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Tra i più diffusi mezzi di “socializzazione di massa” imperversa FACEBOOK.

Post n°379 pubblicato il 05 Luglio 2015 da leo.fortuna
 

Nel continuare a trattare l’argomento “social media” nei termini proposti dal Professor Umberto Eco nella recente circostanza dell’attribuzione, all’Università di Torino, della laurea honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei media”, l’intento è di evidenziare, nel normale uso di Internet, a quale categoria è collocabile ogni frequentatore comprendendo quella degli “imbecilli”.
Per scelta “convinta” non sono iscritto né a Facebook né a Twitter e, in seguito, ne espliciterò le ragioni.
Tra i più diffusi mezzi di “socializzazione di massa” imperversa FACEBOOK.
Cos’è e a cosa serve?
Facebook è un “social network”.
“Social” sta a significare l’interattività, nel senso che tutto ciò che postiamo (scriviamo e pubblichiamo) attrae l’attenzione e provoca la reazione dei nostri amici virtuali. Si perviene, così, alla condivisione di qualsiasi cosa, con la facoltà di ciascun “titolare” di cancellare ciò che non è ritenuto intelligente, interessante o divertente.
Facebook è considerata una “grande comunità”. Si manifesta attraverso i “contatti” e tutti i contatti tra gli iscritti al network, amici e conoscenti, leggono ciò che si partecipa (condivide).
Sistematicamente si verificherà che chi comunicherà di aver trascorso una brutta giornata, riceverà manifestazioni di solidarietà all’insegna dell’interattività così come previsto.
E poi, ancora, se si partecipa di festeggiare qualcosa, in coro vi faranno gli auguri.
Nel postare una o più foto attirerà l'interesse più di ogni altro contenuto. Per questa ragione bisogna stare attenti a ciò che si pubblica per evitare di apparire deprimenti o offensivi.
Quando ricorre la festa della mamma diventa impossibile leggere tutto ciò che si condivide e si amplifica.
Facebook è anche la vetrina di persone che (senza averne titolo), scrivono post su trattamenti sanitari evidenziando effetti miracolosi dell'uso di un determinato prodotto che con certezza cura quella specifica malattia.
È un evidente atteggiamento d’irresponsabilità da parte di persone inesperte che creano scoramento verso chi fa ricorso a farmaci, scientificamente garantiti, per curarsi.
Questo comportamento, veramente superficiale, potrebbe infondere paura e dubbi sulle indicazioni avute da medici esperti per creare estreme conseguenze in persone psichicamente deboli che potrebbero smettere le cure prescritte.
Su Facebook c’è anche chi consiglia di lasciar perdere qualsiasi medicina perché basta mangiare sano e respirare aria pura per curare ogni male.
Sono solo alcuni aspetti che debbono indurci a serie riflessioni.
Ma su Facebook c’è ancora da dire tanto come pure sull’altro noto social network che è Twitter.
Solo alla fine i frequentatori potranno stabilire in quale categoria collocarsi.

 
 
 
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