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Il Papa a sostegno degli insegnanti malpagati.

Post n°429 pubblicato il 22 Novembre 2015 da leo.fortuna
 

Al recente Congresso mondiale dell'educazione cattolica, Papa Francesco ha sostenuto che: “Fra gli operatori più malpagati ci sono gli educatori e questo vuol dire che lo Stato non ha interesse: se lo avesse, le cose non andrebbero così”. Rivolto agli Insegnanti ha, poi, aggiunto: "Il vostro lavoro è cercare strade nuove, fare lo stesso che ha fatto don Bosco: nei tempi più brutti della massoneria nel Nord dell’Italia ha cercato un’educazione d’emergenza, e oggi ci vogliono educatori d’emergenza".
Il Papa, infine, ha auspicato che: «La vera scuola deve insegnare concetti, abitudini e valori, perché quando la scuola non è capace di fare questo, è selettiva, esclusiva e per pochi».
Tutto ineccepibile Sua Santità tranne che gli Insegnanti della Scuola Italiana siano pagati male.
Per asserire ciò occorre rapportarsi necessariamente ad almeno un altro settore lavorativo e, facendolo, anche Sua Santità constaterebbe che affiorano evidenti disuguaglianze ma nella circostanza a favore degli operatori scolastici.
Probabilmente Sua Santità non è stata adeguatamente informata a riguardo e per amore di verità La informo che nella Pubblica Amministrazione, contrattualmente, ad eccezione del comparto ministeriali, quello della Scuola è quello che gode del miglior trattamento in rapporto al debito orario.
Nella scuola d’infanzia si prestano 30 ore settimanali in quella primaria si rendono prestazioni per 24 ore settimanali, in quella secondaria (media e superiore) per 18 ore settimanali, inoltre in ogni classe che presenta un alunno diversamente abile vi è a disposizione un insegnante di supporto. Tutto il personale insegnante, in rapporto al debito orario prestato percepisce mediamente uno stipendio netto mensile di euro 1.400.00. Senza citare tanti altri privilegi quali ferie, malattia, maternità e sostituzioni con supplenze su supplenze.
Per rilevare la predetta DISUGUAGLIANZA si faccia mente locale sul fatto che un operaio comune, ad esempio addetto alla catena di montaggio o alla conduzione di altoforno, che presta 40 ore settimanali lavorative percepisce un compenso netto mensile di euro 1.300,00.
Santità gridare così tanto allo scandalo per il mal pagamento agli insegnanti appare un po’ esagerato.
E intanto lo Stato, accusato e bistrattato, tace.

 
 
 
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