Creato da perestico il 20/09/2008

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Brillante Webloglive

Post n°18 pubblicato il 27 Settembre 2008 da perestico
 

Ho ricevuto il premio Brillante Webloglive da parte di una persona molto speciale.  Intendo spendere due parole per raccontare ai visitatori cosa significa per me questo premio e quanto, la persona che me l'ha assegnato, sia importante per me.

Nella mia vita ho dovuto sempre lavorare sodo per raggiungere i miei obiettivi e mai mi è stato concesso di arrivare senza sudare.  I risultati ottenuti non sono mai stati motivo di vanto ma mi sono serviti per un confronto obiettivo e critico col mondo che mi circonda.  A tutti coloro che lottano ogni giorno per realizzare i propri sogni consiglio di tenere duro anche quando il peso dell'indifferenza della gente si fa troppo greve.  La perseveranza non può essere compromessa da niente e nessuno, la corruzione non deve far parte delle nostre scelte e la voglia di arrivare non deve annebbiarci la vista nascondendo l'obiettivo finale.  Nel percorso saranno poche le persone che, avvolte inconsapevoli, altre no, ci aiuteranno ed allevieranno le nostre fatiche.  Possono accompagnarci per un breve tratto e condividere con noi un grosso peso o starci vicino per sempre e condividere giorno dopo giorno la gioia di lottare e vivere per lottare.  In molti casi ci basta un sorriso, una frase, un abbraccio o anche solo un saluto. Lei per me è una di quelle persone.  Grazie sonoquiperte_f

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Commenti al Post:
perestico
perestico il 13/10/08 alle 20:25 via WEB
non voglio inserire altre foto...altrimenti il mio ringraziamento a Sonina sparisce in seconda pagina!!!
 
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Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi? 

 

Sonavan le quiete
stanze, e le vie d'intorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all'opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
così menare il giorno. 

 

Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
d’in su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
quel ch’io sentiva in seno. 

 

Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi? 

 

Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
da chiuso morbo combattuta e vinta,
perivi, o tenerella. E non vedevi
il fior degli anni tuoi;
non ti molceva il core
la dolce lode or delle negre chiome,
or degli sguardi innamorati e schivi;
né teco le compagne ai dì festivi
ragionavan d’amore. 

 

Anche perìa fra poco
la speranza mia dolce: agli anni miei
anche negaro i fati
la giovinezza. Ahi come,
come passata sei,
cara compagna dell’età mia nova,
mia lacrimata speme!
Questo è il mondo? questi
i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi,
onde cotanto ragionammo insieme?
questa la sorte delle umane genti?
All’apparir del vero
tu, misera, cadesti: e con la mano
la fredda morte ed una tomba ignuda
mostravi di lontano.

 

 
 
 

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