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« ...allora?...nero velluto... »

....sole giallo....

Post n°4 pubblicato il 30 Ottobre 2007 da LEGGERE_ATTENTAMENTE

C'è una trave che sovrasta il soffitto e che divide perfettamente il tetto in due trapezi irregolari che si prestano a cambiare forma se li guardi da un lato o dall'altro spingendo la fantasia ai più impensati lavori architettonici.

Io spesso rimanevo ore con il naso all'in su a creare nella mia mente oggetti più svariati e smettevo solo quando mi cominciava a girare la testa…

Ma quel giorno non alzai la testa nemmeno per un solo istante… era domenica, anche se qui tutti i giorni sembrano uguali, ma oggi il caldo è più intenso… un caldo afoso, opprimente,

Io l'ho definivo un caldo giallo… giallo scuro, quasi arancione, un giallo diluito con il marrone… il giallo che copriva l'aria, il giallo che sentivi sotto i piedi scalzi, nelle mani sudate, il giallo che respiravi, un caldo che si confondeva con il colore della terra… non potevi non respirare quel caldo intenso di quel giorno, non potevi non sentirlo… non toccarlo…

Non avevo l'orologio, ma saranno state le due del pomeriggio. Tutti, appesantiti dal pranzo, erano come scomparsi ognuno in una stanza diversa, riversati su quei letti come moribondi… riversati nei loro corpi come pietre…

Intorno a me solo il silenzio, non una parola, non un respiro… non un alito di vento… solo il silenzio accompagnato dal canto delle cicale che intonavano la colonna sonora di una rovente estate, che qui a volte sembra non finire mai…

Davanti a me… lei…  sdraiata su un divano… un divano vecchio… ritrovo di qualche casa abbandonata… è li immobile come se il caldo giallo la tenesse ferma sovrastandola, le sfilasse le forze, la rendesse inerme ed impotente di fronte un avversario invisibile… C'è molto caldo, si sente il suo rumore, si vede il suo colore, lo si respira. Sento il sudore che esce da ogni poro del mio corpo… esce e solca lentamente il corpo come dei infinitesimali piccoli rivoli, formando disegni come li formano i fiumi in una cartina geografica…

E’ una sensazione strana… ma rimango a guardarla… con gli occhi gli accarezzo la pelle bagnata dal sudore come volerlo asciugare, è meraviglioso sfiorarla con gli occhi… la guardo come se fosse la prima cosa che vedo in vita mia, come se fosse la prima alba, il primo tramonto, come se guardassi per la prima volta il mare… Poi d'improvviso, lei, si alza, per un istante mi guarda, e fissandomi prende una sdraio e la mette tra l'uscio ed il balcone, poi con un gesto lento ci si siede sperando che da lì passi un po’ di fresco… ma l'unica aria che passa è calda, afosa, sembra che abbiano acceso un fuoco dietro porta, sembra che il sole si sia spostato accanto alla casa… Ma il sole è lontano… ed è proprio il lui che rende le immagini tremolanti, gialle, silenziose, arroventi, la terra, assetata, si spacca davanti a me quasi mentre la guardo, ed ogni volta che mi scivola una goccia di sudore, nel cadere, sembra che la terra lotti con il caldo per accaparrarsela… Ma io non distolgo lo sguardo da lei… è bellissima, il caldo, il giallo caldo, la rende ancora più bella, il leggero vento caldo giallo che passa, tra l'uscio ed il balcone, le fa sventolare leggermente la vestaglia nera, come in un gioco perverso che non ti fa vedere bene… e ti lascia immaginare che oltre quel viso umido, oltre quella lenta spossatezza, c'è un corpo praticamente perfetto… sembra modellato, scolpito… cesellato centimetro per centimetro, costruito dopo aver studiato meticolosamente la sua forma, la natura avrà impiegato più di duemila anni prima di creare una perfezione simile… Il colore della sua pelle e il profumo che emana, le curve perfette e sinuose come dune del deserto, la luce riflettendo sulla pelle crea ombre che la rendono ancora più bella se mai fosse possibile… Quante cose avrei voluto dirle, quante cose avrei voluto fare… avrei voluto accarezzare la sua pelle talmente delicatamente da non farle aprire nemmeno gli occhi, avrei voluto crearle un leggero vento per poterla rinfrescare un pò… ma è troppo bella per poter fare qualcosa, ho la sensazione di rovinare un capolavoro… posso solo rimanere ad ammirarla… ad imprimerla nella mia mente come fa un negativo al contatto con la luce per definirla in tutti i suoi contorni e poi sognarla, per poi tenerla per sempre con me nella mia mente, come un calco di una scultura , nei miei sogni, nelle mie vene, per poi portarla per sempre con me come una cicatrice, come il mio nome, come la mia pelle…

Ho sempre pensato che un giorno l'avrei incontrata nuovamente, ero sicuro che nella mia vita avrei avuto un'altra possibilità di rivederla e rendermi conto che non era il frutto della mia fantasia, che esisteva ancora… ero sicuro che esisteva ancora… ne ero sicuro ogni mattina quando alzandomi aprivo la finestra per fare entrare il sole… e la luce mi diceva che da qualche parte del mondo lei respirava i miei stessi momenti… nelle giornate grigie ed uggiose sapevo che lei era lontana da me… ed allora pazientavo e mi mettevo ad aspettare che il tempo passasse…

Così giorno dopo giorno aspettavo l'estate come un bambino aspetta il giorno del suo compleanno, aspettavo di rincontrarla, di rimanere ancora ore ad ammirarla in silenzio… anche se quel, ormai lontano, giorno la guardai talmente tanto da tenermi la sua immagine chiara, presente… proprio come una cicatrice, come il mio nome, come la mia pelle…

Forse non è stato proprio così…

Dopo secoli passati lontano, mi ritrovo nuovamente qui… in questa cascina immersa nella distesa campagna siciliana, che porta evidenti i segni del tempo trascorso, dove il silenzio del caldo giallo ora è interrotto dal cigolio di una porta… la stessa che si metteva socchiusa per far passare un po' d'aria…

Qui sembra tutto uguale… anche le cicale che intonano la marcia dell'estate, l'aria è la stessa di secoli fa anche se la polvere, accumulata negli anni, appesantisce tutto come gli anni trascorsi che sento nelle mie vecchie e fragili gambe… la mia pelle non è più come quella di un tempo… i pochi capelli che mi rimangono si sono imbiancati come la mia memoria, nelle mie mani si può leggere quanto tempo è passato da allora. Ma il suo ricordo in me è sempre uguale, indelebile, perfetto, nitido, nemmeno una fotografia avrebbe resistito tanto. Non so lei che fine abbia fatto… sicuramente è ancora bella, perfetta, il suo corpo farà ancora sognare… si farà ancora seguire... seguire come segue l’acqua una tartaruga appena nata… e chissà in quale altra casa sta per lasciare la sua presenza… il suo odore... la sua immagine abbandonata su una sdraio tra l'uscio ed il balcone in una caldissima estate arroventata dal sole giallo…

 
 
 
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