e oggi con maggior profusione di mezzi personali e materiali, aiutano chi è in difficoltà. Ma, da sempre, quelli che chiameremo i “VIP SILENTI”, annoverano fra le proprie fila uomini e donne (i cosiddetti “non indispensabili” secondo alcuni illuminati VIP tradizionali) che attingono alla loro ridotta pensione per aiutare figli e nipoti in difficoltà, nonché uomini e donne chiamati ad operare nei servizi sociali, con stipendi certamente non pingui, che non avendo mezzi di trasporto propri si sobbarcano ore di trasporto pubblico e pedestre per raggiungere “clienti” e luoghi di lavoro, ed anche professionisti che prestano la loro assistenza gratuitamente ai meno abbienti senza clamorose apparizioni mediatiche… E così via dicendo; e ciò  senza far rumore. Questi, a nostro avviso, sono i veri VIP ai quali si dovrebbe prestare più attenzione, specialmente da parte dei censori dal giudizio facile e generalizzato. Forse questi  VIP SILENTI   sono per un certo verso il sale della terra che la divina misericordia semina nella società, ispirandosi alla religione dell’uomo che non conosce diversità di razza, di colore della pelle, di censo, di credo religioso, di ruolo sociale,di ammontare del conto in banca.

 
 
 

CIP E VIP

Post n°21 pubblicato il 16 Novembre 2020 da Leonardo.Montoli

CIP e VIP

il mare continua a mietere vittime fra gli emigranti attraverso ripetuti naufragi che vedono spesso fra le vittime donne e bambini, e purtroppo anche neonati. Alcuni di questi spariscono in mare e non possono più essere ripescati. Immaginiamo che di questi “numeri” faccia parte il piccolo Cip, uno dei tanti che vengono contati attraverso fredde statistiche accuratamente redatte dal mondo degli “uomini più”, privilegiati del civilissimo mondo occidentale, nel quale spiccano i cosiddetti VIP , a loro volta abilissimi nel redigere statistiche riguardanti il flusso dei loro grandi capitali. Pensando all’immersione del corpo del piccolo Cip ci piace immaginare che, mentre affondava, intorno ad esso si sia formato un corteo di pesci e che l’abbiano accompagnato fino ad una fenditura nella roccia del mare, introducendovelo delicatamente. Intorno all’ingresso roccioso si affrettarono a posarsi stelle di mare. Ogni giorno, quando i raggi del sole fendono l’acqua e arrivano fino alla soglia della tomba di Cip, nugoli di pesci vanno e vengono davanti ad essa  per rendere omaggio al piccolo umano portatore di vita.

 E ci siamo immaginati il funerale di un VIP: adagiato in una lussuosa bara di legno pregiato, oggetto dello “sgomento” per la scomparsa di un uomo “indispensabile” alla moderna società dei consumi, proiettata verso un felicissimo futuro garantito dai progressi della scienza, e dalla indiscussa competenza di uomini politici illuminati. La cerimonia funebre ha chiamato a raccolta anche qualche uomo di cultura tributario della propria  “presenza”   sul palcoscenico dei media. E se si tratta di un politico non possono mancare gli yes man, specializzati in applausi a comando, che hanno costituito la sua “coorte” durante l’avventura della vita ; generalmente si distinguono perché guardano ripetutamente l’orologio  per paura di far tardi al l’appuntamento col nuovo VIP al quale si sono affrettati a giurare fedeltà già da quando il morto dava segni evidenti di essere prossimo a tirare le cuoia. Ciò che accomuna tutti i presenti è la forzata espressione di cordoglio, il ripetuto ricordo delle grandi virtù del “ giacente in bara.”, dalla cui dipartita alcuni di loro  si attendono un più o meno “utile”  lascito di diversa estrazione che possa servire come vademecum per la scalata sociale che ciascuno di essi ha in corso. Poi si snoda il “prezioso” corteo che accompagna “l’indispensabile” fino al mausoleo eretto per la circostanza. Pensando a Cip viene fatto di chiedersi qual è la differenza fra i due funerali? La risposta è semplice: le stelle marine, il raggio di sole, il via vai dei pesci di fronte all’anfratto che ne costituisce la tomba. Si obietterà che il VIP non è affogato…… Invece si,è affogato nel suo relativismo etico, nel delirio di onnipotenza di cui spesso dava spettacolo, nell’illusione di poter tutto comprare compreso l’amore. E c’è chi dice che le amanti (era un soperamatore) sono già tutte “accasate”; alcune addirittura con amici del VIP. E poi, diciamocela tutta, al funerale non c’è nemmeno un pesce!.

 

 

 

 
 
 

A CIP

Post n°20 pubblicato il 14 Novembre 2020 da Leonardo.Montoli

A CIP

ti chiamerò piccolo Cip,

perché sei volato in cielo

come un uccellino sconosciuto,

ma da sempre ben noto al Buon Dio.

Si sono bagnate le piccole ali

cadendo nell’acqua………

Spero tanto che il grande cuore del mare,

più grande di quello degli uomini,

ti abbia regalato una dolce, istantanea morte,

e un volo con ali nuove nel seno di Dio.

