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Post n°30 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da perestico
In un mondo uniformato dove non ci basta fare di tutta l'erba un fascio ma si cerca di fare di tutti i fasci un fascio è quasi impossibile incontrare chi è diverso. Qualcuno un giorno lontano ci ha dato il libero arbitrio e dal giorno dopo hanno sempre cercato di togliercelo. Che grandi battaglie! Molte volte chi è diverso lo è perchè si preserva e preservando se stesso preserva anche una cultura, uno stile, degli ideali. Chi ha la forza di essere diverso diventa UOMO. Così siamo arrivati ad oggi e così andremo oltre. Essere diversi è una qualità importante, fondamentale per la continuità della vita dell'uomo. Essere diversi non ci deve far paura ma ci deve far sentire responsabili e saggi. Essere diversi ci da la possibilità di aiutare gli altri nel scoprire la propria diversità. Sii orgoglioso di essere diverso! Per: Sono - Jack - Alice - Butter - Albergo - Coni - Luanamora - Demo - ...e per te. |
Post n°29 pubblicato il 24 Ottobre 2008 da perestico
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Post n°26 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da perestico
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Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
stanze, e le vie d'intorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all'opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
d’in su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
quel ch’io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi?
Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
da chiuso morbo combattuta e vinta,
perivi, o tenerella. E non vedevi
il fior degli anni tuoi;
non ti molceva il core
la dolce lode or delle negre chiome,
or degli sguardi innamorati e schivi;
né teco le compagne ai dì festivi
ragionavan d’amore.
Anche perìa fra poco
la speranza mia dolce: agli anni miei
anche negaro i fati
la giovinezza. Ahi come,
come passata sei,
cara compagna dell’età mia nova,
mia lacrimata speme!
Questo è il mondo? questi
i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi,
onde cotanto ragionammo insieme?
questa la sorte delle umane genti?
All’apparir del vero
tu, misera, cadesti: e con la mano
la fredda morte ed una tomba ignuda
mostravi di lontano.
Inviato da: nuoreallariscossa
il 12/08/2009 alle 09:27
Inviato da: sonoquiperte_f
il 15/07/2009 alle 09:53
Inviato da: fynnicella
il 13/07/2009 alle 11:13
Inviato da: sonoquiperte_f
il 01/07/2009 alle 10:41
Inviato da: perestico
il 27/05/2009 alle 16:44