Versi e prose

Due punti non possono essere mai così distanti da non trovare un segmento che li unisce

Creato da IOeMR.PARKINSON il 06/06/2011
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La ragazza con il cagnolibo

Post n°53 pubblicato il 19 Febbraio 2012 da IOeMR.PARKINSON
 

 

Ragazza con il cagnolino Cosa Posso saperne io? Ho parafrasato un haiku di Jack Kerouac. Perchè?

Devo andare indietro con la memoria. Quando mi sono trasferito nella città dove abito attualmente una delle prime cose che mi colpì fu una bellissima ragazza che abitava nella mia stessa strada. Quando ero a casa la vedevo sfrecciare in bicicletta: una figura snella, un corpo da modella, un viso molto bello e due occhi...si due occhi profondi ma nel frattempo vuoti. Qualche volta mi capitava di vederla a piedi: camminava con circospezione, senza guardare nessuno e si capiva dal suo sguardo che era vittima di un profondo stato d'ansia. Era come un cerbiatto smarrito.  Nel quartiere tutti la conoscevano e istintivamente la evitavano: non era normale sussurravano   e ne avevano paura. Ogni tanto scompariva,  per dei periodi di breve durata: dicevano che era ricoverata in qualche struttura ospedaliera e il vicinato respirava. Gli esseri umani che si credono normali hanno paura del diverso ed effettivamente quella ragazza era diversa. Non sto a sindacare questo atteggiamento delle persone che manifestano nei confronti di tutti gli altri individui ritenuti, a torto o a ragione, non conformi ad un cliché; non sono un sociologo! Qualcuno, fra quelli che si ritenevano più informati, diceva che una storia d'amore sfortunata l'aveva ridotta così e altri azzardavano storie più assurde e fantasiose, anche di maltrattamenti in famiglia! Gli anni sono passati, tanti anni ... e adesso che anche io, per certi versi, sono un diverso, grazie agli effetti collaterali che mi procura  mister parki, capisco quanto possa avere sofferto quella ragazza per l'emarginazione che subiva e per tutto quello che leggeva negli occhi delle persone " normali". Essa vive ancora nel quartiere, nella stessa casa  vicina alla mia, va meno in bicicletta ma in cambio si fa portare a spasso da un cagnolino, piccolo come una pulce, un po nevrotico, come tutti i cani che la crudeltà umana ha ridotto da formato maxi a formato mini! Gli anni sono passati anche per lei ma la sua bellezza non è sfiorita, anzi...; i suoi occhi sono più sereni e anche se il suo comportamento è meno sfuggente, infatti si ferma qualche volta a parlare con i vicini, si capisce che il suo problema di fondo non lo ha superato del tutto. Qualche mese fa era ferma, sul marciapiede a parlare con una vecchia signora (una di quelle che sanno tutto di tutti) che io conosco e con questa scusa mi sono fermato ad attaccare un bottone. La mia conoscente fa le presentazioni e poi per non smentirsi mi dice: " Sa, parlavo con L..... della stagione teatrale di prosa perché un amico comune, un attore che conosco, mi ha incaricata di porgere i miei saluti a L......e di dirle che in teatro tutti l'aspettano! Perché deve sapere che L....... era una bravissima attrice, una giovane promessa". Io mi accorsi dell'imbarazzo che queste parole avevano provocato nella ragazza, si perché sembra ancora una ragazza, salutai e passai oltre. Ma la curiosità mi rimase e cominciai a fare delle ricerche a nelle cronache teatrali dell'archivio del giornale locale, trovai un articolo che parlava di L ...... In parole povere riportava una notizia che riferiva che una promettente attrice, che stava per passare dai teatri di provincia a quelli nazionali, per una grave forma di esaurimento nervoso aveva dovuto lasciare le scene: si, l'articolo parlava proprio di L......Qualche giorno fa, al parco ho incontrato L......, ed io che non riesco più a farmi i fatti miei, con la scusa del cagnolino, le parlai di Susy, di una cagnetta che ci aveva fatto compagnia per tanti anni e poi non so perché le chiesi: 

 " ma non le manca il teatro?" e aggiunsi: "penso che per chi abbia calpestato anche per una sola volta le tavole di un palcoscenico, debba essere una esperienza indimenticabile!"  Mi guardò con una profonda tristezza mista a dolcezza e poi, dopo un attimo di silenzio eterno, mi rispose: "E vero! Non passa notte che io non sogni tutti gli attimi vissuti in teatro, in palcoscenico,  e non passa giorno che io non li rimpianga. Ma è andata così e ormai tutto ciò appartiene al passato! La L...... di quei giorni vive ancora inchiodata al tavolaccio di legno del proscenio mentre si inchina, sempre tremante, a raccogliere gli applausi! Oggi lei vede la larva di quella ragazza". "Ma...." accenno io. " E lei come se avesse letto nel mio pensiero: "no, signore mio, non potrei più tornare a recitare, anche se ricordo ancora tutte le parti a memoria! Sono Giulietta e anche Medea, sono la Locandiera e tante altre, ma per me stessa non sono più nessuna! Ho avuto paura....". 

E con queste parole, mi saluta,  mi lascia e si incammina lungo i viali del parco, con il suo cagnolino....

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Commenti al Post:
gattaselvatyka
gattaselvatyka il 18/03/12 alle 23:26 via WEB
..grazie della visita, che ho ricambiato.. Carino il tuo blog, l'ho inserito nel blog_amici così verrò a trovarti a ncora, se non ti dispiace.. Buona serata.. Mar*zia
 
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