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Essere e pensiero

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Il tempo dell'esistere...

Post n°95 pubblicato il 03 Marzo 2008 da pensieroinespresso

 

Al pensiero greco classico, legato ad una concezione circolare del tempo, era estranea l’idea del progresso. Nel tempo che si svolge secondo un ciclo eterno in cui tutto si ripete, la dimensione temporale dominante è quella del “presente”, destinato eternamente a ritornare, rendendo così improbabile l’istaurarsi delle condizioni di ogni possibile processo evolutivo.

 L’idea del progresso, tipica della modernità, è figlia della rivoluzione scientifica. Essa segna l’abbandono della concezione ciclica del tempo, propria del pensiero greco, a vantaggio della concezione “lineare” del tempo, espressione del pensiero cristiano. Il clima di fiducia circa le possibilità di un futuro migliore per l’intera umanità, indotto, agli albori della modernità, dallo sviluppo della scienza e della tecnica, determina la nascita dell’idea di progresso. Essa è legata alla convinzione che il “regnum hominis”, il dominio dell’uomo sulla natura, sia un dato acquisito al punto tale da proteggere le sorti dell’umanità dalla forza dirompente della natura, proiettando l’uomo verso il futuro e neutralizzando il rischio di ricorrenti ritorni alla condizione originaria.

Come è evidente, tale idea presuppone una nuova concezione del tempo, lineare e non più ciclica, propria del pensiero cristiano. Se nella concezione ciclica del tempo la dimensione prevalente era quella del “presente”, destinato eternamente a riproporsi, in modo che il tempo risulti su di esso irrimediabilmente schiacciato, nella visione “lineare” del tempo la dimensione prevalente è quella del “futuro”. Nel tempo inteso come una linea continua vi sono un ieri, un oggi e un domani; un inizio, un centro ed una fine e diviene, pertanto, possibile la realizzazione progressiva di un progetto e di una meta finale. Nel tempo vi è un centro, Gesù di Nazareth e la sua pratica di vita, che illumina tutta la “linea”, rischiarando il passato e fondando la tensione verso l’avvenire. Tale fulcro, centro del tempo e della storia, ha un valore fondativo sul piano valoriale, alimentando la speranza ed attivando i dinamismi dell’utopia.

 

Con la certezza che già qualcosa è avvenuto é possibile progettare il nuovo ed ipotizzare il futuro. Nella vita e nella pratica rivoluzionaria di Cristo è plausibile cercare ancora oggi le ragioni della speranza e le radici di rinnovate tensioni valoriali. L’essere di Cristo, che è stato ed è esistenza libera e liberante, può diventare esperienza fondante e progettuale anche per l’uomo contemporaneo, insofferente ad ogni costrizione dogmatica. Viviamo in un segmento di tempo sospeso fra un qualcosa di decisivo già realizzato ed un qualcosa di bello ancora da realizzare. Un futuro migliore (speranza, utopia e progetto), che può diventare realtà, è prefigurabile, in quanto ha radici profonde che innervano ancora oggi il nostro cammino. La storia è nelle nostre mani ed è in nostro potere, sin da ora, “assaporare le meraviglie del mondo avvenire”(Ebr. 6, 5)

 
Rispondi al commento:
fosco6
fosco6 il 19/03/08 alle 12:58 via WEB
Da profano mi permetto di dire che se fosse dipeso dalla Chiesa Di Cristo, saremmo rimasti ancora nella concezione circolare o ciclica della vita, perchè ogni slancio verso il futuro sia filosofico o tecnologico era considerato se non eresia cmq. una cosa molto sconveniente e irreale. Per fortuna che la Scienza ha trovato il modo di spezzare questo cerchio e di costruire una linea che ha appunto un passato un presente e un futuro...E' anche vero che nella storia ricorrono (G.B.Vico)situazioni già viste, i cosiddetti corsi e ricorsi storici, ma questo non impedirà cmq. all'umanità di fare passi avanti in ogni campo, almeno nel lungo periodo. Se dovessi dare una definizione del tempo direi che sono molto più vicino alla tua concezione, perché ritengo che il tempo stesso se visto in una ottiva di lungo periodo (secoli o millenni) si dispiega all'occhio dell'osservatore distaccato in una specie di linea orizzonatale che si inoltra verso un furturo ipotizzato, mentre invece se osservato più da vicino, in un arco ristrettto, vediamo che quella che ci sembra una linea in realtà è fatta di onde cicliche e a volte anche di cerchi, molto simili al movimento a farfalla della Luna nel suo peregrinare intorno alla Terra e intorno al sole, oltre che ruotare su se stessa, così che a volte sembra quasi che torni indietro, ma se ci allontaniamo dal luogo degli eventi e se lo vediamo nei tempi lunghi, ci accorgiamo che in realtà tutti quei picocli movimenti apparentemente contraddittori concorrono invece a fare percorrere in un anno tutto il cielo intorno al Sole insieme alla Terra, quindi a procedere nel suo futuro, e più ancora se usciamo dal sistema solare vediamo che la Luna e la Terra e tutto il Sistema Solare vanno in linea retta verso un futuro comune più generale. Direi quindi che tutto è relativo e dipende da chi osserva, da come osserva e da che distanza temporale osserva, anche se come detto i due moti, lineare e ciclico o circolare sono contenuti in uno stesso evento, nel breve o medio periodo, ma si dissolvono tutti in una linea perfettamente retta se consideriamo tempi lunghi o tendenti all'infinito. Forse mi sono spiegato male, ma io non sono un filosofo, chiedo venia.
Un caro saluto....CARLO!<br E Tanti Auguri per una BUONA PASQUA.
 
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