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Facebook e Twitter, il virtuale che ingoia la realtà.

Post n°381 pubblicato il 08 Luglio 2015 da leo.fortuna
 

Come ho già avuto modo di scrivere in un recente post, per scelta “convinta” non sono iscritto né a Facebook né a Twitter e ne spiegherò le ragioni dopo aver scritto e, spero, parlato con amici interlocutori dei predetti mezzi di “socializzazione di massa.
Per predisposizione naturale, prima di decidere se usufruire di una qualsiasi cosa che sollecita la mia curiosità, tendo ad assumere informazioni per costatarne l'utilità.
Ho "scoperto", così, che Facebook è il più diffuso Social Network del mondo.
È un servizio web gratuito che consente "contatti" con gli attuali amici (in realtà pochi, piuttosto con conoscenti) oltre che conseguire altre relazioni.
I contatti avvengono normalmente tramite un programma (browser) che si usa per navigare in Internet.
Su Facebook risultano iscritti oltre 1 miliardo di persone che possono facilmente ritrovarsi se già si conoscevano o fare nuove amicizie (insisto con conoscenze).
E' possibile condividere qualsiasi notizia e aprire discussioni, caricare foto e video da far vedere o solamente ai tuoi amici o a tutta la comunità.
Si può anche vedere quando i propri conoscenti sono collegati online e chiedere loro di "chiacchierare", chattando.
E' anche possibile vedere i nomi degli amici dei tuoi amici e avviare un contatto anche con loro.
Iscrivendosi, è possibile accedere alle pagine di alcuni personaggi famosi per scambiare con loro qualche opinione.
Ad oltre un miliardo di persone tutto quanto predetto è parso piacevole e si sono iscritti. Io che conservo ancora molte riserve a riguardo non mi sono ancora iscritto e non so se lo farò mai.
Le ragioni sono da ricercare in tutto ciò che si ritrova sul web e che neanche immaginavi potesse esistere. Può succedere così che ciò che ti è presentato piacevole rischia di sconvolgerti la vita.
E' facile dirsi: "Con il mio senso di discernimento non potrà mai accadermi alcun che di male", poi puntualmente si è sconfessati.
Insomma io ho preferito ipercalcolare il rischio per non incorrere in tentazioni e scrivo sul mio blog, contento di farlo.
Con l'utilizzo sistematico di Facebook capita di "spersonalizzarsi" ostentando "falsa modestia" nel coinvolgere gli "amici" comunicando loro che si è indecisi se trascorrere le vacanze in crociera o in una baita di alta montagna e chiedete consigli.
Capita anche di confidare di aver raccolto un'infinità di email col rammarico di non riuscire mai a leggerle perché troppo impegnato.
Insomma, fare i preziosi partecipando notizie con questo "taglio" è simile a come creare un'occasione per ricevere lodi (o invidia) dai vostri amici.
Quando poi si decide di essere "vaghi” per attrarre particolare attenzione
capita di scrivere o leggere, senza dare alcun dettaglio, che: "Non avrei mai pensato che un amico potesse trattarmi così. Ho imparato la lezione".
"Oggi è proprio un giorno da ricordare! La mia vita non sarà più la stessa".
Perdendosi nella vaghezza non può essere un sintomo di normale intelligenza. "Condividendo" questo genere di post si ambisce, stupidamente, ad attrarre l’attenzione degli amici tanto da indurli (preoccupati?) a chiedere: "Cos'è successo? Stai bene?".
Prima di scrivere e postare su Facebook una qualsiasi cosa che passa per la mente, così, per abitudine, occorre tener conto che un luogo virtuale è un mondo dove gli altri leggono i vostri post e possono rispondere.
In pochi concepiscono che le interazioni virtuali debbano essere rappresentate il più possibile vicino alla realtà.
Ne vale della propria credibilità.
Poi mi sono chiesto: "che cos'è Twitter?" ed ho scoperto che anch'esso è un social network, proprio come lo è Facebook, ma presenta sostanziali differenze con applicazioni tecnologiche che richiedono molte conoscenze di base, proprio per non perdersi in un ginepraio.
La disamina di questo servizio web è alquanto impegnativa per spazio e tempo da dedicarvi.
Delle differenze d'uso di Twitter, rapportate a Facebook, ne parliamo la prossima volta.

 
 
 
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