Pattinando...

Che voglia che ho di tornare a fare singolo! Ma perchè ho smesso? Ora mi manca, ho voglia di saltare e fare le trottole... Magari riinizio senza fare le gare! Ma no, non ho neanche più i pattini da singolo. Che scemo che sono stato, ho smesso solo perchè non sapevo fare niente. E allora? Almeno mi divertivo... non che facendo coppia non mi diverta, però saltare è tutta un'altra cosa! Scusate le mie paranoie, ma scrivendo le descrizioni di tutti i salti mi sono messo a provarli scalzo in camera mia!

Maledetto me quando ho smesso di fare singolo!

Nella foto, Evgeni Plushenko in Butterfy

Questo salto prende il nome dal suo inventore, il celebre pattinatore norvegese acrobatico e di velocità Axel Paulsen, che lo presentò per la prima volta nel 1882. Da notare che pattinava su pattini da velocità, non da figura (da qui l’impossibilità della puntata!). L’axel si differenzia da tutti gli altri salti per la sua partenza dall’avanti, per la precisione da un filo esterno avanti del piede sinistro. L’atterraggio è sul filo destro esterno indietro, come per tutti gli altri salti. Proprio per atterrare all’indietro, l’axel comporta una mezza rotazione in più: il singolo richiede una rotazione e mezza in aria, il doppio due e mezza, il triplo tre e mezza.
Considerato il più difficile non solo per la ½ rotazione in più, ma soprattutto per la partenza in avanti che crea in molti atleti un blocco psicologico. Il primo doppio Axel è stato eseguito da Dick Button alle olimpiadi del 1948. Il primo triplo dall’americano Vern Taylor ai campionati mondiali del 1978. Tutti i salti fin qui descritti oltre che singolarmente, vengono eseguiti anche in combinazione o in sequenza. Combinazione significa che un salto è esattamente legato all’altro, che dall’atterraggio del primo parte lo stacco del secondo salto: questo vuol dire che il secondo salto della combinazione può essere solamente un toeloop o un loop (perchè il loro filo di partenza è lo stesso del comune filo d’atterraggio), altri salti non sono possibili senza inserire qualche elemento; se si inserisce qualche elemento fra il primo e il secondo salto non è più una combinazione ma una sequenza. Quindi ha un valore di base inferiore perché è più facile da eseguire.

Nella foto Elena Sokolova

Questo salto eseguito per la prima volta nel 1910, ed è tutt’ora chiamato in alcuni paesi Rittberger dal nome dal suo inventore, Werner Rittberger, che fu un grande pattinatore tedesco, tre volte medaglia d’argento ai campionati del mondo tra il 1910 e il 1912. Il disegno del salto è su una curva, si parte scivolando all’indietro sul filo esterno del piede destro, col piede sinistro di fianco al destro; il sinistro si sposta poi in avanti, sino ad incrociare sopra il destro, ed il pattinatore si lancia in aria da questa posizione incrociata. Il primo doppio Loop è stato eseguito da Karl Schafer nel 1925, il primo triplo da Dick Button durante le olimpiadi del 1952.

Nella foto, Irina Slutskaya

Il salto che porta questo nome fu creato nel 1907 dallo svedese Ulrich Salchow – il vincitore della 1’ medaglia Olimpica del pattinaggio di figura su ghiaccio a Londra nel 1908, e dominatore indiscusso di qusto sport tra il 1901 e 1911, quando vinse il mondiale tutti gli anni tranne che nel 1906. Il disegno del salto è su una curva, si parte scivolando all’indietro sul piede sinistro, sul filo interno. La gamba destra passa in avanti proprio prima dello stacco, che avviene senza l’aiuto di una puntata. L’approccio tipico è da un tre esterno avanti che porta il pattinatore sul filo interno indietro. Il primo doppio Salchow fu eseguito da Gillis Grafstrom nel 1926, il primo triplo dall’ americano Ronnie Robertson ai mondiali di Vienna del 1955, il primo quadruplo da Timothy Goebel nel 1998.

Nella figura potete vedere uno schema di tutti i salti