Ti chiedo perdono

Per tutti noi “grandi” nati prima di te

che avremmo dovuto vegliare

sulla tua dolcissimo fragilità

tenendoti stretto fra le braccia,

scaldandoti sul nostro cuore,

tacitando con i nostri baci

le tue grida invocanti aiuto.

Piccolo Cip

con la forza irresistibile

della tua innocenza tradita

prega Dio di avere pietà

delle anime in decomposizione dei “grandi” del mondo.

                                                                leonardo montoli

 

 
 
 

sulla vja della beatificazione

Post n°19 pubblicato il 13 Novembre 2020 da Leonardo.Montoli

Sulla via della beatificazione

 

Serpeggia , tra l’altro, l’opinione che se  un politico svolge con assiduità il suo ruolo sia degno di “grande plauso”. Ma a quanto ci risulta i milioni di lavoratori che compiono con assiduità  il loro dovere non sono oggetto di altrettanta sperticata ammirazione. Pertanto se uno mi dice  che quel tale politico è  uno che “lavora” gli rispondo che per farlo, è pagato(non poco) con i soldi dei cittadini, suoi datori di lavoro: quindi, se lavora, non fa altro che compiere il proprio dovere come milioni di persone, che non vengono “beatificate” per tale motivo. Gli yes man , artefici e sostenitori di tale beatificazione, sono gli stessi applauditori a comando che costituiscono la tabe dorsale della società e dei partiti politici.

 
 
 

NON SONO INDISPENSABILI

Post n°18 pubblicato il 06 Novembre 2020 da Leonardo.Montoli

 

NON SONO INDISPENSABILI

C’è chi afferma che il comportamento di alcuni politici di fronte al Covid  sottolinea, ancora una volta, quanto sia opportuno porre molta attenzione alla selezione del personale politico, tenendo conto non solo delle sue competenze ma anche della sua capacità di comunicare. La conoscenza della dinamica del consenso sembra non faccia parte del patrimonio culturale di alcuni politici, che non si rendono conto come il loro modo di relazionarsi all’opinione pubblica sia talvolta lesivo non solo dell’immagine personale ma anche di quella della compagine politica alla quale appartengono. In particolare in presenza della tragedia del Covid, le continue reciproche accuse, a volte affidate ad una terminologia a dir poco non  elegante, chiaramente ispirate ad interessi di parte in un momento in cui dovrebbe prevalere l’interesse generale e la convergenza degli sforzi in difesa di esso, può indurre a sospettare  una carenza etica che richiama la differenza fra politico e uomo politico: un argomento che potrebbe essere oggetto di una serena discussione, ispirata ad onestà intellettuale. Ciò potrebbe indurre a concludere, per rifarsi ad una recente affermazione emersa nel mare del “pensiero politico”, circa la non indispensabilità di alcuni personaggi sulla cresta dell’onda; intendiamo dire che potrebbe mettere in luce un nuovo concetto di “indispensabilità sociale” legato all’età della mente anziché a quella anagrafica; in vista del fatto che la prima sembra tendere a preferire il parlar concetti al parlar parole, con tutto quello che ne consegue: compresa l’eloquenza del silenzio quando essa costituisce l’opzione migliore.

 

 
 
 

MISERICORDIA

Post n°17 pubblicato il 02 Novembre 2020 da Leonardo.Montoli

MISERICORDIA

 

in questo momento di grande confusione anche non pochi  credenti appaiono  disorientati e cercano disperatamente il conforto in un Dio che sembra inafferrabile e lontano, proprio nel momento in cui lo si vorrebbe amico, e soccorritore vicino. Vien  fatto di chiedersi se per caso quei credenti non siano da annoverarsi fra quelli che il cardinale Carlo Maria Martini, nel libro “Pietro-Le confessioni” ( a pagina 63) così descrive: sono molte le persone che vanno in chiesa, recitano preghiere, ma in realtà per loro Dio non significa quasi nulla. Lo stesso può accadere nella vita ecclesiastica: ci si attiene a prescrizioni, si rispettano certe leggi, ci si sforza di acquistare qualche virtù senza tuttavia vivere il dinamismo della fede, perché la presenza del Dio vivente è spenta. Se ci esaminiamo con spirito critico, noi che ci diciamo credenti, forse scopriamo di essere ben lontani dal possedere lo spirito del colloquio interiore, quello che Gesù, in cui diciamo di credere,  preferisce intrattenere con i piccoli e gli umili; in verità siamo piuttosto cerebrali nel vivere la nostra fede, abitudinari del ne quid nimis, elitari rispetto agli “altri”, che guardano a noi cercando un comportamento esemplare, dal quale emani un silenzioso giudizio “ credibile” sulla morte imperante, che ci inchioda all’interrogativo sulla reale esistenza di un regno accessibile attraverso una  porta aperta sull’infinito. A quanto pare c’è una santa che l’ha trovata e per espresso comando del suo Dio la svela agli uomini in un’interessante “DIARIO” : è suor Faustina Kowalska. Dandogli uno sguardo si trovano delle interessanti promesse da parte della misericordia divina; di cui, anche chi ha inventato l’atomica e  sfoggia un ultramoderno cellulare, potrebbe scoprire di averne bisogno. Per fortuna c’è un Francesco in sintonia con tali promesse; forse non sarebbe male prestare attenzione a quello che dice, giudicandolo con onestà intellettuale.

 
 
 
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