Creato da perestico il 20/09/2008

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Post n°26 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da perestico

Abbiate pazienza ma oggi mi sono svegliato così.

Sino a che punto sei disposto/a a metterti in gioco per scoprire se la vita che hai vissuto sino ad oggi è la tua o quella di altri?  Ti sei mai chiesto/a quali siano le tue scelte e quali non siano da te scelte?

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Commenti al Post:
lara382
lara382 il 20/10/08 alle 13:48 via WEB
si ..... me lo chiedo ogni volta che mangio pesante la sera prima:-)))))))))))))))
 
sonoquiperte_f
sonoquiperte_f il 21/10/08 alle 13:43 via WEB
non sempre si ha il coraggio di mettersi in gioco...e spesso quando lo si fa...non si riesce ad arrivare fino in fondo...ho sempre pensato che le scelte fatte siano state le migliori...senza ferire nessuno(l'unica che rimaneva ferita ero io)...qualche tempo ho provato ad oltrepassare un limite...ma non ce l'ho fatta...ed ancora porto i segni dentro di me...ho sempre scelto io...questo alla fine è quello che conta...diciamo che non sempre il male viene per nuocere...perchè ho incontrato una persona che mi ha aiutata a superarlo e lo sta facendo ancora...
 
 
perestico
perestico il 21/10/08 alle 14:05 via WEB
ehmmmmmmmm . . . trallalàààààààààààààààààà
 
sonoquiperte_f
sonoquiperte_f il 21/10/08 alle 16:27 via WEB
ehmm che fai? rubi il mio trallalà? grrrrrrrrrrrrrr
 
 
perestico
perestico il 21/10/08 alle 16:33 via WEB
cerco di rubare te, pensa se ci provo col tuo trallalàààààààààà
 
jack_il_pirata
jack_il_pirata il 22/10/08 alle 11:12 via WEB
...mi sono sempre messo in discussione dall'età di 14 anni in poi...quando mi è finita la giovinezza...e non ho mai avuto paura di cambiare città,amici, donne...ma ero da solo, e giocavo solo sulla mia pelle...Un forte abbraccio ! Jack !!!
 
vichiedoperdono
vichiedoperdono il 27/10/08 alle 15:57 via WEB
C'E' CHI VIVE LA PROPRIA VITA DA ATTORE PRINCIPALE, CHI DA COMPARSA. POI C'E' LA TERZA CATEGORIA: CHI, COME ME, LA VIVE DA REGISTA. ARTEFICE E RESPONSABILE DI OGNI SUA SCELTA. VICKY
 
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Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi? 

 

Sonavan le quiete
stanze, e le vie d'intorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all'opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
così menare il giorno. 

 

Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
d’in su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
quel ch’io sentiva in seno. 

 

Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi? 

 

Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
da chiuso morbo combattuta e vinta,
perivi, o tenerella. E non vedevi
il fior degli anni tuoi;
non ti molceva il core
la dolce lode or delle negre chiome,
or degli sguardi innamorati e schivi;
né teco le compagne ai dì festivi
ragionavan d’amore. 

 

Anche perìa fra poco
la speranza mia dolce: agli anni miei
anche negaro i fati
la giovinezza. Ahi come,
come passata sei,
cara compagna dell’età mia nova,
mia lacrimata speme!
Questo è il mondo? questi
i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi,
onde cotanto ragionammo insieme?
questa la sorte delle umane genti?
All’apparir del vero
tu, misera, cadesti: e con la mano
la fredda morte ed una tomba ignuda
mostravi di lontano.

 

 
 
 

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